La Metalmeccanica arretra: -4,3% nel primo semestre, Franchi: “Poche luci e molte ombre”

i dati di federmeccanica
La Metalmeccanica arretra: -4,3% nel primo semestre, Franchi: “Poche luci e molte ombre”
Dall’ultima indagine di Federmeccanica emerge un quadro complesso per il settore metalmeccanico italiano. Nel primo semestre del 2025 la produzione è calata in media del 4,3% rispetto all’anno precedente, con una performance peggiore rispetto alla media dell’industria. A pesare sono le tensioni internazionali, l’aumento dei costi (ormai da considerarsi strutturale, secondo la federazione) e le aspettative negative sulla produzione futura.

Nei primi sei mesi del 2025 la produzione metalmeccanica ha registrato un calo medio del 4,3% rispetto al primo semestre 2024. I volumi della produzione sono aumentati nella prima metà dell’anno dello 0,5% su base congiunturale, ma nel confronto tendenziale l’attività settoriale si è confermata negativa con una contrazione del 2,8%. La flessione della produzione nel settore metalmeccanico è quindi maggiore rispetto a quella registrata dall’industria nel suo complesso (-2,8%).
Sono alcuni dei dati della 175ª edizione dell’Indagine congiunturale di Federmeccanica sull’Industria Metalmeccanica – Meccatronica italiana.
I numeri della metalmeccanica nel primo semestre del 2025: analisi di un settore in affanno
I dati Istat del secondo trimestre 2025 mostrano un’economia italiana in fase di stallo, con il PIL in calo dello 0,1% e un andamento delle esportazioni che rimane sottotono.
Sostanzialmente in stallo anche la produzione industriale: nel primo semestre del 2025, infatti, l’industria ha registrato un recupero rispetto alla tendenza negativa che ha caratterizzato tutto il 2024, seppur molto lieve. In aggiunta, il secondo trimestre dell’anno ha visto la produzione industriale contrarsi, fotografando così
la condizione di sostanziale staticità in cui versa l’industria nel nostro Paese.
Per quanto riguarda la metalmeccanica, tutti i comparti sono stati interessati da dinamiche negative, con le contrazioni maggiori che hanno interessato in particolar modo la fabbricazione di Autoveicoli e rimorchi (-18,7%).
Soltanto i comparti della Metallurgia e degli Altri mezzi di trasporto hanno registrato variazioni positive ma molto contenute, registrando aumenti rispettivamente dello 0,7% e dello 0,2%.
L’andamento della metalmeccanica nei Paesi UE
Nella media dei 27 paesi dell’Unione Europea, la produzione metalmeccanica, pur registrando un miglioramento congiunturale nel secondo trimestre, continua a mostrare disomogeneità produttive tra i principali paesi membri.
In Francia e Spagna si è verificato un recupero dell’attività produttiva (rispettivamente +2,4% e +1,9%), più marcato rispetto all’Italia (+0,5%), mentre la Germania ha registrato un’ulteriore contrazione (-1,0%), in peggioramento rispetto al -0,6% del primo trimestre.
Bilancia commerciale metalmeccanica: l’export frena a causa delle tensioni globali
Nel primo semestre del 2025 le tensioni internazionali e le politiche commerciali degli Stati Uniti hanno influenzato negativamente l’export del settore metalmeccanico italiano.
Il valore delle esportazioni è diminuito complessivamente dello 0,5% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, con cali sia verso i paesi dell’Unione Europea (-0,4%) che verso i mercati extracomunitari (-0,6%).
Nonostante le importazioni siano rimaste stabili (+0,2%), il settore mantiene un avanzo commerciale di 24,9 miliardi di euro.
Tra i principali partner commerciali si nota un aumento delle esportazioni verso la Germania (+2,0%), sebbene il calo produttivo del paese nel secondo trimestre possa avere ripercussioni future.
Si registra invece una netta diminuzione dei flussi verso la Francia (-4,2%). Il calo più significativo si osserva però negli Stati Uniti, dove le vendite sono scese del -6,1%.
Le imprese frenano sulla produzione, ma non sul lavoro
Anche la consueta indagine sul sentiment delle imprese della metalmeccanica fotografa la difficile e complessa fase che sta attraversando il settore, con ordini in
portafoglio che si confermano negativi e aspettative a breve condizionate da un clima di forte incertezza che si ritrova nei segnali contrastanti e altalenanti forniti dalle imprese.
Sul fronte produttivo si registra un peggioramento delle aspettative: solo il 19% delle imprese prevede un aumento della produzione nei prossimi mesi, in netto calo rispetto al 26% del trimestre precedente, mentre il 25% si aspetta una diminuzione.
Anche il portafoglio ordini riflette questa tendenza, con il 24% delle aziende che segnala una diminuzione e solo il 20% un aumento. A complicare il quadro, il 10% delle imprese valuta la propria situazione di liquidità come “cattiva o pessima”.
Le prospettive occupazionali sono però relativamente ottimistiche: il 72% delle aziende non ha intenzione di modificare l’attuale forza lavoro e la percentuale di imprese che prevede aumenti di personale (15%) è superiore a quella che pronostica ridimensionamenti (13%).
“Dalla nostra indagine congiunturale emergono poche luci e molte ombre osservando il passato, mentre troviamo una nebbia spessa alzando lo sguardo verso il futuro. Le nostre imprese stanno affrontando numerosi problemi che si amplificano a causa della grande incertezza”, commenta il Direttore Generale di Federmeccanica Stefano Franchi.
“Siamo entrati in questa fase portando ancora i segni profondi di pesanti crisi che si sono succedute, segni che sono diventate cicatrici indelebili. I costi per fare impresa sono schizzati verso l’alto e lassù sono rimasti, un incremento che ormai si può considerare strutturale. Oggi, per produrre, si spende circa il 20% in più rispetto a pochi anni fa. Di questo si deve tener sempre più conto in qualsiasi ambito, a maggior ragione considerando i bassi livelli di redditività di molte imprese. Questa è la realtà con cui tutti si devono confrontare e con la quale non ci si può scontrare”, aggiunge.
“Abbiamo sempre invocato politiche industriali continentali e nazionali che siano mirate alla crescita ed efficaci, quindi semplici da applicare e durature. Per spingere gli investimenti indispensabili a far recuperare la competitività al nostro settore, serve una visione industriale di lungo periodo che dia stabilità e certezze. Non è ancora troppo tardi, ma occorre fare presto, molto presto”, conclude la Vice Presidente di Federmeccanica, Alessia Miotto.
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