Acutis, esempio anche di virtù civica


Due tra i pellegrini ambrosiani alla canonizzazione di Carlo Acutis e di Pier Giorgio Frassati, oltre alla sciarpa che caratterizzava quanti sono arrivati a Roma dai territori della Diocesi, indossavano la fascia tricolore dei sindaci. Si trattava di Alessandra Rapazzoli e di Paolo Molteni, sindaci rispettivamente di Arosio e Carugo: nel territorio di questi due Comuni, situati in provincia di Como e in diocesi di Milano, si trova una Comunità pastorale intitolata appunto al nuovo San Carlo, comprendente le parrocchie di San Bartolomeo Apostolo in Carugo e dei Santi Nazaro e Celso Martiri in Arosio. Una rappresentanza dei fedeli era presente anch’essa in San Pietro, come anche il vicario don Andrea Paganini.
«Carlo ci è stato fatto conoscere dal nostro parroco, don Paolo Baruffini, in più occasioni – spiega appunto Rapazzoli -, e anche i giovani hanno avuto modo di informarsi su di lui. Quindi siamo qui per rendergli omaggio, perché è un grande dono averlo come patrono della nostra Comunità». Dono, ma anche fierezza, per usare un termine caro all’arcivescovo Delpini, perché quella di Arosio e Carugo è tra le prime Comunità pastorali in diocesi a lui dedicate (l’altra è a Cologno Monzese). Per questo l’emozione era grande anche da parte di Molteni: «Non mi aspettavo tante persone, soprattutto tanti giovani, per questa occasione».
Nonostante non sia mai passato per nessuna delle due località, Acutis è sentito ugualmente come “di casa” lì: «Lo sentiamo vicino proprio per la sua semplicità e speriamo soprattutto che possa essere un modello per i nostri giovani – sostiene Rapazzoli -. Come diceva il Santo Padre durante l’omelia, la santità è per tutti, e Carlo è un modello eccellente di santità».
Nella sua vita, lui non ha avuto il tempo di essere un membro con diritto di voto nella società, ma è stato ugualmente capace d’intuire, per esempio, l’importanza del volontariato. Anche in questo è un esempio, secondo Molteni: «Vedendo la partecipazione odierna, devo dire che è già un segno evidente di come abbia fatto presa sulla gioventù, quindi l’augurio è che si venga a conoscere sempre più l’operato di questo ragazzo e che tanti giovani ne prendano esempio».
Proprio l’esempio è il modo con cui le autorità dei due Comuni cercano d’incidere sulla cittadinanza giovanile, secondo Rapazzoli: «I giovani hanno problemi di concretezza e di vedere come noi adulti ci comportiamo. Se sappiamo essere autentici volontari, cioè se spendiamo con gioia il nostro tempo, loro sapranno trarre sicuramente un esempio. E questa è la testimonianza più bella».
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