Plasma jets al posto dei laser: la nuova via USA alla fusione
Un laboratorio statunitense ha deciso di puntare su una strada alternativa per l’energia da fusione. Si tratta del Plasma Liner Experiment (PLX), sviluppato al Los Alamos National Laboratory (LANL), che abbandona i giganteschi laser o i magneti superconduttori solitamente utilizzati in questo campo per concentrarsi su un sistema di getti di plasma ad alta velocità.
Il funzionamento del PLX è concettualmente semplice: 36 cannoni al plasma sparano simultaneamente getti verso un punto centrale, creando un guscio sferico che implode su sé stesso. Questo “liner” comprime un bersaglio magnetizzato fino a raggiungere le temperature e le pressioni necessarie per avviare la fusione, lo stesso meccanismo che alimenta le stelle. La differenza con altre tecnologie è notevole: senza infrastrutture ingombranti come magneti o laser di dimensioni di un edificio, il progetto punta a un approccio più economico e scalabile.
Nel breve termine, il PLX si candida a diventare un banco di prova per l’industria aerospaziale e della difesa. Riprodurre condizioni estreme come quelle affrontate dai veicoli ipersonici o dalle navicelle durante il rientro atmosferico potrebbe rivelarsi prezioso per testare materiali innovativi e scudi termici. Strutture di questo tipo sono oggi rarissime, e la possibilità di averne una di nuova concezione negli Stati Uniti potrebbe attrarre numerosi partner industriali.
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