Atelier Resleriana Recensione


Se sei un appassionato della saga Atelier, sai bene quanto ogni nuovo capitolo sia un piccolo evento. Non tanto per rivoluzioni ludiche o narrative, quanto per quella capacità unica di fondere leggerezza, alchimia e crescita personale in un mondo che, pur cambiando, resta sempre fedele a sé stesso. Atelier Resleriana: the Red Alchemist and the White Guardian non fa eccezione. O forse sì.
Perché questo nuovo titolo, sviluppato da Gust e pubblicato da Koei Tecmo, non è un semplice sequel né un remake. È una sorta di ponte tra il mondo mobile e quello console, un tentativo di dare nuova vita all'Atelier Resleriana gacha uscito nel 2023, riciclando asset ma espandendo meccaniche, creando una trama e alimentando ambizioni. Il risultato? Un gioco che offre tanto, forse troppo, e che parla soprattutto a chi conosce già l'universo Atelier.
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Rias entusiasta della sua nuova scoperta durante le prima fasi di gioco, incipit sul tema della scoperta che permea il gioco[/caption]
Un mondo da ricostruire
La storia ruota attorno a Rias Eidraise, una giovane alchimista che eredita un negozio nella città di Hallfein, un tempo fiorente centro culturale e commerciale, ora ridotto in macerie dopo un evento catastrofico avvenuto dodici anni prima: l'arrivo di una misteriosa "nube rossa" che ha portato con sé non solo rovine fisiche, ma anche ferite emotive e sociali che ancora oggi influenzano la vita degli abitanti. Durante "un'incursione", non proprio consentita, di Rias all'interno di una caverna per scoprirne i suoi segreti. La gentil donzella si troverà in pericolo e senza via d'uscita fin quando Slade non la salverà, distruggerà un enorme masso di pietra e, insieme, scopriranno un grosso calderone dove poter effettuare l'alchimia. Al suo fianco, già citato in precedenza, Slade Clauslyter, l'altro protagonista giocabile, con cui condivide il peso della ricostruzione e la volontà di scoprire cosa sia davvero successo. I due partono da punti diversi e hanno incipit narrativi separati, ma le loro strade si incrociano presto, dando il via a una trama che, pur essendo lineare, riesce a mantenere un buon ritmo e a coinvolgere il giocatore con una narrazione che alterna momenti di leggerezza a riflessioni più cupe. Il tono della scrittura è quello tipico della serie Atelier: rilassato, delicato, a tratti ironico, ma capace di affrontare anche temi più profondi come la perdita e la rinascita. La città di Hallfein diventa quasi un personaggio a sé stante, con la sua storia, le sue ferite e il suo potenziale di rinascita. Atelier Resleriana non ti chiede solo di avanzare nella trama, ma di prenderti cura di questo mondo, di contribuire attivamente alla sua ricostruzione, e questo rende l'esperienza narrativa più coinvolgente e personale. Un elemento che arricchisce ulteriormente la narrazione è la presenza dei wanderer, personaggi provenienti da altri capitoli della saga Atelier. Questi viandanti misteriosi non sono semplici cameo: hanno ruoli attivi nella storia, dialoghi significativi e interazioni che parlano anche ai fan della serie. Se hai giocato i capitoli precedenti, riconoscerli sarà un piacere e un'emozione. Se non li conosci, potresti perderti parte del fascino di Atelier Resleriana, ma la loro presenza non risulta mai invasiva o fuori luogo. La trama non offre scelte multiple né finali alternativi, ma riesce comunque a trasmettere un senso di progressione emotiva. Rias e Slade non sono eroi epici, ma persone comuni che affrontano sfide straordinarie con determinazione e umanità. Il loro viaggio è fatto di piccoli gesti, di scoperte graduali, di relazioni che si costruiscono nel tempo. E in questo, Atelier Resleriana riesce a restituire quella intimità narrativa che è sempre stata uno dei punti di forza della saga Atelier.Atelier Resleriana tra gestionale, alchimia e combattimenti
Il gameplay di Atelier Resleriana è uno dei suoi punti di forza, ma anche una possibile fonte di frustrazione. Perché la pletora di meccaniche esistenti può rendere poco confortevole l'esperienza. Se sei un veterano della saga, ti sentirai a casa, se sei nuovo potresti trovarti sopraffatto. [caption id="attachment_1106914" align="aligncenter" width="1919"]

Missioni, città e progressione: il cuore pulsante di Hallfein
Uno degli aspetti più riusciti di Atelier Resleriana: the Red Alchemist & the White Guardian è il modo in cui la narrazione principale si intreccia con la gestione della città e con le missioni secondarie. Non si tratta solo di un contorno, ma di un vero e proprio pilastro dell'esperienza. Durante la storia, infatti, ti troverai spesso a dover migliorare lo stato di Hallfein per poter proseguire. Non basta avanzare nei dialoghi o vincere battaglie: Atelier Resleriana ti chiede di investire nel mondo, di renderlo vivo, di farlo rifiorire. Questa meccanica si manifesta in diversi modi. Il più evidente è la gestione del negozio, che non è solo un luogo dove vendere oggetti, ma un vero e proprio centro nevralgico della rinascita cittadina. Più il negozio funziona, più la città si espande. Più la città si espande, più NPC e negozianti arrivano, offrendo nuovi materiali, nuove interazioni e nuove possibilità di sintesi. È un ciclo che premia l'impegno e la curiosità. [caption id="attachment_1106912" align="aligncenter" width="1919"]

Direzione artistica e tecnica
Visivamente, Atelier Resleriana è un Atelier puro: stile anime, colori pastello, personaggi adorabili. Ma c'è un problema evidente: gli stessi asset sono riciclati dal titolo mobile. E si vede. Le ambientazioni sono piatte, i biomi poco ispirati, e anche se la mappa segna tutto (forzieri, ingredienti, ecc.), la sensazione di déjà vu è costante. La colonna sonora è rilassante, con una battle theme catchy che accompagna bene le fasi di combattimento. Il doppiaggio è solo giapponese, e spesso i personaggi parlando mentre si esplora la mappa. Se non conosci la lingua, potresti perderti qualche interazione. Dal punto di vista tecnico, Atelier Resleriana gira bene... quasi. Durante i combattimenti, gli FPS calano visibilmente, e anche se non compromette il gameplay (essendo a turni), è comunque fastidioso. Le opzioni di accessibilità sono minime: testi ingranditi o rimpiccioliti e modalità daltonismo, ma nulla di più. Questo gioco è un omaggio ai fan. I wanderer, le citazioni, le meccaniche familiari: tutto parla a chi ha già vissuto l'universo Atelier. Ma proprio per questo, Atelier Resleriana non è adatto ai neofiti. Le meccaniche sono complesse, i riferimenti numerosi, e l'assenza di una vera introduzione rende difficile l'ingresso. Se stai cercando un punto di partenza per la saga, meglio orientarsi su Atelier Ryza o Atelier Rorona. Questo capitolo è pensato per chi conosce e ama la serie. [caption id="attachment_1106920" align="aligncenter" width="1919"]
Atelier Resleriana Recensione - Conclusioni
Atelier Resleriana: the Red Alchemist & the White Guardian è un titolo ambizioso, che cerca di espandere l'universo Atelier con nuove meccaniche, una trama più matura e una componente gestionale ben integrata. Ma è anche un gioco che non osa abbastanza, che si affida troppo al passato e che, in alcuni momenti, sembra più un aggiornamento che un vero nuovo capitolo. La quantità di contenuti è notevole, e se sei disposto a investire tempo e attenzione, troverai un'esperienza ricca e soddisfacente. Ma se cerchi innovazione, o un punto d'ingresso accessibile, potresti restare deluso. https://youtu.be/5TG17rqeZzI?si=6nMEhriVk--a-oCKL'articolo Atelier Resleriana Recensione proviene da GameSource.
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