Tunisia: raccolta di olive record e crisi dei prezzi, Saied punta su export e stop alle lobby

Il presidente della Tunisia, Kais Saied, ha sollecitato “una preparazione meticolosa fin da ora affinché le operazioni di raccolta, spremitura e commercializzazione dell’olio d’oliva, sia a livello nazionale che internazionale, si svolgano nelle migliori condizioni”. Le istruzioni per massimizzare la campagna agricola sono state impartite dal capo dello Stato al ministro dell’Agricoltura, delle Risorse idriche e della pesca, Ezzeddine Ben Cheikh, in un incontro ieri sera al Palazzo di Cartagine, sede della presidenza tunisina. Saied ha ribadito la necessità che “non ci si limiti ai mercati tradizionali, dato che molti Paesi in Asia e nel Sud del continente americano hanno espresso la volontà di importare l’olio d’oliva tunisino”.
Ad oggi, il mercato europeo rimane il principale acquirente di olio d’oliva tunisino, con l’Italia che si conferma il primo partner commerciale, assorbendo il 26,8 per cento del totale esportato, seguita da Spagna (25,5 per cento) e Stati Uniti (20,1 per cento), secondo i dati aggiornati ai primi 10 mesi del 2025. Il presidente tunisino ha sottolineato l’importanza di trovare il modo di finanziare le operazioni di confezionamento di questo prodotto nazionale, affinché le ricchezze del Paese portino il suo nome, il che si rifletterebbe positivamente su molti altri settori e rientrerebbe nell’ambito della diversificazione delle relazioni strategiche. L’esportazione di olio d’oliva sfuso, pur garantendo volumi elevati, infatti, rende il settore vulnerabile alle fluttuazioni dei prezzi globali. Lo sviluppo del segmento biologico, inoltre, con i suoi prezzi più elevati, rappresenta un’opportunità strategica per aumentare i ricavi e rafforzare la posizione del Paese sul mercato internazionale dell’olio d’oliva di alta qualità.
La bilancia commerciale alimentare della Tunisia ha registrato un surplus di 683,2 milioni di dinari tunisini (circa 200,9 milioni di euro) nei primi otto mesi del 2025. Un dato positivo, ma in netto calo rispetto all’eccedenza di 1,605 miliardi di dinari (472 milioni di euro) registrata nello stesso periodo del 2024. Il tasso di copertura, che indica la capacità di coprire le importazioni con le esportazioni, è sceso dal 135,5 al 115,7 per cento. Secondo i dati dell’Osservatorio nazionale dell’agricoltura (Onagri), le esportazioni alimentari della Tunisia sono diminuite del 18 per cento in valore. La causa principale di questa regressione è la contrazione delle vendite di olio d’oliva (-29,2 per cento), datteri (-12 per cento) e prodotti della pesca (-4,1 per cento). L’olio d’oliva, pur rappresentando oltre la metà delle esportazioni alimentari totali (53,8 per cento), ha visto il suo prezzo medio all’esportazione crollare del 52,3 per cento, passando da 26,87 dinari (7,9 euro) al chilo a 12,83 dinari (3,77 euro) al chilogrammo rispetto all’anno precedente. Questo drastico calo ha avuto un impatto significativo sull’intero bilancio.
Nell’incontro di ieri sera con il ministro Ben Cheikh, il presidente Saied ha attaccato “le lobby che si sono appropriate di diversi settori strategici e in conseguenza delle scelte fatte dall’inizio degli anni Novanta sotto l’etichetta di riabilitazione delle istituzioni”. Il capo dello Stato ha quindi insistito sulla necessità di aumentare il sostegno ai piccoli agricoltori, non solo nelle fasi di raccolta, spremitura e commercializzazione, ma in tutti gli ambiti. “La sicurezza alimentare è parte integrante della sicurezza nazionale, a partire dai sementi fino allo sfruttamento delle vaste aree di terra che possono produrre i migliori tipi di prodotti agricoli”, ha detto il presidente. Saied ha poi chiesto di “riportare gli uffici creati in passato al loro ruolo originario, come l’Ufficio dei cereali, l’Ufficio dei mangimi e l’Ufficio dell’olio, oltre all’Ufficio dell’allevamento e alla fornitura di pascoli”.
Il governo tunisino sta implementando riforme significative per il settore olivicolo. Con un’ordinanza del 4 marzo 2025, è stato nominato Moez Ben Amor come nuovo presidente e amministratore delegato dell’Onh, in sostituzione di Hamed Dali Hassan. Il cambio ai vertici si accompagna a un maggiore sostegno statale al settore. Il presidente della Tunisia ha ribadito che il lavoro è in corso affinché la Tunisia diventi “verde” da nord a sud e da est a ovest, “verde e libera da tutti i cartelli e da chi li sostiene”.
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