Marilyn Monroe, abbiamo scoperto il suo profumo preferito: no, non è Chanel

Quando pensiamo a Marilyn Monroe la mente corre subito a immagini precise. Il vestito bianco sollevato dal vento, il sorriso magnetico, le sue dichiarazioni che hanno fatto epoca.
Tra queste, quella sul profumo ha avuto un destino particolare. L’idea che andasse a dormire indossando solo due gocce di Chanel N°5 è entrata così tanto nell’immaginario collettivo da diventare quasi parte integrante del mito. Una frase che all’epoca fece scandalo, oggi trasformata in leggenda beauty che ha attraversato generazioni.
Eppure, dietro quel racconto iconico c’era molto altro. Marilyn non era donna da accontentarsi di una sola fragranza, e la sua relazione con i profumi racconta una parte più intima della sua personalità. La scoperta di un’altra essenza che amava davvero, lontana dai riflettori e dalle interviste studiate, ci restituisce un’immagine più umana, fatta di abitudini quotidiane e piccoli gesti privati.
Oltre il mito, la passione per Floris Rose Geranium
L’intervista al magazine Life nel 1952 ha creato una delle immagini più forti della storia del beauty, quella della star che confessa di andare a letto indossando solo poche gocce di profumo. Fu una frase che colpì perché ribaltava le convenzioni dell’epoca, trasformando un’abitudine personale in dichiarazione di sensualità. Non sorprende che abbia contribuito a consolidare il mito della fragranza francese, legandola per sempre al volto della diva.
Ma ridurre Marilyn a quella sola risposta sarebbe ingiusto. La sua passione per i profumi era autentica, quasi ossessiva, e non si limitava certo a un flacone. Negli archivi della storica profumeria Floris di Londra è emersa una ricevuta che testimonia l’acquisto di sei bottigliette di Rose Geranium, spedite direttamente al Beverly Hills Hotel dove la star alloggiava durante le riprese di A qualcuno piace caldo.
Rose Geranium era una fragranza meno appariscente rispetto a Chanel N°5, ma proprio per questo svela qualcosa di profondo. Le note di rosa e geranio, intrecciate a quelle più fresche di citronella e al calore del sandalo, restituivano un profumo complesso ma non eccessivo. È interessante pensare a Marilyn che lo indossava nelle giornate di lavoro o nei momenti più privati, lontana dagli occhi del pubblico.
La psicologia del profumo è potente perché lega ricordi ed emozioni, e in questo senso la scelta di Marilyn dice molto di lei. Una donna che cercava equilibrio tra visibilità e intimità, tra l’immagine costruita e la necessità di ritagliarsi spazi di autenticità. Forse è per questo che acquistava i flaconi in grandi quantità, come se volesse garantirsi una scorta di quella sicurezza olfattiva che le serviva per affrontare un mondo sempre pronto a giudicarla.
Oggi Floris Rose Geranium non esiste più nella sua forma originale di eau de toilette. Le sue note vivono ancora in una Bath Essence della stessa maison. La forza di questa storia sta nel mostrarci come anche i miti abbiano fragilità, preferenze, piccoli segreti che non sempre coincidono con l’immagine pubblica.
Marilyn Monroe resterà per sempre legata a Chanel N°5, ma sapere che il suo cuore batteva anche per un profumo meno conosciuto ci fa percepire la donna oltre l’icona. È in questa doppia fedeltà, tra l’essenza che ha fatto sognare il mondo e quella che l’accompagnava in silenzio, che ritroviamo la complessità e la bellezza di un personaggio che ancora oggi continua a ispirare.
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