In questa rentrée frenetica, forse il miglior regalo che possiamo farci non è un nuovo accessorio, ma un’ora di silenzio, energia e ascolto, un'antica arte giapponese di riequilibrio energetico che potrebbe cambiare il mondo

In un mondo che ci chiede di correre sempre, fermarsi e chiudere gli occhi, sembra quasi un atto rivoluzionario. E se il vero lusso non fosse possedere qualcosa, ma togliere e connettersi, e poi riempirsi sì, ma solo di luce per ritrovare la propria energia? È qui che il Reiki, antica arte giapponese di riequilibrio energetico, entra come un soffio leggero ma potentissimo. Ma cos’è? E perché?

Premessa: lo scrivo non solo da giornalista, ma anche da praticante: anni fa lo ricevevo in pausa pranzo, tra una conferenza stampa e una riunione di redazione, o a sera, al posto dell’ennesimo Negroni Sbagliato. Era il mio reset button, il modo per rientrare davanti al computer con la mente più chiara e il cuore più leggero, o per concludere la giornata senza dovermi bere tre camomille. Oggi è parte integrante della mia vita quotidiana. Non solo lo ricevo, ma lo pratico ogni giorno: a me stessa e agli altri. E vi assicuro: questo non è un “trattamento” qualsiasi, ma una porta che apre verso una coscienza più alta. Capiamo insieme cos’è il Reiki e perché dovresti provarlo.
Cos’è il Reiki?
Il Reiki nasce in Giappone nel 1922 con Mikao Usui, monaco buddhista che durante un ritiro spirituale comprese di poter canalizzare l’energia universale. Il termine giapponese, se volessimo riassumere in poche parole, è composto da Rei, che significa “energia universale” o “spirituale”, e Ki, che indica la “forza vitale” o “energia individuale”. Quindi, Reiki può essere tradotto come “energia spirituale universale” o “energia vitale universale”, rappresentando il principio che l’energia vitale universale può essere canalizzata per il riequilibrio e il benessere fisico, mentale e spirituale.

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Il Reiki è un trattamento energetico a tutti gli effetti, un metodo semplice, senza controindicazioni, basato sull’imposizione delicata delle mani: ecco perché durante una seduta di Reiki non serve credere a nulla di particolare, o fare nulla, basta lasciarsi andare. Affidarsi, aprirsi, respirare lentamente. Magari potrebbe sembrarti una sorta di meditazione.
Come funziona una seduta di Reiki
Comodamente seduti su un lettino, senza spogliarsi, il maestro Reiki ci invita quindi a chiudere gli occhi e a lasciarci avvolgere dall’atmosfera ovattata dello spazio, ci invita a una sospensione del tempo. In quell’intervallo, corpo, mente e spirito, ovvero ciò che ci compone, cominciano a dialogare, ritrovando un’armonia profonda. L’operatore potrebbe toccarci, sfiorarci, predisporre solo le sue mani a qualche centimetro dal corpo, o addirittura stare immobile davanti a noi, l’energia è guidata da un flusso invisibile. I gesti sono lenti, quasi impercettibili, eppure la sensazione è intensa: un calore diffuso, un’ondata di formicolio e un progressivo rilassamento invadono ogni parte di noi, non solo dal punto di vista materiale, sul corpo, ma in ogni chakra e in tutte le sette sfere della nostra aura.

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È proprio questa energia che ci inonda che lenisce le tensioni e scioglie i nodi energetici, dandoci inoltre l’impressione di scivolare in un profondo stato meditativo. La sessione è strutturata in diverse fasi, dalla testa ai piedi, come un viaggio energetico che alla fine restituisce fluidità non solo a tutto il corpo, ma anche alla mente e allo spirito. Dopo una sessione, il ritorno a se stessi è dolce. Il ritorno “alla vita” è certamente “diverso”. Gli occhi si aprono con una sensazione di nuova chiarezza e di una leggerezza palpabile, poiché le energie hanno trovato il loro giusto posto. E noi non siamo più gli stessi. Sulla lunga durata potrebbero addirittura cambiare le nostre necessità ed esigenze, il nostro generale obiettivo o significato di felicità.
I benefici del Reiki
Chi lo prova per la prima volta lo descrive spesso come un abbraccio invisibile: calore diffuso, rilassamento totale, flusso di energia che entra ed esce “non si sa bene da dove”, chiarezza mentale o svuotamento della mente, riposo dei neuroni. La percezione è certamente soggettiva, ma quel che è certo è che il Reiki agisce come un reset interiore, sciogliendo tensioni, liberando blocchi e riequilibrando i chakra, riportando fluidità là dove l’energia si era fermata.

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Non è una terapia medica, ma in molti ospedali (soprattutto in Oriente) è immancabile e viene addirittura affiancato agli antidolorifici, per esempio, per ridurre l’assunzione delle medicine. In più è un sostegno prezioso contro stress, insonnia, ansia, affaticamento. È anche un alleato per chi affronta momenti di cambiamento o di fragilità, perché restituisce fiducia e radicamento. In un’epoca in cui corriamo più dei nostri stessi pensieri, il Reiki ricorda che il benessere non è solo assenza di sintomi, ma presenza di equilibrio. E che tutto parte dalla nostra energia.
Perché dovremmo ricevere Reiki
Ricevere Reiki non significa soltanto rilassarsi: è aprire una porta a un livello di coscienza più alto. Ogni seduta ci invita a riconnetterci con noi stessi, a vedere con più lucidità, ad alzare la nostra vibrazione interiore. E perché è così importante? Perché più la nostra vibrazione cresce, più diventiamo capaci di attrarre armonia, salute, relazioni nutrienti, pace fuori e dentro di noi, prosperità, appagamento. È un atto d’amore verso di sé e, allo stesso tempo, un dono che si riflette sugli altri.
In questa rentrée frenetica, forse il miglior regalo che possiamo farci non è un nuovo accessorio, ma un’ora di silenzio, energia e ascolto: un’ora di Reiki. Provare per credere.
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