La nave della compagnia israeliana Zim torna in porto, Calp: “Monitoriamo”. Mobilitazione via mare


Genova. “Abbiamo saputo che la motonave Zim New Zealand sta rientrando in porto per effettuare solo operazione di scarico di circa 150 container e non effettuerà nessun carico per poi lasciare il porto di Genova. Stiamo monitorando la situazione, chiediamo a tutti di rimanere allertati, nel caso in cui avessimo informazioni diverse e nel caso in cui fosse necessario muoversi verso varco Etiopia. Questa nave non deve imbarcare nulla per Israele”.
Questo il messaggio diramato attraverso i social dal Calp, il collettivo autonomo dei lavoratori portuali di Genova e relativo ai movimenti del cargo della compagnia israeliana che sabato sera – nell’ambito della fiaccolata per Gaza cui hanno partecipato 25mila genovesi – ha reso necessario il distacco di parte dei manifestanti.
Poco prima della partenza del corteo, infatti, era arrivata la notizia dell’attracco della nave e il timore era che potesse imbarcare materiale pericoloso, forse anche armi, destinato a Israele. Dopo un presidio – controllato anche dalle forze dell’ordine – da parte di centinaia di persone, la nave ha lasciato il porto senza caricare container. Ora, l’aggiornamento.
I container restano quindi in banchina. Secondo il Calp saranno ispezionati uno a uno nei prossimi giorni. “Gli strumenti che abbiamo per adesso sono questi, chiediamo il blocco totale dell’export e import per Israele, per fermare il massacro in Palestina e difendere la flotilla”.
All’appello di oggi del Calp, relativo alla necessità di tenere alta l’attenzione, hanno risposto alcuni attivisti che si sono organizzati con piccole imbarcazioni, per lo più a vela, per seguire via mare i movimenti della Zim New Zealand.
La mobilitazione via mare
Questa mattina, nello specchio acqueo davanti alla costa genovese, diverse barche con bandiere della Palestina al vento si sono avvicinate alla grossa portacontainer battente bandiera liberiana diretta nuovamente al porto di Genova: un “monitoraggio” simbolico che ha proseguito “via mare” le iniziative di queste ore in contrasto a quella che gli attivisti definiscono “logistica delle armi”.
La piccola flotta di imbarcazioni, terminata l’azione, hanno preso la navigazione sottocosta, come previsto dall’iniziale programma dell’iniziativa “Da sponda a sponda”, promossa nei giorni scorsi: oltre alle bandiere della Palestina, sulle barche sono stati esposti striscioni che riportano gli slogan simbolo della battaglia “contro il genocidio”, visibili anche dalle spiagge del levante genovese.
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