Inizia oggi la London fashion week. Assenza di ‘hot tickets’ e scommessa sul fast fashion

Calcio di inizio per la settimana della moda londinese, che ospiterà le sfilate e le presentazioni relative alla stagione primavera/estate 2026 fino a lunedì prossimo, anticipando, come da tradizione, la manifestazione meneghina. Burberry, ancora una volta, rappresenta l’unica maison di prestigio in calendario. Il marchio chiuderà i cinque giorni di eventi prima di lasciare spazio alla giornata di contenuti digitali, ben 27. Alla casa di moda britannica, si aggiunge la ‘presenza simbolica’ di Jw Anderson, che consisterà in una cena su invito organizzata con il British Fashion Council.

Oltre all’inusuale format scelto da Jonathan Anderson, coerente con la nuova strategia lifestyle del marchio ma meno appealing rispetto a una passerella, la schedule non riporta purtroppo grandi novità. I défilé di marchi ormai affermati come Erdem, Simone Rocha, Roksanda, Emilia Wickstead, Richard Quinn, Harris Reed e Nanushka, non possono infatti competere con la quantità di griffe presenti nei calendario di Parigi, Milano e persino New York. Tra gli assenti più importanti, anche SS Daley, marchio fondato da Steven Stokey-Daley e partecipato da Harry Styles. E mentre ormai la britishness di McQueen, Stella McCartney, Vivienne Westwood, Paul Smith e Dunhill è presenza fissa di altre fashion week, Londra ha ritrovato la fiducia del fast fashion. Come anticipato qualche settimana fa, H&M è tra i nomi in calendario a cui si aggiunge anche la collezione di Harry Lamber a tema Disney realizzata da Zara.

Ad aprile l’organizzazione aveva comunicato che Londra non sarebbe stata tra le protagoniste degli appuntamenti dedicati al menswear, annunciando di fatto l’assenza delle passerelle a giugno in favore di una vetrina all’interno di uno showroom, presente quattro volte all’anno, in occasione della Paris fashion week. “It is time to reset”, aveva affermato la manager durante il consueto evento estivo del Bfc presso il Serpentine Pavilion.