La Borsa premia i nove mesi di Ferragamo. Il Nord America compensa l’Asia-Pacifico

Ottobre 25, 2025 - 09:30
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La Borsa premia i nove mesi di Ferragamo. Il Nord America compensa l’Asia-Pacifico
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Si è chiuso un terzo trimestre all’insegna della stabilità per il gruppo Salvatore Ferragamo. Il periodo terminato il 30 settembre ha segnato una crescita dei ricavi dell’1,7% sia a cambi correnti sia costanti per il player italiano del lusso. Una performance trainata dal canale direct-to-consumer, spiega la nota, e che ha raggiunto i 221 milioni di euro.

Accompagnata, invece, da un segno negativo la performance relativa ai primi nove mesi del fiscal year, durante i quali i ricavi del gruppo sono ammontati a 695 milioni di euro, in calo del 6,6% a cambi correnti (-4,5% a valuta costante).

Guardando ai canali distributivi, quello diretto ha subito una crescita debole dello 0,7% a cambi correnti (+4,4% a cambi costanti) nel terzo trimestre, “con le performance positive a cambi costanti in Nord America, Europa e America Latina che hanno più che controbilanciato i risultati deboli dell’area asiatica”; nei nove mesi il calo è stato del 4,7% reported (-2% a valuta costante).

Il canale wholesale, intanto, “continua a rimanere debole”, in calo dell’8% a cambi correnti (-6,7% a valuta costante) nel terzo trimestre; nei nove mesi, il calo a cambi correnti è stato arrivato al 15,4 per cento.

Ponendo invece il focus sulle aree geografiche presidiate, l’area Emea ha accusato un calo del 4,1% a cambi correnti nei nove mesi; nel terzo trimestre, le vendite nette sono aumentate (a cambi costanti) del 2,8 per cento. A contribuire sull’andamento dell’area, “il risultato positivo del canale dtc controbilanciato da quello negativo del canale wholesale”.

Migliore la performance del Nord America, che nei nove mesi si è limitato a un calo dello 0,4% con “sia il canale dtc sia il canale wholesale in crescita anno su anno”; nel Q3, le vendite sono aumentate 15,6% a cambi costanti, con “un aumento a doppia cifra dello scontrino medio”, oltre ch edel canale wholesale, “recuperando la performance debole del primo semestre dell’anno”.

Nel Centro e Sud America, invece, le vendite nette sono calate single digit del 2,6% nei nove mesi, mentre nel quarter sono aumentate del 4,7% a cambi costanti, con un canale dtc cresciuto “a doppia cifra nonostante la base di confronto più sfidante” e un canale wholesale “rimasto in negativo”.

Spostandoci verso l’Asia Pacifico, nei nove mesi il calo è stato il più alto, arrivando a -17,9%; negli ultimi tre mesi (a cambi costanti) le vendite sono scese del 10,5%, “con un miglioramento rispetto al secondo trimestre dovuto al canale dtc, che ha riportato un calo low-single digit”.

Con una lente sul mercato giapponese, è stato registrato un calo del 5,8% nei nove mesi e una flessione (a cambi costanti) del 5,4% nel terzo quarter, “soprattutto a causa dei minori acquisti da parte dei turisti cinesi”.

Nonostante una performance poco brillante, questa mattina il titolo di Salvatore Ferragamo cresce di oltre cinque punti percentuali in Piazza Affari. Durante l’incontro con gli analisti, riporta Barclays, il management ha indicato che da ottobre a oggi – in seguito, quindi, ai risultati dei nove mesi – la crescita del fatturato dtc è stata addirittura superiore a quella del terzo trimestre e, alla luce del trend in miglioramento, le aspettative per l’ebit dell’intero esercizio potrebbero essere lievemente superiori a qualche mese fa.

Il management, inoltre, è apparso positivo: la desiderabilità del marchio sembra migliorare, riporta ancora la banca, dunque sono stati forniti “feedback incoraggianti” sui kpi del settore retail, dal reclutamento di nuovi consumatori all’aumento del carrello medio alla crescita del tasso di conversione d’acquisto. “Lo consideriamo incoraggiante e crediamo che il peggio sia ormai alle spalle per il marchio”, conclude Barclays.

Il player ha ammesso, si legge invece su Reuters, di essere stato più colpito di altri dal rallentamento del settore, e che la situazione in Asia (sebbene compensata dall’andamento del Nord America) resta complessa, anche le lievemente migliorata nel terzo quarter. Riguardo agli Usa, “l’impatto dei dazi è stato probabilmente sopravvalutato”, avrebbe dichiarato agli analisti Ernesto Greco, membro del consiglio di amministrazione.

La società, intanto, è da marzo senza un CEO: Marco Gobbetti, infatti, aveva lasciato il timone del gruppo, di cui non era riuscito a risollevarne le sorti nei tre anni del suo mandato. “La ricerca di un nuovo CEO è in corso”, ha sottolineato Greco. A settembre il gruppo aveva perso anche il direttore finanziario Pierre La Tour e a luglio aveva presentato un piano di rilancio orientato ad arginare le perdite.

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Redazione Redazione Eventi e News