Călin Georgescu sarà processato per tentato colpo di Stato

In Romania, l’ex candidato presidenziale di estrema destra Călin Georgescu è stato rinviato a giudizio ieri con l’accusa di tentato colpo di stato dopo l’annullamento del primo turno delle elezioni del 2024. Con lui saranno processate altre ventuno persone coinvolte nel presunto piano, guidate dal mercenario romeno Horatiu Potra, attualmente in fuga all’estero. Se giudicati colpevoli, rischiano tra i dieci e i venti anni di carcere.

Secondo le autorità, Georgescu e i suoi collaboratori avevano pianificato proteste e disordini a Bucarest subito dopo la decisione della Corte costituzionale di annullare il voto, ordinando la ripetizione delle elezioni. Come riportato dalla Bbc, il procuratore generale ha definito la tornata elettorale annullata «il risultato di una guerra ibrida orchestrata dalla Russia». La Corte aveva inoltre impedito a Georgescu di ricandidarsi, inducendolo a ritirarsi dalla politica.

Le accuse dettagliate includono incontri tra Georgescu, Potra e altri membri del gruppo presso una scuderia poco dopo l’annullamento della sua vittoria. Georgescu inizialmente aveva negato l’incontro, ma successivamente ha ammesso la sua presenza dopo la pubblicazione di fotografie sui media locali, pur respingendo l’ipotesi di aver discusso un’insurrezione.

A febbraio, la polizia ha svolto perquisizioni in diverse località, sequestrando armi, oro e denaro contante ritenuti parte dei preparativi per un colpo di forza. Più di venti individui erano stati fermati prima che potessero mettere in atto il piano. Gli investigatori segnalano presunti legami con intelligence straniera, e l’uso di campagne online di disinformazione per aumentare la popolarità di Georgescu sui social.

Georgescu, sessantatré anni, era emerso a sorpresa al primo turno delle elezioni dell’anno scorso, puntando su una retorica nazionalista e posizioni filorusse. Ma la Corte costituzionale, con l’aiuto dei servizi di sicurezza romeni, aveva rilevato interferenze straniere a suo favore. Successivamente, il suo alleato George Simion, leader del partito Aur, ha corso al suo posto nel secondo turno, arrivando primo nella fase iniziale, per poi essere sconfitto nel ballottaggio dal sindaco liberale di Bucarest, Nicusor Dan.

Finora Georgescu non ha rilasciato commenti diretti sulle accuse, ma nei mesi scorsi aveva denunciato le autorità romene per operazioni di «inganno, intrighi e divisione», mentre il presidente Dan ha sottolineato come le indagini rappresentino «una prova» dell’influenza sistematica russa sul processo elettorale. La data del processo non è stata ancora fissata, ma potrebbe aprirsi all’inizio del 2026.

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