Una TOSCA originale e “immersiva” per i 100 anni del Politeama

Settembre 6, 2025 - 04:30
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Una TOSCA originale e “immersiva” per i 100 anni del Politeama

«Vissi d’arte, vissi d’amore». Come Tosca, come il Politeama Pratese: si potrebbe affidare a una delle più felici creazioni pucciniane l’ispirazione per scrivere il terzo capitolo della storia del teatro inaugurato nel 1925 con il capolavoro del maestro toscano.
Cento anni dopo, quella che risuonerà nella grande sala sovrastata dalla cupola di Pierluigi Nervi immersa in un tripudio di note, luci e video, non sarà solo una delle più struggenti arie dell’opera di Giacomo Puccini. Il verso cantato dalla protagonista, la cantante Floria Tosca interpretata dal soprano Myrtò Papatanasiu, sembra offrire la migliore sintesi per raccontare una lunga storia di amore, sogni, speranze e sacrifici: quella del Politeama Pratese che intreccia il cartellone 2025/26, dal titolo «100 anni. Una storia d’Amore».
La nota vicenda di Tosca, Cavaradossi e Scarpia rivivrà in un allestimento inedito per una doppia inaugurazione, quella della stagione teatrale del Politeama Pratese e quella della stagione sinfonica della Camerata Strumentale di Prato. Due serate di grande spettacolo, venerdì 7 e domenica 9 novembre (rispettivamente, alle 20 e alle 17), che vogliono essere una festa per l’intera città, andando oltre la ricorrenza per realizzare un grandioso lavoro corale che tenga insieme radici e futuro.
Sul podio il maestro Jonathan Webb, direttore principale della Camerata, mentre la regia è affidata al fiorentino Jacopo Spirei, regista d’opera di fama internazionale che ha lavorato tra Copenaghen, New York, Londra e Salisburgo, dove nel 2013 si è aggiudicato il premio del pubblico. Grazie a una coproduzione inedita del Politeama e della Camerata, il ritorno di Tosca segna un nuovo capitolo nella storia del teatro che, dopo l’inaugurazione nel 1925, fu riaperto nel 1999 quando tutta la città si unì all’entusiasmo di Roberta Betti ed Elvira Trentini per festeggiare ancora una volta con il capolavoro lirico di Puccini. A novembre il sipario tornerà a schiudersi su Tosca, in una versione contemporanea: protagonista dello spettacolo sarà il teatro stesso, grazie a una scenografia immersiva realizzata con la tecnologia del videomapping.

L’opera Tosca per il Centenario del Politeama Pratese sarà realizzata grazie al contributo del Comune di Prato e della Regione Toscana, in collaborazione con Teatro Metastasio di Prato, Fondazione Sistema Toscana – Manifatture Digitali Cinema, Fondazione Teatri di Pistoia, con il sostegno degli sponsor Estra e Publiacqua. Media partner dell’evento è Rete Toscana Classica.
Biglietti in vendita alla biglietteria del teatro, sui circuiti TicketOne e Box Office, a partire da sabato 6 settembre. La biglietteria del Politeama è aperta dal martedì al sabato dalle 10.30 alle 12.30 e dalle 16 alle 19, il mercoledì dalle 10.30 alle 12.30 (chiusa nel pomeriggio).

Opera e tecnologie digitali a braccetto
Stare seduti sulla poltrona e immaginare di essere a palazzo Farnese, a Castel Sant’Angelo, nella Chiesa di Sant’Andrea Della Valle. Sarà possibile grazie alle videoproiezioni progettate dall’architetto Luigi Formicola per Manifatture Digitali Cinema e affidate a Immerxive srl per l’innovativo progetto di Tosca. Tutta la sala del Politeama diventerà spazio scenico: non una semplice riproduzione naturalistica degli ambienti che invece verranno solamente suggeriti al pubblico avvolto dal videomapping, in una forte dimensione evocativa fatta soprattutto di colore e suggestioni. Sul palcoscenico, suonerà l’orchestra della Camerata Strumentale di Prato che fin dalle origini ha nel Politeama la propria casa. I cantanti si muoveranno all’interno dello spazio scenico illuminato con la maestria di Gianni Staropoli, tra i più innovativi light designer del panorama teatrale italiano, vincitore di due premi Ubu. Sarà la galleria la postazione per il coro composto da 80 voci di cittadini. Grandi emozioni promette lo spettacolare Te Deum alla fine del primo atto, con l’intonazione da parte non solo del coro ma da tutti coloro che, fra il pubblico, vorranno cantare l’inno: in preparazione dell’evento e con lo spirito di fare comunità, ci sarà la possibilità per i possessori del biglietto acquistato di partecipare alle prove del coro diretti dal maestro Jonathan Webb. Il pubblico avrà dunque un ruolo fondamentale e il finale del primo atto celebrerà il teatro attraverso la viva partecipazione dei cittadini: partecipazione, del resto, è uno dei valori fondativi di due realtà (Politeama e Camerata) che esistono grazie a una forte volontà della cittadinanza. Gli abiti dei protagonisti sono realizzati dagli allievi del corso di sartoria teatrale «Tosca – i costumi visionari», che si è svolto negli spazi pratesi di Manifatture Digitali Cinema, creati da Luigi Formicola, architetto e costume designer, che ha voluto disegnare i costumi di bianco, scegliendo questo colore per poter proiettare sui costumi le luci colorate a seconda delle scene, immaginando che i costumi stessi siano come dei fogli bianchi. Le stoffe? Rigorosamente “made in Prato”: a fornirle è un’eccellenza del territorio come la Ob Stock, l’azienda dei tessuti da Oscar che ha vestito tante star del cinema.

Tosca segna il ritorno dell’opera lirica in città grazie alla sinergia di ben quattro fondazioni culturali, un’esperienza unica che getta le fondamenta per la costruzione di una vera e propria “rete dei teatri”: il progetto si avvale infatti della collaborazione con la Fondazione Sistema Toscana e la Fondazione Teatro Metastasio. La prima, attraverso Manifatture Digitali Cinema, darà un apporto tecnico fondamentale grazie ai laboratori di sartoria teatrale, di scenografie e di scenografie digitali, rispettivamente con sede a Prato e Pistoia: le quinte tessili e le superfici delle proiezioni per il videomapping sono realizzate dai partecipanti al corso «Videomapping e scenografia digitale per l’opera Tosca», mentre le scenografie lignee sono realizzate nell’ambito del corso di scenografia dal titolo «Scenografie teatrali di Tosca» (in collaborazione con la Fondazione Teatri di Pistoia). L’accordo con il Metastasio consentirà invece di far convergere le maestranze tecniche necessarie per l’allestimento dell’opera. Il legame con la città nel nome del canto e della musica passa anche dalle preziose risorse del Coro «Città di Prato» e del Coro di voci bianche della Scuola di Musica «Giuseppe Verdi», da sempre eccellente vivaio di formazione: il loro coinvolgimento crea un altro esempio di “rete” culturale.

Un cast di grandi voci e talenti
Nel ruolo di Tosca, che nel 1925 fu di Giuseppina Cobelli e nel 1999 di Madelyn Monti, sarà il raffinato soprano ellenico Myrtò Papatanasiu, fra le voci più richieste del panorama internazionale: la cantante lirica ha calcato i palcoscenici di alcuni fra i più grandi teatri e festival del mondo, fra i quali Metropolitan Opera di New York e Covent Garden di Londra, collaborando con direttori quali Roberto Abbado, Fabrizio Maria Carminati, Adam Fischer, Ivan Fischer, Gianluigi Gelmetti, Alberto Zedda e registi del calibro di Franco Zeffirelli che la volle per il ruolo di Violetta nella sua Traviata (2007 e 2009). Il repertorio pucciniano è molto presente anche nel curriculum del tenore di fama internazionale Roberto Aronica, interprete del pittore Cavaradossi, che ha collaborato con direttori d‘orchestra quali Semyon Bychkov, James Conlon, Daniele Gatti, James Levine, Christian Thielemann, Roberto Abbado. A chiudere la carrellata di personaggi principali, nel ruolo del barone Scarpia troveremo il baritono toscano Devid Cecconi, allievo del celebre tenore pratese Lando Bartolini: dopo il debutto dieci anni fa alla Scala, da allora ha continuato a calcare i più prestigiosi palcoscenici italiani e internazionali. Del cast fanno parte il basso Giacomo Pieracci (il console Cesare Angelotti), il baritono Daniele Terenzi (il sagrestano), il tenore Luca Casalin (l’agente di polizia Spoletta), Sophie Gallagher (un pastore), Francesco Rafanelli (un carceriere) insieme all’artista pratese Lorenzo Martinuzzi nella parte di Sciarrone.

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