TARS, la fionda solare che sogna di portarci verso Alpha Centauri
Un nuovo concetto di propulsione spaziale potrebbe aprire scenari finora ritenuti impossibili: raggiungere altre stelle senza ricorrere a motori a fusione o giganteschi laser. L’idea si chiama TARS, acronimo di Torqued Accelerator using Radiation from the Sun, ed è stata proposta da David Kipping, professore di astronomia alla Columbia University. Il nome rende omaggio al robot del film Interstellar e descrive un sistema che, almeno sulla carta, è sorprendentemente semplice: sfruttare la luce del Sole per accumulare energia e poi lanciarne piccole sonde a velocità estreme.
Il principio è simile a quello delle vele solari, ma con una differenza fondamentale. TARS non si limita a farsi spingere dai fotoni, bensì li utilizza per imprimere una rotazione sempre più rapida a una struttura composta da due “palette” opposte, collegate da un cavo o unite in un’unica forma. Le superfici riflettenti ricevono la spinta della radiazione solare, generando una rotazione continua fino al momento in cui il sistema rilascia un piccolo veicolo — grande quanto uno smartphone — che viene catapultato via come da una fionda cosmica.
Secondo i calcoli presentati da Kipping insieme alla studentessa Kathryn Lampo, due pannelli sottilissimi, larghi circa 7 metri e uniti da un cavo di 63 metri, potrebbero accumulare energia per tre anni e poi espellere una sonda a oltre 12 chilometri al secondo. Aggiungendo la velocità orbitale del sistema, la sonda riuscirebbe a superare i 42 chilometri al secondo necessari a lasciare il Sistema solare. A quella velocità, però, servirebbero più di 30.000 anni per raggiungere Alpha Centauri, la stella più vicina a noi.
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