Monster Hunter Wilds Title Update 3 Anteprima


La parabola di Monster Hunter Wilds è stata piuttosto imprevedibile, con il titolo che dopo aver conseguito il miglior lancio della storia della popolare serie di Capcom si è improvvisamente arenato, spingendo il publisher a dichiararsi insoddisfatto del successo commerciale a lungo termine della produzione.
Non sono riusciti a risollevare il gioco i due precedenti title update: il primo che ha introdotto il Mizutsune e il secondo che, invece, ha portato nel gioco Lagiacrus e Seregios, entrambi accusati di non aver introdotto cacce sufficientemente complesse e tali da rinfoltire un endgame estremamente scarno.
Con il terzo aggiornamento del titolo, tuttavia, parrebbe che gli sviluppatori abbiamo finalmente deciso di rispondere alle lamentele della fanbase con una missione in collaborazione con Final Fantasy XIV che dovrebbe porre a dura prova anche i giocatori più esperti, in attesa, ovviamente, dell'arrivo del Gogmazios: primo drago anziano a sbarcare su Wilds.
Siamo volati fino a Tokyo dove durante il TGS abbiamo potuto provare con mano lo scontro con Omega Planetes e abbiamo intravisto il nuovo impulso che la software house nipponica vuole donare alla sua sventurata creatura. Questo è tutto quello che abbiamo scoperto.
Il title update 3 di Monster Hunter Wilds
Prima di eviscerare l'intera battaglia contro la terribile arma robotica è necessario introdurre una serie di concetti che hanno contraddistinto la nostra partita. Innanzitutto ci siamo trovati a giocare con un personaggio non nostro, senza conoscere le caratteristiche e le debolezze del mostro e costretti a sfruttare armi ed equipaggiamenti predisposti da Capcom.
In secondo luogo, abbiamo affrontato un nemico estremamente coriaceo che nelle ristrette tempistiche disponibili ci è apparso volutamente impossibile da abbattere in tempo. Pertanto, è possibile che nel contesto consueto della propria campagna il livello di difficoltà sia differente rispetto a quello da noi avvertito in Giappone.
Detto ciò, è il momento di partire. Omega Planetes è una creatura ben diversa rispetto alle altre presenti in Monster Hunter WIlds. Ci troviamo, infatti, dinanzi ad una macchina: un gargantuesco essere tecnologico dotato di armi avanguardistiche e di pattern di attacco inediti nell'ecosistema del titolo.
In secondo luogo, la sua natura robotica limita sostanzialmente la possibilità di attaccare le parti ferite del nemico e disinnesca una delle meccaniche più facili da abusare dell'action di Capcom, diminuendo le opportunità atte a staggerare la propria preda o ad utilizzare nei suoi confronti gli attacchi dai tempi di carica più lunghi.
In questo, la battaglia finisce per rassomigliare in maniera maggiore a quelle delle incarnazioni precedenti della saga e, sebbene riesca a porre il giocatore dinanzi a una sfida realmente complessa come più volte richiesto dalla community, lo fa sacrificando uno degli elementi costitutivi del combat system di Wilds, in quella che appare quasi come un'ammissione di colpa da parte del team.
Ma gli assi di Omega Planetes non finiscono affatto qui. Esso, infatti, possiede una serie di attacchi chiaramente reminiscenti delle bossfight tipiche degli MMO (d'altronde proprio a tale genere appartiene Final Fantasy XIV) che delimitano alcune sezioni dell'arena le quali verranno successivamente coinvolte in giganteschi AoE.
Questi sono molto prevedibili ma non per questo inefficaci. Innanzitutto le tempistiche che intercorrono tra la comparsa dei segnali sul campo di battaglia e l'esecuzione effettiva della mossa sono abbastanza ristrette, in secondo luogo la maggiore lentezza di movimento del cacciatore rende piuttosto difficile rimediare ai propri errori di posizionamento, costringendo a venire colpiti.
Il danno, inoltre, è elevatissimo ed anche un minimo errore può rischiare di compromettere l'intera partita. È palese che questa caccia debba rappresentare un picco enorme di difficoltà rispetto a quelle che l'hanno preceduta e riesce nel suo intento, pur sacrificando chiarezza ed equilibrio allo scopo.
L'automa possiede una mole considerevole di risorse: da fiammate che incendiano ampie parti del terreno, a missili a ricerca, fino a cariche improvvise e raggi laser tali da abbattere chiunque non abbia la barra della vita piena. Non solo, dunque, i suoi attacchi risultano estremamente appariscenti ma esso li lancia in rapide sequenze, spesso sovrapponendoli.
Se dal punto di vista visivo la caccia è notevole, d'altro canto rischia di generare molteplici situazioni confuse o del tutto illeggibili oltre a mettere a dura prova la già assai criticata ottimizzazione del gioco. Eppure, nonostante ciò, siamo felici di trovarci davanti al primo scontro veramente ben strutturato dell'esperienza, tale da offrire uno sprazzo di quell'endgame che non è mai riuscito a germogliare.
Altro fiore all'occhiello dello scontro è la capacità di Omega Planetes di evocare un altro mostro del titolo in forma spettrale ed entrare in una fase di invincibilità finché esso rimane in vita. Questa meccanica per quanto possa sembrare ardua non è così complessa. il fantasma, infatti, va giù in una manciata di colpi mentre l'automa diviene completamente passivo.
Questo sistema, dunque, ha lo scopo di infierire nei confronti di quella è la maggiore costrizione posta dinanzi al giocatore: il tempo. Ci troviamo, infatti, dinanzi a una battaglia logorante, contro una creatura gigantesca ma dalla notevole mobilità e dalle risorse pressoché illimitate, tale da generare la caccia più lunga dell'intero titolo.
Conclusioni
Con l'introduzione di Omega Planetes, Monster Hunter Wilds (qui la nostra recensione) dimostra di aver recepito il messaggio e di trovarsi sulla buona strada. Il titanico automa di Final Fantasy XIV genera una tenzone all'ultimo sangue, dall'elevata complessità e finalmente riporta in auge missioni più longeve come quelle che hanno determinato il successo della saga.
Ciò che viene perduto in termini di pulizia e di equilibrio è giustificato dall'arrivo di uno scontro che accoppia all'eccellente gameplay di Wilds la prima minaccia veramente considerevole e che farà la gioia di tutti quei veterani rimasti delusi dall'eccessiva semplificazione del gioco.
Ciò nonostante ci troviamo dinanzi soltanto a un piccolo passo in avanti, rappresentato da un singolo mostro che, considerando la progressione snella del titolo Capcom, faticherà a tenere i giocatori impegnati fino all'arrivo del Gogmazios. A segnare il destino dell'opera e del futuro della serie intera, dovrà, dunque, essere l'espansione. Gli auspici, tuttavia, sembrerebbero favorevoli.
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