Ha ancora senso un antivirus nel 2025? Abbiamo provato Avast Free Antivirus
In un’epoca in cui i sistemi operativi sono diventati più sicuri, i browser più attenti alla privacy e i dispositivi mobili apparentemente “blindati”, può sorgere spontanea una domanda: ha ancora senso installare un antivirus nel 2025? La risposta breve è: sì, ma non per tutti e non in tutte le situazioni. Tutto dipende da come si usa il proprio dispositivo, da che tipo di dati si gestiscono e con quanta attenzione si è disposti ad adottare le classiche buone pratiche di sicurezza. Avast ci ha invitato a provare la sua soluzione antivirus gratuita ma, prima di scoprire come va e come va, cerchiamo di rispondere meglio alla domanda qui sopra e di capire come deve essere fatto un buon antivirus oggigiorno.
UNA BREVE PANORAMICA
Negli ultimi anni abbiamo visto un’evoluzione importante: per esempio Microsoft Defender Antivirus (su Windows) è diventato una soluzione integrata e sempre più sofisticata, ma non significa che l’utente medio sia completamente immune da rischi. Il panorama delle minacce si è trasformato: oggi non si tratta più solo di “virus” in senso classico, ma di attacchi via phishing, malware bancari, ransomware, spyware e persino minacce che sfruttano direttamente la distrazione dell’utente o il social engineering.
Le statistiche recenti lo confermano in modo piuttosto chiaro. Secondo il rapporto “World Economic Forum – Global Cybersecurity Outlook 2025”, il mondo digitale è oggi “più complesso che mai”, con minacce che si moltiplicano grazie alla connettività, alla dipendenza da supply chain digitali e all’uso sempre più massiccio di tecnologie emergenti. Gli stessi dati mostrano che oltre il 70% delle organizzazioni ha registrato un aumento della frequenza degli attacchi, e circa il 61% ha osservato un aumento nella gravità degli stessi. Il costo globale del cybercrime è stimato oltre i 10,5 miliardi di dollari entro il 2025. Questi numeri ci dicono che non siamo di fronte a un fenomeno residuale, ma a una vera “epidemia digitale”. E se anche spesso ad essere colpite sono le grandi organizzazioni questo non significa che il singolo utente sia immune, anzi.
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