Sostenere il clero, un’esigenza che impegna tutta la comunità

Settembre 17, 2025 - 18:30
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Sostenere il clero, un’esigenza che impegna tutta la comunità

Torna domenica 21 settembre la Giornata che la Chiesa italiana dedica al Sostentamento del clero. Siamo ormai abituati al canale dell’8×1000, ma in questa occasione l’attenzione si concentra sul contributo che ogni comunità può dare per i propri pastori.

Proprio le campagne di comunicazione legate all’8×1000, infatti, ci ricordano che questo strumento è rivolto a una pluralità di scopi. Tra questi la copertura delle somme destinate direttamente ai sacerdoti (così come a tutti i religiosi e religiose) è solo un capitolo, che si affianca alle tantissime opere di carità e alle altre esigenze pratiche per la vita della Chiesa. Un canale ormai consolidato, si diceva, tanto che a livello nazionale le risorse dell’8×1000 coprono quasi il 70% delle retribuzioni dei sacerdoti, una proporzione che scende al 55% in Lombardia.

È d’altra parte significativo conoscere il peso anche delle altre voci che contribuiscono a coprire i “costi” di ogni sacerdote. Sempre guardando alla Lombardia, quasi il 17% proviene da stipendi o pensioni, il 16% da redditi diocesani, il 10% da contributi delle parrocchie. Mentre dalle donazioni arriva solo il 3% delle risorse: 1 milione e 404 mila (1.404.000) euro le entrate della Diocesi di Milano nel 2024 provenienti da erogazioni liberali dedicate direttamente al sostegno dei pastori. Entrate in calo di quasi l’8% rispetto al 2023, quando erano state di 1 milione e 522mila (1.522.000) euro.

Un contributo che, raccontano i dati, è composto anche da piccole donazioni, a volte fatte addirittura in paesi che non hanno un sacerdote residente: «Proprio per questo siamo riconoscenti a chi dona», sottolinea don Paolo Boccaccia, responsabile del Servizio diocesano per il sostegno economico alla Chiesa. In molti casi, infatti, la donazione nasce direttamente dalla sensibilità dei singoli fedeli. «Ma proprio con la Giornata di domenica – rilancia il sacerdote – vorremmo incoraggiare una maggiore corresponsabilità di tutta la comunità. Se infatti non manca la predisposizione a donare, vuoi per le missioni, per la Caritas, o per lavori di ristrutturazione in parrocchia, spesso si pensa, erroneamente, che l’offerta domenicale sia sufficiente a coprire i costi ordinari. Oppure, proprio perché la loro è una missione di servizio agli altri, non si considerano le spese vive che anche i sacerdoti devono sostenere». Don Boccaccia sottolinea come sia effettivo lo spirito di gratuità con cui operano i sacerdoti, la cui retribuzione mensile è di poco più di mille euro: «La stessa per chi è in un piccolo paese come per chi è a Sant’Ambrogio; e chi ha uno stipendio più alto, per esempio perché insegna, contribuisce con la sua parte eccedente al sostegno dei sacerdoti con meno entrate, a partire da quegli anziani o malati».

Il canale principale è la donazione deducibile dalle tasse (tutte le informazioni si trovano sul sito www.unitineldono.it). Ma le parrocchie sono invitate anche a partecipare alla campagna “Uniti possiamo”, coinvolgendo tutta la comunità. Per ogni parrocchia l’obiettivo può essere – sempre senza perdere la deducibilità delle singole donazioni – coprire l’equivalente del compenso mensile di un sacerdote.

 

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