Itadakimasu è la mostra che racconta il cibo degli anime

Novembre 23, 2025 - 07:30
Novembre 23, 2025 - 08:59
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Itadakimasu è la mostra che racconta il cibo degli anime

I fan di Dragon Ball ricordano sicuramente la scena in cui Vegeta prepara i takoyaki, le polpette di polpo, per il potente Lord Beerus. Gli appassionati dei film di Hayao Miyazaki non possono dimenticare Senza Volto davanti alla tavola imbandita nel capolavoro “La città incantata”. E le polpette di Marrabbio in “Kiss Me Licia”? Chi tra i bambini degli anni Ottanta le ha dimenticate? Senza contare gli innumerevoli ramen presenti in tutti i cartoni animati che hanno disegnato l’infanzia di generazioni di ragazzini. Insomma, il legame tra cibo e anime giapponesi è saldo e profondo, ed è questo legame che viene scoperto e indagato nella mostra Itadakimasu, un viaggio alla scoperta dei piatti degli anime giapponesi.

In questo percorso il cibo apparso sullo schermo diventa realtà. Ispirandosi ai grandi maestri dell’animazione giapponese, come Hayao Miyazaki, Eiichirō Oda e Masashi Kishimoto, la mostra permette di esplorare il legame tra cibo, cultura e racconto, facendo rivivere le pietanze che hanno emozionato generazioni di fan in tutto il mondo

Dopo il grande successo di Genova, la mostra approda a Milano, allo Spazio Varesina 204, dal 15 novembre 2025 al 6 aprile 2026. Ideata e prodotta da Vertigo Syndrome e curata dal food influencer @pranzoakonoha (Sam Nazionale) insieme alla scrittrice Silvia Casini, Itadakimasu si sviluppa attraverso nove sale scenografiche, con sedici video-ricette originali, trentotto sculture realizzate con la tecnica giapponese dello shokuhin sampuru, quattordici stampe ukiyo-e, ventidue poster relativi allo Studio Ghibli, trentasette poster, quattro cartonati di anime giapponesi e le illustrazioni di Loputyn e Blackbanshee, oltre a contenuti interattivi e a un ricco bookshop tematico.

A typical and quiet Japanese Christmas night, illustrazione digitale @BlackBanshee

All’ingresso della mostra, i visitatori si troveranno di fronte a Inari, il kami, ovvero la divinità giapponese del raccolto, dell’agricoltura, della fertilità e della prosperità. Qui sarà possibile fare un’offerta simbolica, scegliendo tra una varietà di doni preziosi.

Accanto a Inari, le eleganti volpi – messaggere divine che popolano la cultura nipponica – accompagneranno i visitatori nell’esplorazione del percorso. L’esperienza in sala guiderà il pubblico attraverso la storia della cucina giapponese, illustrando la differenza tra washoku, l’arte culinaria tradizionale, e yōshoku, i piatti occidentali adattati ai gusti giapponesi a partire dall’epoca Meiji. Gli offerenti saranno chiamati a rievocare un momento di offerta rituale, non solo un ringraziamento ma un’espressione di gratitudine e riconoscenza verso il cibo e la sua linfa vitale. Adesso, il viaggio all’interno della mostra può iniziare!

Segue una sala esperienziale dedicata a uno dei momenti più importanti nella tradizione giapponese: la fioritura dei ciliegi sakura in primavera. Qui i visitatori possono godere di un pic-nic sotto gli alberi, proprio come fanno i giapponesi tra marzo e aprile.

La sala dei bentō è un risveglio in una casa giapponese. Quante volte abbiamo immaginato di alzarci la mattina con la mamma di Nobita di Doraemon o con la mamma di Ash dei Pokemon che ci prepara il bentō, il tradizionale porta pranzo giapponese? La mostra ricostruisce una cucina tipica giapponese, dal gusto retrò, mostrando le diverse varianti del bentō: quelli per bambini, decorati con forme di animali o creature kawaii, e quelli ispirati ai grandi film d’animazione, come “Il mio vicino Totoro” di Hayao Miyazaki o “Suzume” di Makoto Shinkai. Grazie a tutorial pratici, i visitatori possono scoprire come realizzare le celebri polpette di riso onigiri, i “tako-wurstel” a forma di polpo e le Bunny Apples, mele intagliate a forma di coniglio. E non mancano i trucchi delle mamme giapponesi per trasformare anche una semplice omelette in un piccolo capolavoro visivo e gustativo.

Imperdibile è la sala dedicata a un altro emblema della cucina nipponica, il rāmen: si tratta del primo piatto ad aver conquistato l’Occidente grazie agli anime, in particolare “Naruto” di Masashi Kishimoto. La sala ricrea un rāmen barispirato ai locali tradizionali giapponesi, con una lunga schiera di postazioni in legno individuali che separano i clienti, permettendo di gustare la pietanza in una piccola dimensione intima ma accogliente.

Bento di “Il mio vicino Totoro”, @pranzoakonoha

Ispirata a “La città incantata” di Hayao Miyazaki, la sala successiva vede una straordinaria varietà di piatti tradizionali, ciascuno scelto non solo per la bellezza visiva, ma anche per il significato simbolico che porta con sé.

Ancora, la sala dedicata alla festività Tanabata permette ai visitatori di immergersi nell’atmosfera estiva, ricreando le tipiche bancarelle di street food con tutte le prelibatezze che abbiamo ammirato in tanti anime: takoyaki, polpette di polpo simbolo di Osaka, korokke, crocchette di patate e carne, granite kakigori dai colori vivaci, taiyaki e i temarizushitipici della festa. I tanzaku (piccole strisce di carta washi colorata a cui i giapponesi affidano i loro desideri) e le decorazioni tradizionali completano l’allestimento. Gli stessi visitatori potranno scrivere un Tanzaku con il proprio desiderio e appenderlo al bambù per Orihime, la Principessa Tessitrice protagonista della magica notte di Tanabata.

Non potevano mancare i café giapponesi, locali curatissimi e spesso tematici, dove è possibile gustare bevande coloratissime, dolci, soft drinks e talvolta anche piatti caldi, e che rappresentano l’ambiente naturale in cui si muovono simboli dell’animazione come Sailor Moon o Creamy.

Legata a questo periodo è la sala dedicata al Natale: un’occasione unica per scoprire come le festività occidentali siano state reinterpretate in Giappone, con colori, oggetti e allestimenti tipici. Anche negli anime, il Natale diventa momento di condivisione e scoperta culinaria: i personaggi consumano piatti pop associati a una festa che non è certo parte della tradizione nipponica. Due i piatti simbolo della stagione: il Kentucky Fried Chicken, reso popolare in Giappone da una celebre campagna pubblicitaria negli anni ’70, e la Christmas Cake, una soffice torta di fragole e panna al centro di numerose scene nei manga e negli anime.

Una commistione tra oriente e occidente che sarebbe stata impensabile senza quell’apertura del Giappone verso l’Occidente che durante l’epoca Meiji ha rappresentato una svolta epocale nella storia del Paese. Città portuali come Yokohama sono diventate, a partire dalla seconda metà dell’Ottocento, veri luoghi di incontro tra culture, tecnologie e stili di vita fino ad allora sconosciuti. In ambito gastronomico, questo cambiamento ha dato origine a una nuova cucina, lo yōshoku, risultato dell’adattamento di piatti occidentali ai gusti e agli ingredienti locali. Ed è questo il punto di arrivo della mostra.

Sam @pranzoakonoha, Ramen di “Naruto”

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Redazione Redazione Eventi e News