Si è conclusa la 82ª mostra di Venezia tra cinema ed emozioni

Si è conclusa la 82ª mostra di Venezia tra cinema ed emozioni
Un racconto dettagliato dei protagonisti, dei premi e delle emozioni vissute sul red carpet della prestigiosa Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica
Si è chiusa con un sipario di emozioni la 82ª Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, una serata sospesa tra glamour, impegno civile e grande cinema, che ha saputo restituire la magia delle storie e il peso delle parole.
L’ovazione più lunga è stata tutta per Giorgio Armani, icona che ha attraversato il red carpet con l’eleganza di chi non segue le mode ma le crea, e che dal palco ha ricevuto il tributo del pubblico come simbolo di un’estetica che è anche cultura e visione.
Leone d’oro e universalità del cinema
Poi la scena è tornata ai film, con un Leone d’Oro che ha il sapore dell’universalità: Father Mother Sister Brother di Jim Jarmusch, opera corale che intreccia tre racconti sul legame tra genitori e figli, sostenuta da un cast che va da Cate Blanchett ad Adam Driver, da Tom Waits a Charlotte Rampling. Un film che si fa specchio di fragilità intime e potenza emotiva, e che resterà come uno dei momenti più alti del regista americano.
A scuotere le coscienze è arrivato invece il Leone d’Argento a Kaouther Ben Hania per The Voice of Hind Rajab, la storia vera della bambina palestinese di cinque anni che ha commosso il mondo, con la regista che ha dedicato il premio alla Mezzaluna Rossa e agli operatori umanitari che rischiano la vita per salvare vite. La giuria ha poi consacrato la regia di Benny Safdie per The Smashing Machine, mentre il cinema italiano ha trovato nuova linfa nel trionfo di Toni Servillo, che conquista per la prima volta la Coppa Volpi con la Grazia di Paolo Sorrentino, portando con sé sul palco un messaggio di umanità e resistenza.
Premi e nuove promesse del cinema
A completare il mosaico delle emozioni la Coppa Volpi femminile a Xin Zhilei per l’intensità di Ri Gua Zhong Tian e i riconoscimenti a Gianfranco Rosi con Sotto le nuvole, a Valerie Donzelli e Gilles Marchand per la sceneggiatura di À pied d’œuvre e a Luna Wedler, volto emergente che incarna il futuro del cinema europeo. Non sono mancate sorprese nei premi Orizzonti, con Benedetta Porcaroli e Giacomo Covi che hanno portato sul palco voci fresche e coraggiose, ribadendo come la Mostra resti laboratorio di sguardi e non solo passerella di celebrità.
Venezia si è così congedata tra applausi, discorsi appassionati e un parterre che ha saputo coniugare alta moda e profonda riflessione, dimostrando che la bellezza, quando incontra il coraggio, può davvero farsi messaggera di cambiamento. E mentre le luci del Lido si abbassano, resta nell’aria l’immagine di un festival che non ha avuto paura di guardare in faccia la complessità del presente, trasformandola in cinema.
A cura di Katya Malagnini
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