Hosted Private Cloud: la piattaforma che tiene Yokohama in moto

Settembre 5, 2025 - 05:00
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Hosted Private Cloud: la piattaforma che tiene Yokohama in moto

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Hosted Private Cloud: la piattaforma che tiene Yokohama in moto



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L’acquisizione di Trelleborg Wheel Systems da parte di Yokohama Rubber Company ha spinto Yokohama TWS a ridisegnare l’infrastruttura IT. La scelta di un hosted private cloud con Aruba ha garantito resilienza, controllo dei costi e continuità produttiva per un’azienda globale

Pubblicato il 3 set 2025



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L’infrastruttura IT è diventata un fattore critico per le aziende manifatturiere globali, soprattutto in fasi di riorganizzazione societaria. È il caso di Yokohama TWS, produttore internazionale di pneumatici e cerchi, che dopo l’acquisizione da parte di Yokohama Rubber Company ha dovuto migrare rapidamente workload strategici da data center centralizzati a una nuova piattaforma. La risposta è arrivata con un hosted private cloud progettato e gestito da Aruba Cloud, in grado di garantire continuità operativa, trasparenza sui costi e massima flessibilità.

Dal modello Trelleborg a Yokohama Rubber Company

Durante la presentazione del caso al convegno Cloud Transformation: Case Study Presentation Session 2025 organizzato dall’Osservatorio Cloud Innovation del Politecnico di Milano, Luca Proietti, IT Operations Director di Yokohama TWS, ha ricostruito il percorso che ha portato l’azienda a ridisegnare la propria infrastruttura. Fino al 2023, infatti, TWS faceva parte del gruppo svedese Trelleborg, che gestiva in modo centralizzato i servizi IT e ospitava i workload nei propri data center. Con l’acquisizione da parte di Yokohama Rubber Company, l’azienda si è trovata nella necessità di spostare l’intero ecosistema digitale verso un modello più flessibile e scalabile.

Il nodo principale riguardava l’ERP unico utilizzato dai circa 2.700 utenti globali e distribuito in 12 stabilimenti su tre continenti. “La sfida era enorme – ha raccontato Proietti – perché quell’ERP è critico per la gestione dei plant e non potevamo permetterci downtime”.

La scelta di un hosted private cloud

Per affrontare questa trasformazione Yokohama ha avviato un processo di scouting che ha coinvolto dieci diversi provider. La decisione finale è ricaduta su Aruba Cloud, che ha proposto una soluzione di Hosted Private Cloud (HPC). Secondo Proietti, Aruba ha convinto l’azienda grazie a tre elementi chiave: sicurezza e data protection, la possibilità di gestione end-to-end dei servizi, e soprattutto la personalizzazione delle SLA in linea con la criticità delle applicazioni industriali.

Come ha spiegato Daniele Busiello, Data Center and Cloud Presale di Aruba Cloud, l’hosted private cloud è una piattaforma dedicata che conserva le caratteristiche tipiche del cloud pubblico – scalabilità delle risorse, licenze pay-per-use, compliance a standard come ISO 27001 e GDPR – ma con l’affidabilità di un’infrastruttura privata. Nel caso di Yokohama, la soluzione è stata costruita su VMware Cloud Foundation, con un modello di responsabilità condivisa che assegna ad Aruba la gestione dell’infrastruttura e a Yokohama il controllo delle applicazioni.

Resilienza e continuità operativa

Il disegno tecnico ha previsto una distribuzione su più data center italiani del campus Aruba, con un sito di produzione a Ponte San Pietro e un sito di disaster recovery ad Arezzo. Questa configurazione ha permesso di implementare business continuity con RPO continuo e una strategia di backup as a service basata su doppie copie e soluzioni air gap.

La protezione dei dati è stata garantita attraverso due approcci: modalità agentless per i backup dell’infrastruttura IaaS e protezione agent-based per workload che richiedevano consistenza applicativa. “Molte applicazioni di plant girano sulla piattaforma – ha sottolineato Proietti – e per noi era fondamentale ridurre al minimo il rischio di interruzione”.

Oltre all’infrastruttura, Aruba ha messo a disposizione figure dedicate al project management e al service management, con specialisti IT incaricati di seguire la delivery e l’esercizio dei servizi.

Integrazione con il modello ibrido

Un altro punto centrale del progetto è stato l’approccio ibrido. Grazie alla software-defined network di Aruba, Yokohama ha potuto integrare servizi IaaS e PaaS, come database as a service e soluzioni di business continuity, mantenendo al contempo connessi i propri ambienti on-premise. L’intero ecosistema è stato disegnato per collegarsi alle reti SD-WAN già attive nel gruppo, garantendo la continuità delle comunicazioni tra i 64 siti globali.

Controllo dei costi e governance finanziaria

Accanto agli aspetti tecnologici uno dei motivi principali della scelta è stato il controllo dei costi cloud. Durante la fase di scouting, Yokohama ha valutato anche provider pubblici come AWS, Google Cloud e Microsoft Azure, ma ha rilevato difficoltà legate a costi nascosti e imprevedibili. Come ha dichiarato Proietti, “la soluzione Aruba mi permette di fornire al management un budget annuale preciso, senza sorprese. So a priori quanto costeranno connettività e workload, anche nei 64 siti collegati”.

La trasparenza del modello di billing di Aruba, con traffico incluso e tariffe prevedibili, ha consentito all’azienda di pianificare in modo affidabile investimenti e crescite di carico, mantenendo sostenibilità economica senza rinunciare alla flessibilità.

Un equilibrio tra resilienza e prevedibilità

Il caso Yokohama-Aruba dimostra come un’azienda manifatturiera globale possa affrontare una trasformazione infrastrutturale complessa puntando su un hosted private cloud. Da un lato, l’infrastruttura ha garantito resilienza IT e continuità dei processi produttivi; dall’altro, il modello di costi trasparenti ha assicurato una governance finanziaria stabile e sostenibile.

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Redazione Redazione Eventi e News