Mentre il mondo brucia, la solita Italietta si gira dall’altra parte

Settembre 10, 2025 - 03:30
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Mentre il mondo brucia, la solita Italietta si gira dall’altra parte

S’incrociano nei cieli i fulmini delle guerre, l’attentato a Gerusalemme est che ha causato sei vittime («Azione eroica», per la belva Hamas) e il susseguirsi da giorni di pesanti bombardamenti sull’Ucraina, ma il Parlamento italiano riapre parlando d’altro, del mitico riarmo, lo spauracchio degli estremisti di destra e di sinistra (Lega e Avs-M5s) con gli altri in mezzo a cercare mediazioni e scappatoie parlamentari.

La situazione internazionale volge al peggio tra l’inasprirsi dei conflitti, la pavidità americana, le difficoltà europee di cui l’ultima tappa è la crisi di governo in Francia, premessa per un nuovo aggrovigliarsi di tensioni a Parigi, proprio laddove si cerca di organizzare qualcosa a sostegno dell’Ucraina.

Il contraccolpo europeo della caduta del governo Bayrou può essere molto duro. L’Europa traballa e appare senza una guida forte: domani Ursula von der Leyen terrà l’attesissimo discorso sullo stato dell’Unione e si misurerà la tenuta della maggioranza socialisti-liberali-popolari-conservatori. Non è in discussione la Commissione, è in discussione la solidità del suo progetto, ammesso che esista.

Ieri sul Corriere Paolo Mieli ricordava giustamente l’urgenza di una mobilitazione generale a favore di Kyjiv mentre l’opinione pubblica democratica è tutta rivolta alle stragi di Gaza. Dovrebbe essere la sinistra a battere un colpo, ma non si muove nulla, tranne ovviamente la magnifica iniziativa di Ventotene ideata dalla vicepresidente del Parlamento europeo Pina Picierno, dal 12 al 14 settembre, dove parteciperanno premi Nobel e dissidenti da tutto il mondo.

In questa situazione in cui crollano simultaneamente molte certezze, sembra incredibile che la sinistra e la Lega neghino la necessità di rafforzare l’Europa anche dal punto di vista militare, come persino un economista di sinistra, Joseph Stiglitz, ha sostenuto – come ha notato qui Francesco Cundari, riportando le parole del premio Nobel americano: «L’Europa deve imparare a vivere senza gli Stati Uniti, o almeno a fare sempre meno affidamento su Washington. È la sola strada perché conquisti una vera sovranità economica e politica. Ed è una strada che passa anche da maggiori investimenti sulla difesa».

Ma Alleanza Verdi-Sinistra e Movimento 5 stelle non la pensano così. Anzi, hanno presentato mozioni che verranno votate domani a Montecitorio. La mozione di Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli impegna il governo «a recedere dall’accordo sottoscritto dal Presidente del Consiglio Giorgia Meloni all’Aja, gli scorsi 24 e 25 giugno, che impegna i Paesi aderenti all’Alleanza Atlantica a investire il cinque per cento del Prodotto interno lordo per spese relative alla difesa e alla sicurezza entro il 2035, spese militari che nel nostro Paese hanno già raggiunto purtroppo il 2 per cento del Prodotto interno lordo».

Ovviamente il governo non è d’accordo, ma vedremo che farà una Lega che si disinteressa totalmente dei problemi mondiali e che sposa un’astratta causa fintamente pacifista.

Ma sarà ancora più interessante – specie per i cultori del campo largo – capire cosa farà il Partito democratico, ormai parte integrante del tripartito Pd-M5s-Avs. Il campo costruito in ogni modo e con tutti i mezzi per le Regionali è ostile al riarmo europeo, ma Elly Schlein deve sempre tenere conto delle posizioni europeiste (rispettose delle decisioni già assunte a Bruxelles) dei riformisti. Per cui come al solito il Nazareno presenterà in tempo utile una sua mozione critica verso il riarmo dei singoli Paesi (che ancora nessuno ha capito bene cosa voglia dire) e attenta a che non venga mortificata la spesa sociale a favore delle spese militari. Un testo light che potrebbe consentire le solite diavolerie parlamentari, tipo astensioni incrociate e voti per parti separate. Mentre il mondo brucia.

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Redazione Redazione Eventi e News