«Ordo Virginum», consacrate per portare speranza


Sarah, Annamaria, e Silvia. Tre vite, con esperienze e studi diversi alle spalle, ma con un’unica ragione per ritrovarsi insieme, in una mattina dal sole splendido, in quella che anticamente si chiamava la Basilica Virginum, l’odierna San Simpliciano, con l’Arcivescovo, tanti amici e parenti, le consorelle: dire il sì definitivo al Signore attraverso la consacrazione nell’Ordo Virginum.
Rito – che si ripete pubblicamente senza interruzioni da tre decenni nella nostra Diocesi – presieduto appunto dal vescovo Mario e che viene concelebrato da una ventina di sacerdoti tra cui l’arcivescovo metropolita di Ravenna-Cervia, monsignor Lorenzo Ghizzoni, il vicario episcopale per la Vita consacrata e le forme di nuova Consacrazione, monsignor Walter Magni, e il delegato arcivescovile per l’ «Ordo», don Dario Balocco che, porgendo il saluto di benvenuto, ricorda come le tre candidate «abbiano desiderato la consacrazione dallo Spirito santo per poter vivere nella vita di tutti i giorni l’esperienza di sentire la voce del Signore».
Sarah, Annamaria e Silvia si accostano all’altare con il cero pasquale (Agenzia Fotogramma)
Dopo le Letture, l’inizio della liturgia delle consacrazione con la chiamata per nome di Sarah Bragonzi, da Bernareggio, maestra nella scuola primaria, di Annamaria Cecchetto di Solaro, laureata in Filologia moderna e in Scienze religiose, docente e autrice, e di Silvia Piro, educatrice di origini campane, ma residente a Cologno Monzese che per la consacrazione hanno compiuto un cammino formativo di 6 anni. Sono loro che, avvicinandosi all’Arcivescovo, accendono le lampade che portano tra le mani al cero pasquale, con un gesto simbolico che richiama le vergini sagge della parabola evangelica.
La brezza leggera che attraversa la città
«Si può dire che la brezza leggera, la brezza del giorno sulla quale cammina il Signore sia la verginità», osserva subito il vescovo Mario nell’omelia. «La verginità consacrata nell’Ordo Virginum è come una brezza leggera: non sta chiusa tra quattro mura, non si lascia definire in un compito specifico. Perciò le vergini consacrate non attirano l’attenzione, non rivendicano un ruolo, non esibiscono un segno di riconoscimento. Sono una presenza discreta, docile al soffio di Dio, allo Spirito Santo, perciò invochiamo per loro, secondo la preghiera di consacrazione, che siano prudenti nella modestia, sagge nella bontà, austere nella dolcezza, caste nella libertà».
Una brezza – questa -, che percorre anche la città. «Come non si ferma il vento, così non si ferma la vergine consacrata perché ha un messaggio da portare, un’esperienza da condividere, l’incontro di cui dare testimonianza. La verginità consacrata vive di questo movimento che non si ferma mai perché cerca Gesù, parla di Gesù».
«La brezza continua a essere un soffio libero di Dio che cerca e parla dell’amato: la verginità consacrata non ha un’opera da compiere, un risultato da conseguire, un frutto da portare, piuttosto sveglia con delicatezza la libertà dei fratelli e delle sorelle assopiti o stanchi o spaventati e li incoraggia a produrre il proprio frutto, a far risplendere la propria bellezza».
In questo sta il carisma e la profezia di futuro – «la misteriosa fecondità che non genera figli» – delle Ordo Virginum, «testimoni di quell’amore di Dio che sperimenta l’inaudito, come dice Paolo: “tutto concorre al bene”».
Portare il sollievo della testimonianza
«Perciò le consacrate dovranno visitare i luoghi dove gli uomini e le donne sono tentati di disperare perché sono insopportabili la tribolazione, l’angoscia, la persecuzione, la fame, la nudità, il pericolo, la spada. Nell’oppressione insopportabile della storia, come quella che stiamo vivendo, che è come una fornace ardente alimentata per bruciare le speranze, la verginità consacrata offre il sollievo e la testimonianza che nulla potrà mai separarci dell’amore di Dio che è in Cristo Gesù».
Da qui la conclusione: «Queste nostre sorelle che oggi il Signore consacra sono inviate nei loro luoghi di vita cristiana, di lavoro, di incontri personali, come una brezza leggera, sempre in movimento per cercare l’Amato, sempre a servizio per incoraggiare la speranza, sempre docili allo Spirito per convertirsi in santità semplice, discreta, lieta».
Poi, la prosecuzione dell’intensa liturgia della consacrazione, con il «Sì, lo voglio”», le Litanie dei Santi, il proposito di castità, la preghiera di consacrazione e i riti esplicativi attraverso i segni della consegna dell’anello – che esprime l’unione sponsale e la fedeltà a Cristo – e del Libro della liturgia delle Ore, la preghiera della Chiesa, ricevuto dalle ormai consacrate come dono e impegno.
Infine, come sempre, il grande applauso che accoglie le nuove sorelle che si aggiungono alle 150 presenti in Diocesi e alle totali 700 in Italia, e l’emozione che si scioglie tra abbracci, sorrisi e lacrime di emozione.
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