Seawatch attacca in acque internazionali, a sparare i libici su una motovedetta fornita a Tripoli dall’Italia

Spari dalla guardia costiera libica contro la Seawatch5, nave di salvataggio di Seawatch. L’attacco è avvenuto di notte mentre l’equipaggio portava a termine l’operazione di salvataggio di 66 persone . La seconda volta in un mese. La Ocean Viking è ancora bloccata per i gravi danni subiti all’attrezzatura di salvataggio durante un attacco armato della guardia costiera libica: per venti minuti di fila una motovedetta libica, una di quelle date ai libici dal governo Meloni, gli ha sparato addosso alla fine di un salvataggio. Erano spari per uccidere. Hanno mirato a lungo anche al ponte di comando dove necessariamente deve stare chi sta in quel momento governando la nave.
A sparare questa volta contro Seawatch5 è stata la motovedetta libica Corrubia Class 660, ceduta dall’Italia ai libici nel 2018. “Chiediamo indagini immediate e serie conseguenze da parte dell’Italia e dell’Unione Europea” dice Sea Watch che racconta: “Mentre l’equipaggio della Sea-Watch 5 era impegnato nell’operazione di soccorso, la motovedetta libica Corrubia Class 660 aveva già chiesto via radio alla Sea-Watch 5 di virare verso nord. Poiché ciò avrebbe comportato l’interruzione del salvataggio, l’equipaggio della nave di soccorso non ha ottemperato alle richieste della milizia libica. La milizia si è quindi avvicinata alla nave di soccorso e alla fine ha aperto il fuoco. L’equipaggio e le persone salvate sono rimasti illesi. Anche durante il salvataggio si è verificato un incidente che ha coinvolto presunte milizie libiche: quando l’equipaggio della Sea-Watch ha avviato il salvataggio, ha notato due uomini con il passamontagna, che alla fine hanno rifiutato l’assistenza e si sono allontanati. Si può presumere che si trattasse di milizie affiliate allo Stato libico. Proprio di recente, l’Ong Mediterranea Saving Humans ha dimostrato per la prima volta che dietro questo fenomeno ci sono milizie direttamente collegate allo Stato libico. Dopo essere stata colpita, l’equipaggio della Sea-Watch 5 ha lanciato un segnale di soccorso e informato le autorità tedesche e italiane competenti e la polizia federale. Alle 02:30 ’aereo Frontex Eagle2 è arrivato sul posto e ha confermato che la motovedetta libica si trovava a 8 miglia nautiche dietro la Sea-Watch 5”.
Dice Giorgia Linardi, portavoce di Sea-Watch: “Nel Mediterraneo si stanno raggiungendo livelli di violenza inaudita contro la società civile. Si tratta del secondo episodio in sole poche settimane di attacco nei confronti della flotta civile di soccorso. A due giorni dall’attacco nei confronti della Global Summit Flottilla diretta verso Gaza”. “Gli attacchi libici sono una diretta conseguenza delle politiche europee. È inaccettabile che il governo italiano e l’Unione europea lascino che milizie criminali sparino contro i civili utilizzando le ex motovedette della Guardia di Finanza italiana – prosegue Linardi -. L’Italia dovrebbe immediatamente interrompere il memorandum con la Libia e revocare gli accordi che stanno fomentando violenza e mettendo in pericolo l’incolumità dei cittadini, come ricordato in queste ore dal Presidente Mattarella riferendosi alla Global Sumud Flotilla”.
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