Papa Leone nella trappola dell’ala sovranista della Chiesa americana: il tranello dei reazionari

Ottobre 2, 2025 - 22:00
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Papa Leone nella trappola dell’ala sovranista della Chiesa americana: il tranello dei reazionari

Il mondo conservatore cattolico Usa esulta: ‘siamo stati noi – scrive via social “Catholic Vote”, oltre 96 mila followers – a costringere il Papa ad intervenire e a far recedere il senatore democratico Dick Durbin (pro-aborto, ndr.) dal ricevere il premio per i diritti umani assegnato dall’arcidiocesi di Chicago’. La storia, una volta di più, dimostra l’incandescenza della polarizzazione politica ed ecclesiale negli Usa. Questa volta con la inconsapevole complicità di papa Leone XIV. Interrogato due giorni fa a Castel Gandolfo dalla emittente conservatrice Ewtn sull’opportunità del riconoscimento, papa Leone è caduto nella trappola. “Penso – ha detto Leone XIV – che sia molto importante guardare al lavoro complessivo che un senatore ha svolto durante, se non sbaglio, 40 anni di servizio nel Senato degli Stati Uniti”. Ha aggiunto che è “importante guardare a molte questioni che sono legate all’insegnamento della Chiesa”. Dire “sono contro l’aborto” ma “a favore della pena di morte” non è davvero pro-vita, come non lo è essere “d’accordo con il trattamento disumano degli immigrati negli Stati Uniti”.

Tanto è bastato far esultare i conservatori: a loro avviso il cardinale Cupich, arcivescovo di Chicago, progressista, visto come il fumo negli occhi, ha sbagliato a premiare il senatore democratico Durbin, che è molto attivo nella critica all’amministrazione Trump sul tema dei diritti umani (immigrati e repressione) ma ha il torto di essere in un partito che sostiene il “diritto di scelta” delle donne e lui stesso a favore dell’aborto, sebbene con molti distinguo. A nulla è servito la scorsa settimana un comunicato dell’arcidiocesi che ha provato a smorzare i toni, invitando a guardare all’impegno quarantennale del premiato sui diritti civili. Ieri finalmente – hanno esultato i conservatori cattolici via social – il senatore ha annunciato di non accettare il premio alla carriera durante la raccolta fondi annuale del centro per l’immigrazione dell’arcidiocesi di Chicago denominato “Keep Hope Alive”.

Durbin è un importante difensore dei diritti dei migranti e nel suo servizio pubblico ha spesso posto la dignità dei vulnerabili al centro. Ha lavorato duramente per promulgare leggi a sostegno degli immigrati, tra cui il “Dream Act”. A settembre ha tenuto un discorso appassionato in cui ha sfidato le politiche di deportazione del presidente Donald Trump e ha condannato il piano di Trump di attuare a Chicago l’Operazione “Midway” che dal 6 settembre ha portato all’arresto di 500 immigrati illegali nelle prime due settimane. Il cardinale Cupich ha voluto mettere in luce questo buon lavoro – ed è tutta la motivazione del premio. Ma come spiega Mike Lewis, un analista religioso attento e serio, il cardinale non ha considerato forse abbastanza il “pedigree” di Durbin, soprattutto un’intervista del 2005 in cui affermava: “Sono contrario all’aborto. Se una donna nella mia famiglia dicesse di voler abortire, farei di tutto per cercare di dissuaderla dal prendere quella decisione”. Ma ha aggiunto: “alla fine sono giunto alla conclusione che ci sono certi momenti nella vita di una donna in cui deve prendere questa decisione con il suo medico, con la sua famiglia e con la sua coscienza, e che il governo non dovrebbe intromettersi”.

Apriti cielo. Negli Usa il rispetto della vita gira a senso unico, almeno nel mondo cattolico: vuol dire opporsi all’aborto, ma in nessun modo si contesta il diritto di armarsi e difendersi e neppure di trattare in maniera inumana gli immigrati e tantomeno si accetta il no del Vaticano alla pena di morte. Per questo, furbescamente, Ewtn martedì ha interpellato il Papa. Leone XIV si è destreggiato ma alla fine ha dovuto dirlo: l’insegnamento della Chiesa contro l’aborto è molto chiaro. Il mondo conservatore ha così potuto mettere in atto la consueta tecnica: prendere dal Papa solo quello che serve, escludendo il resto. Forse Leone XIV nel rapporto con i media andrebbe avvertito sull’importanza di non dover per forza rispondere a tutte le domande. Soprattutto quando odorano di trappola.

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Redazione Eventi e News Redazione Eventi e News in Italia