A Roma vertice consulta florovivaistica di Coldiretti

Roma, 18 set. (askanews) – Negli ultimi cinque anni il valore degli arrivi di fiori e piante stranieri in Italia è più che raddoppiato (+120%), raggiungendo il record di 874 milioni di euro e favorendo la concorrenza sleale ai danni dei produttori nazionali che vanno tutelati applicando il principio di reciprocità. E’ il messaggio lanciato dal vertice a Roma della Consulta florovivaistica della Coldiretti, l’organismo che riunisce i produttori di tutta Italia, alla presenza del presidente Mario Faro e della coordinatrice Nada Forbici, con la partecipazioni del presidente nazionale e del segretario generale di Coldiretti, Ettore Prandini e Vincenzo Gesmundo.
Il fenomeno delle importazioni a basso costo provenienti dall’estero ha raggiunto dimensioni più che preoccupanti poiché spesso non rispettano gli stessi standard richiesti agli agricoltori europei in materia di uso dei fitosanitari, tutela dei lavoratori e salvaguardia ambientale. Il 72% delle merci che arrivano nell’Unione europea transita dall’Olanda, con il porto di Rotterdam che rappresenta un vero e proprio punto critico nei controlli: qui molte partite vengono “triangolate” e finiscono per acquisire un’origine comunitaria. Tra i Paesi extra-Ue spiccano invece Cina, Thailandia ed Ecuador, in particolare per l’importazione di fiori.
Una forma di vera e propria concorrenza sleale ai danni delle diciannovemila imprese impegnate a produrre piante e fiori di alta qualità su una superficie di 30mila ettari, con uno sforzo sempre più rilevante di sostenibilità delle produzioni, con effetti positivi importanti dal punto di vista dell’ambiente e della salute. Il florovivaismo italiano è un settore importante per l’economia del Paese che ha raggiunto nel 2024 il valore di 3,3 miliardi di euro, grazie anche al traino dell’export, con quasi 1,3 miliardi.
Da qui la richiesta della Consulta di far valere negli scambi commerciali il principio di reciprocità, assicurando il rispetto delle stesse regole produttive ma anche controlli puntuali su tutte le merci in arrivo nei porti dell’Unione Europea.
Nel corso dell’incontro è stato anche fatto il punto su alcune importanti novità per le aziende florovivaistiche ottenute proprio grazie al lavoro della Consulta, a partire dall’esenzione definitiva del contributo Conai per i vasi. Ugualmente importanti le interlocuzioni portate avanti con le istituzioni per valorizzare il materiale di risulta di sfalci e ramaglie come sottoprodotto e non come rifiuto riducendo i costi e la burocrazia per le imprese. Ma si è parlato anche di innovazione e di filiera, con lo sviluppo di soluzioni green, come ad esempio l’utilizzo dell’acido pelargonico, tutto naturale, per il controllo delle infestanti, o i vasi compostabili.
Focus anche sulle minacce legate agli effetti dei cambiamenti climatici, come l’attacco di insetti alieni, che si aggiunge ai problemi causati dal maltempo e all’aumento dei costi di produzione, che rendono sempre più difficile il lavoro delle aziende nazionali, soprattutto alla luce della sempre più preoccupante carenza di agrofarmaci da poter utilizzare. Un ulteriore problema è rappresentato dalla carenza di manodopera, con la necessità di lavorare sulla formazione per garantire il fabbisogno del tessuto produttivo.
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