Nintendo, in collaborazione con The Pokémon Company, ha ottenuto un nuovo brevetto negli Stati Uniti che riguarda un meccanismo di gameplay tanto "classico" quanto onnipresente nei giochi di creature: evocare un personaggio (un "sub character") che combatte per te.
Il brevetto in questione è il stato depositato nel 2023 e approvato recentemente dall'USPTO senza particolari obiezioni. Esiste anche un altro brevetto collegato che riguarda lo "smooth switch" (passaggio fluido) tra oggetti cavalcabili o montabili.
Cosa copre davvero questo brevetto e perché è tanto importante per Nintendo?
Secondo le descrizioni ufficiali e le analisi indipendenti:
Il gioco deve essere su console, PC o dispositivo simile con un supporto di memoria ("storage medium") che contenga il programma.
Il giocatore controlla un personaggio che si muove in uno spazio virtuale.
Deve essere possibile evocare un "sub character" (cioè un'entità che non è il giocatore principale) sul campo, usando un input specifico.
Se al momento dell'evocazione c'è già un nemico nel luogo dove compare il sub character, si innesca un combattimento "manuale" o "assistito". Se non c'è, può muoversi automaticamente fino a incontrarlo, oppure il giocatore può dirigerlo.
Queste condizioni sembrano descrivere meccaniche usate in decine, forse centinaia di giochi, non solo Pokémon ma anche altri titoli con evocazioni, minion, pet, supporti automatici o semiautomatici.
Oh, la meraviglia del progresso: Nintendo ora possiede legalmente un pezzo di quel gameplay che molti di noi tengono per scontato come il pane quotidiano o bere un bicchiere d'acqua nei giochi. Vuoi far combattere un mostro al posto tuo? Attenzione, potresti infrangere un brevetto. Evochi un alleato in qualche modo sul campo di battaglia? Forse ti sfugge di mano una causa legale. Ti servirà un avvocato ogni volta che qualcosa comparirà sullo schermo, qualcosa che non sia il protagonista.
Nintendo effettua questo passo probabilmente con l'obiettivo di tutelare Pokémon e limitare la concorrenza diretta, in particolare Palwrold, già coinvolto in cause legali con Pocketpait.
E qui arrivo al punto: questa faccenda è non solo assurda, ma potenzialmente pericolosa per il mondo dello sviluppo videoludico. Brevetti così generici rischiano di soffocare la creatività, soprattutto quella dei piccoli team indipendenti che non hanno i mezzi legali ed economici per difendersi. Un'azienda enorme come Nintendo può permettersi di depositare brevetti su meccaniche che esistono da decenni; uno studio indie invece potrebbe essere costretto a cambiare progetto o rinunciare a un'idea solo per evitare guai.
Inoltre, il fatto che l'USPTO approvi un brevetto tanto ampio e poco specifico lascia molti dubbi sull'efficacia del sistema: si tratta di un'innovazione reale o di una mossa puramente difensiva per blindare il mercato? Il rischio è che, a furia di mettere il lucchetto anche su concetti basilari, il settore finisca in un pantano legale in cui la sperimentazione diventa un campo minato.
In conclusione: capisco la logica aziendale che spinge Nintendo a tutelare Pokémon e i suoi franchise, ma come appassionato credo che questa sia una direzione pericolosa. non danneggia i giocati direttamente, ma colpisce chi crea i giochi che amiamo. E se gli sviluppatori hanno sempre più paura di usare idee "troppo simili", il risultato sarà un'industria più povera e meno libera.
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