Può l’Ai darci una mano a contrastare le discriminazioni?

Settembre 29, 2025 - 09:30
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Può l’Ai darci una mano a contrastare le discriminazioni?
discriminazioni lavoro

Per combattere le discriminazioni, che ancora condizionano la vita di tante persone, si può puntare sulla formazione e l’istruzione e si possono avviare partnership tra pubblico e privato, che danno spesso ottimi risultati. E non ci sono solo seminari, corsi e giornate di volontariato: anche l’arte può contribuire mostrando prospettive inedite, da cui partire per contrastare le discriminazioni

Donne, immigrati, disabili, appartenenti alle comunità Lgbtqia+: sono queste le categorie che (anche) nel nostro Paese subiscono le discriminazioni peggiori, che vengono maggiormente stigmatizzate dalle donne stesse, specie se più giovani.

Si tratta di un problema che, oltre che sulle vite delle persone coinvolte, incide sulla crescita e sulla competitività del tessuto economico: come emerge da una ricerca di People Management condotta su 4.000 adulti, gli atti di discriminazione sono assai frequenti durante i colloqui di lavoro, con ovvie ricadute sulla qualità del processo e delle persone selezionate.

Fatto grave, le donne hanno quasi il doppio delle probabilità di denunciare discriminazioni rispetto agli uomini, anche se la forma di discriminazione più comune è però l’ageismo, ossia la discriminazione di persone in base all’età.

Pesa anche la discriminazione nei confronti di genitori o caregiver: tra coloro che hanno figli o figlie a carico o che si prendono cura di parenti anziani o di persone disabili, quasi un terzo (30%) ritiene di aver subito discriminazioni.

Anche le disabilità pesano tantissimo: secondo un sondaggio condotto da HrBrew.com e riferito agli Stati Uniti, il 25% delle persone con disabilità ha dichiarato che questa rappresenta una sfida nell’ambito dei processi di selezione.

Il 37%, inoltre, ha affermato di avere difficoltà a capire dalle job description se i ruoli per i quali si candidano potranno essere adatti alla loro condizione. Circa il 33% ha inoltre affermato di essere a disagio quando deve rivelare la propria disabilità nella ricerca di un impiego.

Una possibile risposta può essere quella di affidare i processi di selezione a partner esterni che abbiano tra i propri principi ispiratori la creazione di un ambiente lavorativo più inclusivo e diversificato.

Lavoro e discriminazioni

Allargando lo sguardo alle aziende, emerge come queste abbiano a disposizione moltissimi strumenti per contrastare le discriminazioni sui luoghi di lavoro.

Partiamo da E.On, che ha annunciato di voler continuare il proprio percorso assieme a Fondazione Libellula, un’impresa sociale nata per prevenire e contrastare la violenza di genere.

Nel 2023, la collaborazione ha contribuito alla nascita dello Spazio Libellula in cui vengono realizzate attività per riconoscere, prevenire e contrastare qualsiasi forma di violenza, inserito nel quartiere Padova del Comune di Milano che, con più di 50 nazionalità e culture differenti, è il più multietnico della città e a rischio di discriminazioni e isolamento sociale.

Nel 2024, grazie all’aiuto di E.On lo Spazio Libellula ha potuto rafforzare il suo sportello di orientamento e ascolto per le persone a rischio o vittime di violenza. Non solo: sono stati realizzati diversi laboratori educativi per genitori, figli e figlie per imparare a comunicare meglio le proprie emozioni e diversi dipendenti di E.On hanno partecipato a giornate di volontariato presso lo Spazio Libellula.

Fondazione Unipolis, la fondazione d’impresa del Gruppo Unipol, ha annunciato la firma di un Protocollo d’Intesa con il Consiglio Nazionale dei Giovani (Cng), un organo consultivo incaricato di rappresentare le giovani generazioni nel dialogo con le istituzioni, su questioni e sulle politiche che le riguardano.

Ispirato alle principali strategie internazionali, tra cui gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda 2030, il Protocollo dà avvio di una collaborazione strutturata per promuovere una cittadinanza attiva e consapevole tra le nuove generazioni ed enfatizza, in particolare, la lotta alle discriminazioni, il sostegno alla mobilità sicura e al welfare per le categorie più deboli.

Anche la creatività può essere d’aiuto nella lotta alle discriminazioni. Pulsee Luce e Gas ha presentato Memor.Ia, un documentario breve, diretto da Niccolò Maria Pagani, che racconta le storie di quattro persone, accumunate dall’aver subito discriminazioni odiose.

C’è Bryan, che ha affrontato un processo di transizione ma non è più riuscito a vivere a Verona, la sua città; Emma, affetta da sindrome di down, a cui è stata negata la possibilità di partecipare a una gita in Spagna; Simone, che si muove in sedia a rotelle, racconta delle barriere architettoniche che gli hanno impedito di salire su un mezzo pubblico per partecipare a uno spettacolo; poi Rossella, che ha dovuto gestire in tenera età i disturbi depressivi della madre e, in assenza di una diagnosi appropriata, ha trascorso anni a sentirsi sbagliata e colpevole.

La particolarità di Memor.Ia è che è stato realizzato con un’intelligenza artificiale che ha ricostruito i ricordi che i protagonisti avrebbero potuto avere se non avessero subito le discriminazioni che hanno segnato così in profondità le loro vite.

Crediti immagine: Depositphotos

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