È legittimo che ai francesi non piaccia l’autentica pizza napoletana?

Settembre 30, 2025 - 17:00
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È legittimo che ai francesi non piaccia l’autentica pizza napoletana?

L’attacco su Le Figaro è diretto e per nulla diplomatico: «Già dall’esterno lo spettacolo non promette bene. Anzi, sembra di assistere a una mandria in fila, un gregge impaziente. Una coda interminabile, una folla che scalpita per entrare, decine di teste chine sullo smartphone come automi, tra influencer del nulla e adepti che non si capisce se siano spinti più dalla fame o da uno stato da zombie. Scene già viste: il ritorno di Burger King a Saint-Lazare, l’apertura di Big Mamma a Oberkampf, il boom di Dumbo nel Marais o le offerte Nutella del sabato all’ipermercato di Tourcoing. Evidentemente appetito e spirito hanno ormai lo stesso destino, entrambi al ribasso. Pizza o Hanouna, non fa differenza: stessa storia».

I commenti sotto al post sono ironici, alcuni di sostegno, altri molto critici, e quasi sempre se sono di difesa a spada tratta dell’autenticità italiana sono di italiani che accorrono a spiegare come la vera pizza napoletana sia esattamente come la fanno da Michele. In effetti, è esattamente lo stesso tema della pizza in qualunque altro angolo del mondo, Napoli esclusa. Capita spesso di sentire che la pizza napoletana è troppo molliccia, che è pesante, che ha il cornicione troppo gonfio, che è troppo condita. Ma se l’idea della pizza è diventata altro, non è di sicuro un tema napoletano: perché è stato il resto del mondo, non riuscendo a emulare il capolavoro campano, ad aver modificato la formula, creando qualcosa di buono comunque, apprezzato da quasi tutti, ma diverso dall’originale.

Prendercela coi francesi non ci aiuterà a far apprezzare a tutti la pizza napoletana che rimane un unicum, da conoscere per capirne la storia e l’evoluzione successiva.

Ma il tema che emerge dalle polemiche francesi è anche un altro: ogni nuova apertura, soprattutto se molto chiacchierata e attesa, porta con sé una lunga coda di influencer e wannabe content creator ma anche una serie infinita di curiosi che affollano i luoghi del gusto nei primi giorni per poter dire “io c’ero”. Basta lasciar passare qualche settimana e l’hype si calma, e il luogo torna accessibile anche al resto del mondo. Se ha successo, lo scopriamo dopo qualche mese, quando la folla lascia il posto ai clienti veri, che non vanno per fotografare ma per assaporare le novità.

Sulle polemiche riportate nell’ultima frase, invece, il tono denigratorio è ancora più spinto: «Evidentemente appetito e spirito hanno ormai lo stesso destino, entrambi al ribasso. Pizza o Hanouna, non fa differenza: stessa storia» dice il post. Hanouna è Cyril Hanouna, conduttore televisivo, autore e produttore francese, di origine ebraico-tunisina. È soprattutto noto per essere il creatore e presentatore di Touche pas à mon poste! (TPMP), talk show trasmesso su C8 che mescola intrattenimento, commento televisivo e dibattito, diventando uno dei programmi più popolari – e anche più discussi – della TV francese. Hanouna è considerato una figura controversa: amatissimo dal suo pubblico per lo stile informale, diretto e spesso irriverente, ma criticato da altri per eccessi, toni polemici e gestione “spettacolarizzata” del dibattito. Oltre a TPMP, ha condotto e prodotto altri format, consolidandosi come uno dei volti più influenti (e divisivi) del piccolo schermo in Francia. Appetito e spirito sono accomunati dallo stesso destino, al ribasso, appunto, e ridotto a tifo da stadio per una parte o per l’altra, come se la storia e la tradizione che portano con sé potessero essere solo una parte da cui stare. 

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Redazione Redazione Eventi e News