Bruxelles lancia RESourceEU per svincolarsi dalle materie prime cinesi
Bruxelles – “Nell’attuale contesto geopolitico e geoeconomico, è imperativo che l’Europa rafforzi la propria sicurezza economica”. Le parole del commissario al commercio Maroš Šefčovič anticipano l’annuncio di una serie di iniziative che porteranno, secondo i piani della Commissione europea, a “rafforzare la sicurezza economica dell’Unione”. Accanto a lui, in conferenza stampa, il Vicepresidente esecutivo per la strategia industriale Stéphane Séjourné snocciola le azioni concrete. La principale è quella del piano RESourceEU che ha lo scopo di svincolare i 27 stati membri dalla dipendenza strategica in materie di terre rare dalla Cina.
RESourceEU will secure critical raw materials and boost EU competitiveness. Up to €3 billion to cut dependencies on critical raw materials by up to 50% by 2029.
Discover our stronger supply chain safeguards, circularity measures & global partnerships https://t.co/0EZyrOAiTC pic.twitter.com/wgbxC2hS63
— Internal Market, Industry, Entrepreneurship & SMEs (@EU_Growth) December 3, 2025
Una competizione non (più) solo economica
La consapevolezza comunitaria arriva dopo un anno faticoso dal punto di vista economico. L’Unione, si legge nei documenti, non può più far finta di niente davanti a un “contesto di crescente competizione geopolitica”, dove le dipendenze commerciali sono utilizzate come leva per “mettere a rischio la sicurezza, l’ordine pubblico, la competitività e l’economia dell’UE”.
Le aree ad alto rischio identificate dalla Commissione sono diverse e partono dalla dipendenza dalle importazioni di materie prime critiche. La necessità poi è quella di internalizzazione di settori sensibili, come la difesa e dello spazio. “Il nostro obiettivo”, ricorda Šefčovič, “è prevenire interruzioni a breve termine, riducendo progressivamente le dipendenze rischiose ed evitandone di nuove”. In un contesto di “armamento” dell’economia fanno paura anche gli investimenti esteri. Il timore è quello che imprenditori stranieri possano rubare dati e informazioni sensibili da usare poi contro l’UE.
L’incognita per il successo è alta e per questo Šefčovič chiede un contributo anche ai privati: “La sicurezza economica funzionerà solo se l’Europa agirà come una squadra, con gli Stati membri e l’industria che si muoveranno in sincronia”.
Il difficile sarà però bilanciare un approccio accorto e orientato alla sicurezza, garantendo comunque la prevalenza del libero mercato. Il paradigma annunciato dal commissario è dunque a metà strada tra le due opzioni: “L’Europa resta aperta agli affari, ma abbiamo bisogno di investimenti senza rischi nascosti”.

Il piano di Séjourné sulle materie critiche
I rischi nascosti di un’economia dipendente dall’estero devono essere combattuti da un nuovo “braccio operativo”, annuncia il Vicepresidente Séjourné. Il piano si chiama RESourceEU e ha l’obiettivo di raggiungere l’indipendenza nell’approvvigionamento delle materie prime essenziali: impresa titanica vista la subordinazione delle imprese europee oltre il 90 per cento.
La naturale declinazione tra i rischi annunciati da Šefčovič e le azioni di Séjourné è un mix di regolamentazione e accentramento del potere da parte della Commissione. RESourceEU prevede azioni concrete come il Centro europeo per le materie prime da realizzare entro il 2026. L’obiettivo è quello di monitorare, acquistare congiuntamente e immagazzinare materie prime per conto degli Stati membri. Séjourné cita esempi di accentramento di successo. “Come abbiamo fatto con il gas russo e con REPower EU, o con i vaccini contro il Covid, dobbiamo farlo anche per le materie prime essenziali” conferma il vicepresidente.
Ad essere mobilitati per il progetto ci sono circa 3 miliardi di euro aggiuntivi per sbloccare immediatamente progetti in tre settori prioritari: magneti permanenti, batterie, difesa. La base su cui partire è “la legge sulle materie prime critiche (adottata durante la precedente legislatura)” e le strutture base sono “i 60 siti di estrazione, lavorazione e riciclaggio” designati dalla Commissione come “progetti strategici”. Le alleanze giocano poi un aspetto fondamentale per essere credibili nel contesto globale, ad essere citate le partnership con Ucraina, Norvegia, Australia, Canada e Sudafrica. Non sono presenti gli Stati Uniti, anche se non citati, vanno considerati più come un avversario che come un partner.
La circolarità
Se l’arretratezza comunitaria sul tema delle terre rare sconta un debito dato dalla disponibilità limitata del sottosuolo, l’arma segreta per Séjourné è la “circolarità”. Una “componente chiave di questo piano”, per il vicepresidente: “Stiamo mantenendo la rottamazione delle materie prime essenziali in Europa per creare un autentico settore europeo del riciclo”, ha spiegato.
NEW data from @EU_Eurostat for 2023:
32.2 kg of e-equipment put on the market per person
11.6 kg of e-waste collected per personThe EU’s upcoming #CircularEconomy Act aims to establish a Single Market for secondary raw materials.
More: https://t.co/iPUB0qPNbd pic.twitter.com/eJ8cGC5tsT
— EU Environment (@EU_ENV) October 30, 2025
Un legge soft che potrebbe diventare più dura
Per fare tutto ciò, però, è l’industria a dover prendere la strada dell’autonomia strategica. Per rendere più veloce questo processo di transizione la Commissione porterà avanti delle modifiche al Critical Raw Materials Act. Il caposaldo saranno gli obblighi informativi, cioè quella necessaria esigenza di portare a conoscenza il consiglio di amministrazione sulle fonti di provenienza delle materie prime critiche utilizzate in azienda. Oltre che nuove norme per agevolare riciclo e circolarità. Questo dà la possibilità di verificare concretamente se le misure di diversificazione siano effettivamente in atto.
L’approccio soft fin qui scelto da Séjourné però potrebbe interrompersi, visto che non è escluso che “se l’esperienza dovesse dimostrare che non ci sono sforzi di diversificazione o che sono insufficienti, renderemo obbligatoria questa diversificazione per legge”.
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