C’è una foto del biglietto di auguri che Trump avrebbe mandato a Jeffrey Epstein

Settembre 10, 2025 - 03:30
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C’è una foto del biglietto di auguri che Trump avrebbe mandato a Jeffrey Epstein

C’è la firma di Donald Trump sul birthday book di Jeffrey Epstein. L’album di auguri preparato nel 2003 da Ghislaine Maxwell per celebrare i cinquant’anni dell’imprenditore è arrivato sulla scrivania dei membri del Congresso americano, e potrebbe dare una svolta a questa storia che l’amministrazione Trump sta cercando di nascondere da molto tempo. Gli avvocati di Epstein hanno consegnato una copia del volume al Committee on Oversight and Government Reform – la Commissione di vigilanza della Camera – su richiesta formale del presidente James Comer (Repubblicano del Kentucky). Si tratta di un documento che contiene lettere e dediche di decine di persone che all’epoca facevano parte del giro di Epstein: dall’allora presidente Bill Clinton a Donald Trump, passando per il miliardario Leon Black.

Il punto più controverso riguarda proprio la pagina attribuita a Trump. L’esistenza del biglietto era stata resa nota a luglio dal Wall Street Journal, che però l’aveva solo descritto a parole, senza mostrarlo. Ieri sera il quotidiano ha pubblicato per la prima volta un’immagine del biglietto di Trump. La sezione contiene una lettera con testo dattiloscritto incorniciato da un corpo nudo femminile stilizzato; in chiusura, la frase «Happy Birthday – and may every day be another wonderful secret»; in basso, un “Donald” scarabocchiato, imitando i peli pubici. Il dato su cui i Democratici insistono è la bugia del presidente, che ne ha sempre negato l’esistenza di questo album. Inoltre i Democratici chiedono chiarezza sui rapporti – di forte amicizia e interessi – tra il presidente e il finanziere suicida in carcere.

Trump ha sempre respinto ogni coinvolgimento nella questione, definendo la lettera «una cosa falsa» e denunciando il Wall Street Journal, i suoi giornalisti e la casa editrice Dow Jones per diffamazione. Anche dopo l’ultima evidenza, la Casa Bianca, tramite la portavoce Karoline Leavitt, ha ribadito che «il presidente non ha nulla a che fare con questo disegno» e che continuerà la sua battaglia legale.

Ma la politica non si è fermata alle smentite. «Trump ha definito l’inchiesta Epstein una montatura e ha detto che quella lettera non esisteva. Ora sappiamo che mentiva», ha detto Robert Garcia, deputato Democratico e membro della Commissione vigilanza. «Basta bugie: si rendano pubblici tutti i file».

Il libro, rilegato con grande cura e ricco di lettere tra il serio e l’osceno, include anche una missiva di Joel Pashcow, imprenditore vicino a Trump, che accenna a una donna frequentata dall’attuale presidente americano ed Epstein negli anni Novanta. Nella pagina figurava la foto di un finto assegno intestato a Trump per 22.500 dollari, accompagnato da un commento volgare. La donna citata, tramite il suo avvocato, ha smentito ogni legame con Pashcow, definendo il contenuto «disgustoso e profondamente falso».

Il nome di Trump compare anche nell’indice, sotto la sezione “Friends”, accanto a quello di Bill Clinton e altri venti conoscenti. D’altronde i rapporti tra il presidente ed Epstein sono ampiamente documentati: frequentazioni negli anni Novanta, voli su jet privati, diverse foto a Mar-a-Lago. Nel 2019, dopo il nuovo arresto di Epstein, Trump dichiarò di non avere più contatti con lui «da quindici anni», citando un litigio per questioni personali.

Alcuni collaboratori di Maxwell, che aiutarono a mettere insieme l’album, hanno riferito di ricordare la pagina di Trump già all’epoca. La stessa Maxwell ha confermato agli inquirenti di aver curato il libro, dicendo però di non ricordare di chi fossero le altre firme.

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Redazione Redazione Eventi e News