Lagarde chiarisce sugli asset russi: “La BCE aiuterà Kiev, ma senza violare i trattati”
Bruxelles – La Banca centrale europea non sostiene l’idea di utilizzare gli asset della Russia congelati nell’UE per sostenere finanziariamente l’Ucraina. Lo chiarisce la presidente della BCE, Christine Lagarde, spiegando che la questione non è politica, bensì giuridica. “Faremo tutto ciò che possiamo per aiutare l’Ucraina, ma senza violare i trattati“, spiega nel corso dell’audizione in commissione Affari economici del Parlamento europeo.
“Per la BCE agire da paracadute finanziario di garanzia per il Belgio vorrebbe dire violare l’articolo 123 dei trattati”, ricorda in punta in diritto. La Banca centrale europea non può procedere a finanziamenti diretti a imprese o istituzioni, e farsi garante per i governi non è possibile. “Non ci stiamo rifiutando, stiamo rispettando le regole“, sottolinea quindi Lagarde. Che aggiunge: “Non possiamo bypassare i trattati e il mandato della stabilità finanziaria”.
Dunque sostegno a Kiev, ma a patto che non si metta in discussione l’operato dell’istituto di Francoforte. Un chiarimento che Lagarde offre dopo oltre un’ora di audizione, quando il socialista finlandese Eero Heinaluoma alla fine rompe gli indugi ponendo la domanda su quello che non ha esitato a definire “l’elefante nella stanza”.
L’audizione della presidente della BCE è stata preceduta dall’annuncio del ‘no’ di Francoforte all’idea di prestiti a favore di Kiev attraverso beni immobilizzati in territorio UE, l’opzione numero uno a cui ha puntato la Commissione europea per venire incontro alle esigenze finanziare di Kiev, le cui casse dello Stato rischiano di restare vuote entro la prossima primavera. Per questo c’era attesa, per ascoltare da Lagarde in persona la posizione della BCE. Adesso più chiara.
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