La Abc ha sospeso il talk show di Jimmy Kimmel per il monologo su Charlie Kirk

La ABC, rete di proprietà della Disney, ha sospeso a tempo indeterminato Jimmy Kimmel Live!, uno dei più longevi e popolari talk show della fascia notturna. Si tratta del cosiddetto late night, il genere televisivo che negli Stati Uniti occupa la seconda serata, a partire dalle 23.30 circa, e che mescola comicità, interviste con celebrità e soprattutto monologhi satirici di apertura. Questi programmi condotti in passato da grandi comici come Johnny Carson, David Letterman e Jay Leno, negli ultimi decenni sono diventati una parte centrale della conversazione politica nazionale.
Jimmy Kimmel Live! va in onda dal 2003 ed è uno dei pilastri del genere insieme al Tonight Show sulla NBC, oggi condotto da Jimmy Fallon, e al Late Show sulla CBS, guidato da Stephen Colbert, a sua volta recentemente non rinnovato dopo aver criticato il patteggiamento da sedici milioni di dollari che Paramount aveva raggiunto con il presidente degli Stati Uniti Donald Trump.
Mercoledì sera, poche ore dopo le parole del presidente della Commissione federale per le comunicazioni (FCC), Brendan Carr, la rete ha annunciato che il programma sarebbe stato «sospeso a tempo indeterminato». Carr aveva criticato Kimmel per alcune battute sull’assassinio del militante conservatore Charlie Kirk, fondatore del movimento giovanile di destra Turning Point USA, ucciso il 10 settembre durante un evento universitario nello Utah, e aveva minacciato possibili azioni contro l’emittente.
Il caso nasce lunedì, quando Kimmel, che ha da poco vinto un Emmy come miglior conduttore di game show per la versione americana di Chi vuol essere milionario, ha aperto la puntata dicendo: «Abbiamo toccato nuovi minimi nel fine settimana, con la gang MAGA che cerca disperatamente di descrivere questo ragazzo che ha ucciso Charlie Kirk come se non fosse uno di loro, e che fa di tutto per trarne vantaggio politico». Il riferimento era a Tyler Robinson, 22 anni, arrestato e accusato di omicidio aggravato.
Carr, in un’intervista al podcast conservatore Benny Show, ha dichiarato che quelle parole erano «parte di un tentativo concertato di mentire agli americani» e ha avvertito: «Possiamo farlo nel modo facile o nel modo difficile. Le aziende possono correggere il tiro e prendere provvedimenti, francamente su Kimmel, oppure ci sarà ulteriore lavoro per la FCC».
Le pressioni hanno avuto effetto. Nexstar, conglomerato che possiede decine di stazioni affiliate alla ABC e che in quel momento era in attesa dell’approvazione della FCC per una fusione da 6,2 miliardi di dollari, ha annunciato che avrebbe interrotto la trasmissione dello show. Poco dopo Sinclair, il più grande gruppo di emittenti locali negli Stati Uniti, ha dichiarato che non avrebbe più mandato in onda Jimmy Kimmel Live! e ha chiesto al conduttore scuse pubbliche e «una donazione significativa» alla famiglia di Kirk e alla sua organizzazione.
La decisione di sospendere il programma è stata presa ai vertici della Disney da Robert Iger, amministratore delegato, e Dana Walden, responsabile della divisione televisiva. Trump, in visita nel Regno Unito, ha commentato con entusiasmo: «Ottime notizie per l’America. Complimenti alla ABC per aver finalmente avuto il coraggio di fare ciò che andava fatto. Kimmel non ha alcun talento, e fa perfino meno ascolti di Colbert, se possibile».
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