La disfatta marchigiana spegne l’illusione infantile del Pd di sfruttare Gaza

Settembre 30, 2025 - 17:00
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La disfatta marchigiana spegne l’illusione infantile del Pd di sfruttare Gaza

«La strada è quella giusta, bisogna insistere». È un classico, uno standard come si dice nel jazz. Lo ha suonato nelle ore della disfatta marchigiana Igor Taruffi, la faccia dell’orgoglio del Partito democratico mandata in un giorno cattivo a La7 per far capire che nulla cambia: avanti così fino alla disfatta finale. E lo dice non perché è il suo ruolo, ma perché lo pensa veramente, come d’altronde Elly Schlein e tutti i Nazareno-boys. Sono le ore delle scuse, delle giustificazioni, delle attenuanti generiche. 

Ci fosse un accenno di autocritica. O uno o una che avanzi anche solo l’ipotesi che il fattore G, come Gaza, non ha minimamente influito, mentre Matteo Ricci invoca il fardello dell’avviso di garanzia invece di ammettere che fare i comizi con la bandiera palestinese al collo si è rivelata, bene che vada, una cosa inutile. 

La fanfara su Flotilla, anzi, probabilmente ha dato fastidio a quei normali cittadini marchigiani che giustamente volevano sentir parlare dei problemi della loro Regione (non che Ricci non l’abbia fatto), ma solo di questi e non delle tragedie internazionali, e addirittura può aver sparso d’attorno un puzzo di strumentalità da cui rifuggire. Al di là del merito della questione, la retorica sui pacifisti del mare non solo non si è incastrata per nulla con le ricette per Jesi o Macerata, ma è risultata fastidiosa e non condivisibile. Siamo sicuri che la maggioranza degli elettori sia dalla parte dell’avventura di Flotilla?

La vecchia sinistra questo lo sapeva: ogni tipo di elezione va affrontata in modo diverso. Pensare di sversare nelle urne le piazze piene per Gaza è stata un’illusione infantile, e infatti le urne, nennianamente, sono rimaste vuote. Non si votava sulle gesta di Arturo Scotto, ma sulle proposte di Matteo Ricci: ed evidentemente, stante il risultato, anche qui qualcosa non ha funzionato. E nemmeno le sette visite di Elly Schlein hanno risolto la situazione, e forse aveva ragione il candidato sindaco di Vicenza Giacomo Possamai quando chiese ai dirigenti nazionali di non venire nella sua città e vinse le elezioni comunali. 

La calata dei big in occasione di elezioni locali forse non piace, soprattutto a sinistra. Elly Schlein ha fatto un comunicato in cui dice che era difficile. Vedremo se nei prossimi giorni qualcuno al Nazareno spiegherà perché la spallata al governo è rimandata. E perché le urne sono vuote, malgrado le piazze piene e le barche che vanno.

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Redazione Redazione Eventi e News