Totò Riina, intervista choc al figlio: “Mio padre uomo devoto alla famiglia, tolto di mezzo perché non serviva più”

Settembre 20, 2025 - 09:00
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Totò Riina, intervista choc al figlio: “Mio padre uomo devoto alla famiglia, tolto di mezzo perché non serviva più”

Intervista choc a ‘Lo Sperone podcast’ a Giuseppe Salvatore Riina, figlio di Totò, il boss della mafia morto nel 2017 nel Reparto detenuti dell’ospedale di Parma in regime di 41 bis.

L’intervista ha suscitato tantissime critiche e reazioni indignate sui social. Tra le altre cose, il figlio del ‘capo dei capi’ dice: “Mio padre non ha mai ordinato l’omicidio del piccolo Giuseppe Di Matteo. Giovanni Falcone, quando l’hanno ammazzato, non dava più fastidio alla mafia o a Totò Riina, ma ad altri dietro le quinte”. Ma soprattutto ha parole di elogio per il padre: “Era un uomo con la u maiuscola. Una persona che ha sempre combattuto il sistema. Serio, onesto, manteneva la parola data e pensava alla sua famiglia. Non l’ho mai visto compiere un atto di violenza o tornare a casa con una pistola in mano e sporco di sangue”.

Il paragone con i bambini di Gaza

Riina arriva a paragonarsi addirittura ai bambini di Gaza, perché, spiega, “come i piccoli palestinesi da bimbo ho vissuto sempre come se fossi in perenne emergenza. Ma quando dovevamo scappare da un rifugio all’altro con papà, per me era come una festa perché conoscevo posti nuovi e gente nuova. Sono pure nato nella clinica Noto, la più famosa di Palermo, col nome e cognome di mio padre. E tutti lo sapevano”.

Le parole sull’antimafia

L’antimafia, dice ancora Riina nell’intervista, ripresa con grande risalto soprattutto dai media siciliani, che non risparmiano critiche a chi ha offerto un palcoscenico al figlio del boss, “è un carrozzone composto da gente che ha bisogno di stare sotto i riflettori”. Mentre suo padre, dopo anni di latitanza e stragi, è stato arrestato alla fine solo “perché dava fastidio, così come a un certo punto hanno dato fastidio Bernardo Provenzano e Matteo Messina Denaro, perché erano malati e non servivano più in quello stato a quelli che detenevano veramente il denaro della mafia”.

Il ‘tesoro’ del boss

“Mi chiedono continuamente dove di trova il tesoro di mio padre. Lo hanno arrestato quando avevo 14 anni e non parlava con me di queste cose. Negli anni hanno fatto tanti sequestri a mio padre. Se chiedete all’intelligenza artificiale, sommerà almeno un miliardo di euro. Ma io non ne so nulla“.

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Redazione Redazione Eventi e News