Quando Charlie Kirk è stato ucciso parlava delle stragi da arma da fuoco negli USA: “Sapete quante fatte da americani transgender?”

Quando Charlie Kirk è stato ucciso, in un incontro nel campus della Utah Valley University a Orem, stava parlando delle stragi con armi da fuoco negli Stati Uniti. Difficile non pensare a un omicidio politico – come sta denunciando in coro l’estrema destra: spesso evocando una sorta di ritorsione -, un attentato a un influencer molto popolare nella destra ed estrema destra statunitense. È ancora ricercato il colpevole. Per alcuni Kirk era considerato una voce simbolo di una generazione, dei maschi conservatori degli Stati Uniti, papabile persino per una futura candidatura a Presidente degli USA. Il suo omicidio è un momento traumatico per la Federazione, un evento drammatico e truculento che potrebbe polarizzare ulteriormente una società spaccata.
Era il 2023, circa una settimana dopo l’uccisione di tre adulti e tre bambini alla Christian Covenant School di Nashville nel Tennessee, e Kirk difendeva il Secondo Emendamento della Costituzione degli Stati Uniti d’America. Quello che recita: “A well regulated Militia being necessary to the security of a free State, the right of the people to keep and bear Arms shall not be infringed” (“Essendo necessaria alla sicurezza di uno Stato libero una ben organizzata milizia, il diritto dei cittadini di detenere e portare armi non potrà essere infranto”). Un principio generato negli anni della Guerra di Indipendenza, con le milizie di cittadini armati anche di supporto alle nascenti forze armate degli Stati Uniti.
E in quella occasione, quella della strage di Nashville, Kirk dichiarò come “un certo numero di vittime da arma da fuoco è un prezzo accettabile da pagare per difendere il Secondo Emendamento”. E continuava dettando che le vittime da arma da fuoco “in cambio della salvaguardia dei diritti sanciti dal Secondo Emendamento fanno parte della realtà americana”. Quelle citazioni hanno cominciato a circolare massivamente su social e media dopo l’omicidio dello stesso influencer politico.
L’incontro alla Utah Valley University faceva parte del “The American Comeback Tour”, un format di dibattiti pubblici che il 31enne portava all’interno degli atenei americani. Quando è stato colpito da un colpo apparentemente esploso in lontananza e con uno strumento di precisione, Kirk stava rispondendo a una domanda sulla violenza da armi da fuoco negli Stati Uniti, aveva chiesto: “Sapete quanti americani transgender sono stati autori di stragi negli ultimi 10 anni? Troppi. Sai quanti stragisti ci sono stati in America negli ultimi 10 anni?”, alcuni secondi dopo l’attivista era riverso sulla sedia.
Il colpo fatale lo ha raggiunto al collo, mentre parlava sotto a un gazebo, circondato da circa tremila persone. È morto poco dopo. Kirk era molto vicino al Presidente Donald Trump, il suo apporto alla campagna elettorale era stato considerato decisivo per la rielezione del tycoon soprattutto per la sua influenza tra i giovani maschi. Aveva raccolto 92 milioni di dollari tramite donazioni nel 2023 e aveva riversato denaro e volontari negli Swing States, quelli ancora in bilico. Aveva fondato nel 2012 un’organizzazione politica giovanile, Turning Point USA, che portava idee conservatrici e reazionarie nei college statunitensi e che era diventata l’organizzazione conservatrice più popolare tra i giovani negli USA. Sosteneva la teoria complottista del Great Replacement, si era mostrato scettico verso i vaccini anti-Covid19, aveva dichiarato in più occasioni che Trump aveva vinto le elezioni del 2020 – quelle culminate con l’assalto al Campidoglio.
Oltre sette milioni e mezzo di follower su Instagram, sette milioni su TikTok, Kirk era amico del figlio del Presidente, Don Junior. “Cerco di essere più provocatorio possibile perché la cosa che mi preoccupa di più è quando la gente è d’accordo con noi ma resta a casa e non va a votare”, disse in un’intervista a Il Corriere della Sera. Anche ieri, all’evento dell’attacco terroristico, era previsto un momento battezzato “Prove me wrong”. Una petizione su Change.org per scongiurare il suo intervento all’ateneo aveva raccolto 6.800 adesioni. Era stato minacciato in passato e da allora aveva la scorta. Aveva avuto una figlia di tre anni e un figlio di un anno con la moglie Erika, l’ex miss Arizona.
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