Lululemon, Q2 al ribasso e taglia l’outlook per il 2025

Secondo trimestre in frenata per Lululemon. Il brand canadese di athleisure ha registrato un fatturato di 2,53 miliardi di dollari (2,16 miliardi di euro al cambio di oggi), leggermente sotto le attese degli analisti, fissate a 2,54 miliardi. In calo anche l’utile netto, pari a 370,9 milioni di dollari nel trimestre, rispetto ai 392,9 milioni dello stesso periodo dello scorso anno. L’utile per azione si è invece attestato a 3,10 dollari, contro i 3,15 dollari del secondo trimestre 2024, ma sopra il consenso degli analisti, fissato a 2,87 dollari.
Nel corso della presentazione dei dati, l’amministratore delegato Calvin McDonald ha rivisto al ribasso l’outlook per il 2025, provocando un calo del titolo in Borsa di oltre il 16%. L’azienda prevede un impatto di circa 240 milioni di dollari sull’utile lordo del 2025, legato all’aumento dei dazi e alla rimozione dell’esenzione de minimis, che consentiva l’importazione negli Stati Uniti di pacchi di valore pari o inferiore a 800 dollari senza tasse. L’impatto sul margine operativo dovrebbe salire a 320 milioni di dollari nel 2026.
McDonald ha sottolineato il buon momento internazionale per Lululemon, ma ha espresso delusione per le performance negli Stati Uniti, cresciute di appena l’1%, e per alcune scelte di prodotto, confermando l’impegno a rafforzare il mix merceologico e accelerare la crescita. La CFO Meghan Frank ha evidenziato che i risultati hanno superato le attese sull’utile per azione, ma non sui ricavi, penalizzati dai dazi sulle importazioni.
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