L’Eldorado immobiliare di Gaza e la Super Sparta di Netanyahu

C’è un nesso tra le parole del ministro israeliano di estrema destra Bezalel Smotrich sul futuro di Gaza come un Eldorado immobiliare («a potential real estate bonanza») da spartire con gli amici americani, gli unici rimasti, e il discorso pronunciato il giorno prima da Benjamin Netanyahu sulla necessità che Israele divenga «una Super Sparta». Direi quasi un’implicazione reciproca.

Il delirio autarchico, isolazionista, militarista e suprematista rappresentato dal mito di Sparta è evidentemente quanto di più lontano si possa immaginare dalla tradizione del popolo ebraico, non per nulla è da sempre un tipico riferimento di tutti i suoi peggiori nemici e persecutori. Ed è anche la prova, l’ultima di una lunga serie, che i ministri fascisti hanno conquistato la piena egemonia non solo sull’esecutivo, ma sullo stesso primo ministro. Le parole di Netanyahu, tanto più se lette in parallelo con quelle di Smotrich, dimostrano insomma che il governo fascista dello stato ebraico è ormai più fascista che ebraico.

L’idea di costringere alla fuga milioni di palestinesi, radere al suolo le loro case e costruirci sopra una gigantesca speculazione immobiliare assieme all’amico Trump, la famosa Gaza Riviera, nella sua oscena assurdità, si può considerare a tutti gli effetti come il battesimo della «Super Sparta» di Netanyahu.

Il nesso è non solo logico e politico, ma persino estetico e lessicale: una koinè del nuovo fascismo globale che risuona distintamente tanto nelle parole del primo ministro israeliano quanto nelle dichiarazioni del presidente americano, in quel misto di affarismo, narcisismo e machismo trash che contraddistingue tutti i campioni della «democrazia illiberale», da Viktor Orbán a Vladimir Putin. Una ragione di più per guardare con preoccupazione all’atteggiamento del governo italiano, che in Europa continua a frenare su qualunque seria presa di posizione su Gaza, salvo poi tentare pure di salvare la faccia con qualche blanda presa di distanza dalle scelte più estreme della destra israeliana.

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