A Bari la causa palestinese vale 73 euro lordi

Settembre 24, 2025 - 17:30
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A Bari la causa palestinese vale 73 euro lordi

Cittadinanza onoraria a Francesca Albanese ma meglio non esagerare con la beneficenza. Bari è la città che, un mese fa, ha dato la cittadinanza onoraria alla relatrice speciale delle Nazioni Unite sui territori palestinesi occupati. Ma dopo questo atto simbolico, il comune non è riuscito a concretizzare le buone intenzioni verso i gazawi. Il centrodestra voleva far votare in Consiglio comunale la proposta, di cui era primo firmatario il leghista Giuseppe Carrieri, di devolvere due mensilità delle rispettive indennità di sindaco, assessori e consiglieri comunali e municipali - più donazioni libere, su base volontaria - da destinare, attraverso Ong accreditate, all'acquisto di medicinali e generi alimentari da inviare nella Striscia, e di pubblicare poi l’elenco dei benefattori. Ma quella votazione non si è tenuta a causa della mancanza del numero legale, numero che è stato proprio il centrosinistra a far venire meno uscendo dall'aula e che ha comportato l'interruzione della seduta.

Oggi si discute di una nuova proposta, avanzata proprio dal centrosinistra, che prevede di devolvere a Gaza il compenso previsto per ogni seduta di commissione e di Consiglio: per i 34 consiglieri, non contando il presidente del Consiglio comunale e chi ha già l'indennità da consigliere regionale, infatti si tratta di offrire 73 euro a testa che porterebbe a un totale di 2.480 euro e 64 centesimi di euro lordi. Per il sindaco e gli assessori il discorso è diverso perché bisognerebbe calcolare il compenso giornaliero ottenuto dalle loro indennità.

In una nota congiunta l'opposizione ha attaccato: "Non chiedevamo astratti proclami, come la consegna delle chiavi alla Albanese, ma un gesto concreto per aiutare il popolo palestinese. Una donazione libera, personale, volontaria. Evidentemente il centrosinistra, quando si tratta di passare dalle parole ai fatti, si dilegua. E lo fa nel peggiore dei modi: scappando dal confronto. La maggioranza, oggi, ha perso un’occasione per dimostrare che la solidarietà può essere reale e trasparente e non solo un titolo da esibire nei convegni". Il centrosinistra ha risposto alle accuse dicendo che le finalità solidali erano condivisibili, ma "il testo presentava gravi criticità, a partire da una scrittura approssimativa fino alla totale assenza di un piano concreto sulla destinazione delle risorse. Non veniva indicato alcun canale umanitario affidabile, né alcuna garanzia sulla possibilità effettiva di far arrivare medicinali o generi alimentari alla popolazione palestinese. Sappiamo tutti quanto l’accesso umanitario a Gaza sia oggi difficile, limitato e soggetto a vincoli internazionali". E hanno chiesto il coinvolgimento del governo: "Per questo motivo riteniamo che ogni proposta di questo tipo debba essere preceduta da una garanzia del governo nazionale circa l’attivazione di un canale umanitario sicuro, tracciabile e realmente attivabile. E proprio perché il governo è espressione del centrodestra, ci saremmo aspettati una proposta più seria, strutturata, rispettosa del tema trattato e delle difficoltà oggettive di attuazione".

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Redazione Redazione Eventi e News