LFW 2026: cosa sappiamo sui marchi emergenti e come influenzeranno la moda

Settembre 18, 2025 - 13:00
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LFW 2026: cosa sappiamo sui marchi emergenti e come influenzeranno la moda

Con la stagione autunno 2026, la London Fashion Week entra ufficialmente in una nuova era. Il cambiamento non è solo nella forma, ma soprattutto nella sostanza: il sistema moda britannico sembra aver finalmente compreso l’importanza strategica della nuova generazione di designer, offrendo loro visibilità, risorse e uno spazio che non è più solo simbolico, ma concreto.

Alla guida di questa trasformazione c’è il British Fashion Council, ora sotto la direzione della nuova CEO Laura Weir, che ha promesso un’edizione più inclusiva, sperimentale e orientata al futuro. E i segnali sono già evidenti.

LFW 2026: cosa sappiamo sui marchi emergenti

I marchi emergenti presenti in questa edizione stanno portando una vera e propria ondata di freschezza, con estetiche che sfidano apertamente le convenzioni consolidate. C’è una chiara voglia di allontanarsi dai codici tradizionali per esplorare territori nuovi, sia dal punto di vista culturale che stilistico.

uomini con abiti genderless
LFW 2026: cosa sappiamo sui marchi emergenti – sfilate.it

Designer come Oscar Ouyang e Liza Keane stanno ridefinendo i confini del menswear attraverso lavorazioni knitwear complesse e silhouette ibride, mentre altri nomi come Dreaming Eli e Kyle Ho propongono un romanticismo destrutturato, con tagli fluidi e costruzioni sartoriali che sfumano tra il maschile e il femminile.

Come potrebbero influenzare le tendenze moda fine 2025/2026

Una delle tendenze più forti emerse a LFW SS26 è proprio la rottura con il concetto binario di genere. Molti giovani brand non si limitano più a presentare collezioni “genderless” per strategia, ma concepiscono i loro capi in modo autenticamente fluido, partendo dal corpo come tela aperta, non come categoria da definire.

A livello visivo, ciò si traduce in capi stratificati, giochi di trasparenze, proporzioni decostruite e materiali in contrasto, che raccontano identità plurali e in continuo mutamento. L’inclusività non è però solo questione di genere: molti dei nuovi protagonisti della moda londinese provengono da background culturali diversi, e portano con sé una ricchezza visiva che si riflette in collezioni profondamente personali.

Le influenze globali — dall’Asia al Medio Oriente, dal Sudamerica all’Africa — si fondono in visioni che non cercano più l’approvazione dell’establishment occidentale, ma propongono linguaggi propri. È il caso, ad esempio, della designer indiana Anamika Khanna, che ha utilizzato LFW come piattaforma per ridefinire l’estetica indo-occidentale attraverso il suo marchio AK|OK.

Anche la sostenibilità torna protagonista, ma non come semplice etichetta di marketing. I materiali di recupero, il deadstock, i filati riciclati e le tecniche di produzione a basso impatto ambientale non sono più un’eccezione, ma una condizione quasi imprescindibile tra gli emergenti. Alcuni brand stanno inoltre sperimentando nuove tecnologie tessili e forme di produzione decentralizzate, dimostrando che è possibile coniugare estetica, artigianato e innovazione tecnologica.

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Redazione Redazione Eventi e News