Torino, massacrò la ex ma per il giudice “va compreso”: procura impugna assoluzione per maltrattamenti

Settembre 13, 2025 - 23:00
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Torino, massacrò la ex ma per il giudice “va compreso”: procura impugna assoluzione per maltrattamenti

La procura di Torino impugnerà la sentenza del tribunale del capoluogo piemontese che ha assolto un uomo dall’accusa di maltrattamenti nei confronti della ex compagna Lucia Regna – pur condannandolo a un anno e sei mesi per lesioniscrivendo nelle motivazioni che l’uomo “va compreso” perché la donna avrebbe “sfaldato un matrimonio”, “per sua iniziativa personale”, “un matrimonio ventennale allietato dalla nascita di due figli”, e avrebbe inoltre “comunicato la separazione in maniera brutale”. Lo ha annunciato il procuratore aggiunto di Torino, Cesare Parodi, intervistato da Tagadà su La7.

La sentenza

Il giudice di Torino, Paolo Gallo, scrive nelle motivazioni della sentenza, anticipate da La Stampa, che l’uomo “va compreso” perché si sentiva “vittima di un torto” in quanto lei aveva un altro. “Un sentimento molto umano e comprensibile per chiunque”, si legge. Un “sentimento” nel quale “va cercata una delle chiavi di lettura di quel che accadde la sera dell’episodio violento” che ha portato alla condanna per lesioni e che, secondo l’accusa, costituì il culmine di una serie di condotte configuranti il reato di maltrattamenti in famiglia: la 44enne Renga fu vittima di un pestaggio da parte dell’uomo il 28 luglio 2022, riportando lesioni al volto – ricostruito con 21 placche di titanio – e un nervo oculare danneggiato in maniera permanente. Le altre condotte, numerosi insulti e minacce riportati anche nel capo di imputazione, non sono stati ritenuti sufficienti per configurare il reato di maltrattamenti continuati: il collegio ha scritto che sono “frasi che devono essere calate nel loro specifico contesto, l’amarezza per la dissoluzione della comunità domestica, che era umanamente comprensibile“. L’imputato è stato inoltre definito, quanto al comportamento processuale, “sincero e persuasivo“.

L’impugnazione

Il tema è il mio lavoro da cinque anni. La Procura di Torino, il gruppo che opera su questi reati, è coordinato da me. Questa è una vicenda seguita dal mio gruppo. La collega che ha chiesto la condanna per il reato di maltrattamenti ha chiesto una pena severa. Che cosa è accaduto? Abbiamo contestato il reato di maltrattamenti e lesioni. Sulle lesioni viene riconosciuta la responsabilità, l’imputato viene invece assolto dal reato di maltrattamenti. Purtroppo, spesso ci sono delle assoluzioni perché il reato di maltrattamenti ha una fattispecie estremamente indefinita”, ha commentato Parodi, che è anche presidente dell’Anm. “C’è un altro aspetto da sottolineare però, noi della Procura abbiamo impugnato questa sentenza. Non è una critica a caso. L’abbiamo impugnata e ci sarà poi un giudice che deciderà. Quello che purtroppo ci ha molto colpito, e lo posso dire perché è un oggetto delle impugnazioni, è il linguaggio che è stato utilizzato. Noi chiederemo alla Corte d’Appello, e se del caso alla Cassazione, se la Procura Generale lo riterrà, se questo genere di argomentazione, che a me pare non in linea a quei principi espressi anche dalla Corte Europea, proprio sui criteri di valutazione, sia o meno condivisibile”, ha aggiunto.

Le reazioni della politica

Molte le critiche nei confronti della sentenza anche da parte della politica, sia in maggioranza che in opposizione. Per la senatrice di Fratelli d’Italia, Domenica Spinelli, “le motivazioni della sentenza di assoluzione dell’ex marito di Lucia Regna, con parole di comprensione e giustificazione nei confronti di un pestaggio che ha portato la vittima a dover far ricostruire il proprio volto con 21 placche di titanio, sono una vergogna. Un verdetto pericoloso che calpesta la dignità di quella donna e di tutte le donne ed esseri umani che subiscono violenze. Non si può accettare che una sentenza demolisca anni e anni di dibattito e azioni contro abusi come questo. È inaccettabile. Altrettanto inaccettabile dare alibi a chi usa violenza piuttosto che pene. Vanificare, attraverso il diritto, i diritti per cui ci battiamo come società civile è davvero surreale”. Nel Pd, l’eurodeputata Alessandra Moretti dice: “La vicenda che riguarda Lucia Regna genera indignazione e una profonda inquietudine. Non ci può essere alcun tipo di legittimazione culturale e giuridica: parlare di ‘comprensione’ per un uomo che ha massacrato la moglie, perché lei avrebbe ‘distrutto il matrimonio’, significa portare avanti la peggiore delle violenze: colpevolizzare la vittima e assolvere l’aggressore. È la stessa forma e radice di un patriarcato che, fino a pochi decenni fa, giustificava il delitto d’onore. L’antico retaggio di una violenza patriarcale che va superata e contrastata in ogni modo”.

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Redazione Redazione Eventi e News