Milano, in 20mila al corteo per il Leoncavallo. Lanci di uova contro le forze dell’ordine

Circa 20mila persone – secondo la Questura – sono scese in strada a Milano per il corteo ‘Giù le mani dalla città’, organizzato per dire no allo sgombero, effettuato lo scorso 21 agosto, dello storico centro sociale Leoncavallo di via Watteau. La manifestazione è partita intorno alle 15 da Porta Venezia, per poi spostarsi verso piazza Fontana.
Manifestanti lanciano uova contro forze dell’ordine
Anche momenti di tensione nella manifestazione quando, davanti alla Prefettura di Milano in corso Monforte, alcuni manifestanti hanno lanciato uova verso le forze dell’ordine. Non si sono registrati però ulteriori incidenti.
Dai manifestanti insulti a Catella
Si sono anche sentiti insulti nei confronti del patron di Coima, Manfredi Catella, indagato nell’inchiesta sull’urbanistica del capoluogo lombardo e considerato dai manifestanti simbolo del ‘modello Milano’ improntato su interessi immobiliari privati e speculativi a svantaggio degli spazi sociali come appunto il Leoncavallo.
Fratoianni: “Leoncavallo luogo da difendere e premiare”
Presenti al corteo anche alcuni esponenti politici, come il segretario di Sinistra Italiana, Nicola Fratoianni. I luoghi che “producono cultura, arte e socialità e resistono all’imbarbarimento delle relazioni civili” sono “spazi che andrebbero difesi e premiati, invece c’è chi pensa che a queste pratiche si risponda con la repressione, con gli sgomberi. Del resto questo è il governo del decreto sicurezza. Immaginano che la sicurezza sia impedire alle persone di dissentire. Dovrebbe essere il contrario. È la destra italiana”, ha affermato Fratoianni.
Salis (Avs): “Qui per solidarietà a spazi sociali in Italia”
Alla manifestazione anche l’eurodeputata di Avs, Ilaria Salis, che ha dichiarato: “È importante essere qui per solidarietà a tutti gli spazi sociali in Italia e per ribadire il diritto alla città. Milano non deve essere un privilegio”.
Lega: “Indecente corteo a favore dei delinquenti”
Dalle file della maggioranza, disapprovazione nei confronti del corteo. “La manifestazione di sostegno ai delinquenti del Leoncavallo non ha avuto i numeri che si aspettavano i giornali e gli stessi organizzatori. Risulta comunque indecente la presenza di Pd e realtà come Cgil e Anpi al fianco di chi vive nell’illegalità e odia le forze dell’ordine. Hanno dimostrato, una volta di più, di essere al fianco di chi non rispetta le leggi”, hanno dichiarato in una nota Silvia Sardone, vice segretario della Lega e consigliere comunale milanese e Samuele Piscina, segretario provinciale Lega e consigliere comunale. “Evidentemente per loro è giusto occupare per decenni non pagando le tasse e le bollette. Come dimenticare gli oltre 805 mila euro di debito al Comune per la Tari dal 2010 e i 3 milioni che devono al Ministero degli Interni. Tra l’altro il cortocircuito a sinistra è ridicolo nella sua evidenza: in piazza esponenti Pd e dei partiti che hanno sostenuto per anni le politiche della giunta Sala, fortemente criticate dalla maggioranza dei presenti al corteo. Stamane abbiamo avuto inoltre un assaggio della violenza degli antagonisti presso l’ex Leoncavallo dove un gruppo di facinorosi ha lanciato grossi petardi e fumogeni verso le forze dell’ordine al grido di ‘Piantedosi pezzo di m***’ e sbandierato il vessillo del Lambretta, al quale il Comune ha assegnato scandalosamente un ex mercato in via Rizzoli. La Lega non starà a guardare ed è pronta a protocollare l’esposto alla Procura della Repubblica e alla Corte dei Conti nel caso in cui lo stabile in San Dionigi fosse assegnato, come ormai è scontato, al Leoncavallo”.
Lo sgombero del Leoncavallo
La manifestazione è stata organizzata in seguito allo sgombero del Leoncavallo, dopo 31 anni, dalla storica sede di via Watteau a Milano. Lo scorso 21 agosto, poco prima delle 9, ufficiale giudiziario e polizia hanno effettuato le operazioni di sfratto, avvenute senza alcuna resistenza né problemi di ordine pubblico. In quel momento nello stabile di via Watteau – utilizzato dal centro sociale dopo l’abbandono della sede nell’omonima via in cui il Leoncavallo era stato fondato nel 1975 – non era presente nessuno. Nello stesso pomeriggio dello sfratto, gli attivisti hanno convocato un’assemblea lanciando la mobilitazione per la giornata di oggi, sabato. Lo sfratto era stato più volte sollecitato dalla proprietà dell’immobile, la società ‘L’Orologio srl’ del gruppo Cabassi. Lo stabile, ha fatto sapere la Prefettura meneghina, è stato riconsegnato “per la messa in sicurezza”. Occupato nel settembre 1994 “senza titolo”, l’autorità giudiziaria aveva da tempo condannato gli occupanti a rilasciare l’immobile e dal 2005 vi sono stati numerosi tentativi di accesso da parte dell’ufficiale giudiziario, risultati infruttuosi. La Corte di Appello di Milano – Seconda Sezione Civile, con sentenza resa il 29 ottobre 2024, aveva condannato il Ministero dell’Interno al risarcimento del danno a favore della proprietà per oltre 3 milioni di euro (3.309.150 di euro per la precisione, 303.915 euro all’anno per gli ultimi dieci anni), nonché alle spese e agli interessi legali. In seguito, dopo la decisione della Seconda sezione della Corte d’appello del Tribunale Civile di Milano seguita al ricorso presentato dai proprietari, il Ministero dell’Interno aveva chiesto all’associazione Mamme antifasciste del Leoncavallo il pagamento dell’intera somma, per la quale era stata avviata una raccolta fondi.
Questo articolo Milano, in 20mila al corteo per il Leoncavallo. Lanci di uova contro le forze dell’ordine proviene da LaPresse
Qual è la tua reazione?






