Oxford Street verso la pedonalizzazione

Oxford Street è da sempre un simbolo di Londra: vetrina dello shopping globale, arteria attraversata ogni giorno da centinaia di migliaia di persone e crocevia di interessi politici, economici e sociali. Oggi, però, questa storica strada è al centro di un dibattito cruciale sul suo futuro. La proposta di trasformarla in un’area pedonale, sostenuta dal sindaco Sadiq Khan, promette di rivoluzionare il cuore commerciale della capitale. Ma dietro l’entusiasmo per un progetto da oltre 150 milioni di sterline si nascondono resistenze, timori e conflitti che rendono la sfida più complessa di quanto appaia.
Una strada simbolo tra shopping e contraddizioni
Con i suoi mezzo milione di visitatori al giorno, Oxford Street è una delle strade commerciali più frequentate al mondo. Le insegne luminose, i grandi magazzini e le catene internazionali l’hanno resa un punto di riferimento per lo shopping londinese e una tappa obbligata per turisti e residenti. Ma dietro questa facciata scintillante si nascondono problemi profondi.
Secondo recenti studi, Oxford Street registra più incidenti stradali rispetto a molte altre vie della capitale ed è gravata da livelli di inquinamento atmosferico tra i più alti di Londra. Inoltre, nonostante la sua fama, i dati mostrano che i clienti spendono di più nelle zone commerciali circostanti, come Covent Garden o Regent Street, rispetto a quanto avviene lungo Oxford Street stessa.
Attualmente, la strada è percorsa da autobus e taxi, con una media di 35 bus per direzione ogni ora, un traffico che rende difficile conciliare le esigenze di pedoni, residenti e commercianti. Non sorprende, dunque, che da decenni si parli della possibilità di pedonalizzarla: un progetto che, nonostante il sostegno dell’opinione pubblica, non è mai riuscito a superare gli ostacoli politici e amministrativi.
La proposta di Sadiq Khan
Il sindaco di Londra ha deciso di dare una svolta al dibattito annunciando la creazione di una Mayoral Development Corporation (MDC) dedicata a Oxford Street. Si tratta di uno strumento straordinario, finora utilizzato solo in aree periferiche o industriali come l’Olympic Park o Old Oak Common, che permette di centralizzare la governance del progetto sotto l’autorità diretta del sindaco.
La nuova MDC avrà il compito di gestire non solo Oxford Street, ma anche un isolato per lato della strada. Il board sarà composto da 12 membri: 3 rappresentanti del borough di Westminster, 1 di Camden e gli altri nominati direttamente dal sindaco. Una scelta che, secondo Khan, consentirà di superare i veti incrociati che per anni hanno bloccato i progetti di pedonalizzazione.
Il costo stimato per l’intervento è di circa 150 milioni di sterline, coperti in parte da fondi pubblici e in parte da contributi privati. L’obiettivo dichiarato è trasformare Oxford Street in uno spazio pedonale moderno, attrattivo e sicuro, capace di competere con i grandi viali dello shopping delle altre capitali europee e mondiali.
Per comprendere meglio i progetti di rigenerazione urbana guidati da MDC, un riferimento utile è il sito ufficiale del Greater London Authority.
Le resistenze locali
Nonostante il sostegno del sindaco e di numerosi commercianti, la pedonalizzazione incontra forti resistenze. I residenti locali temono che la chiusura della strada al traffico comporti uno spostamento massiccio dei veicoli nelle vie secondarie, aumentando congestione e inquinamento nei quartieri adiacenti. C’è anche chi lamenta la perdita di accessibilità, soprattutto per anziani e persone con disabilità che si affidano a taxi e autobus per raggiungere l’area.
A sollevare preoccupazioni sono anche i commercianti di Soho, come Robin Smith del Soho Dairy, che avvertono il rischio di un “logjam” su arterie già congestionate come Shaftesbury Avenue. Secondo loro, le difficoltà nelle consegne potrebbero avere effetti “catastrofici” sulla catena di approvvigionamento, compromettendo la vita quotidiana delle attività locali.
Sul piano politico, poi, Oxford Street rappresenta una linea di confine tra i borough di Camden e Westminster, entrambi caratterizzati da circoscrizioni elettorali marginali. Questa particolarità ha reso negli anni ogni proposta di riforma estremamente delicata, poiché rischia di spostare equilibri politici già fragili.
La disputa politica
La decisione di Sadiq Khan di creare un MDC ha scatenato un acceso dibattito. Il Westminster Council, guidato dal leader laburista Adam Hug, ha dichiarato che non si tratta dell’esito preferito, ma ha accettato di collaborare con la nuova struttura. Di tutt’altro avviso i Conservatori locali, che accusano il sindaco di “centralizzazione del potere” ed esclusione dei residenti dalle decisioni.
Khan, dal canto suo, ha risposto che Oxford Street è una “questione di importanza nazionale strategica” e che non è accettabile che pochi residenti possano bloccare un progetto con impatti così ampi sull’economia e l’immagine internazionale della capitale.
La polemica politica si intreccia con le scadenze elettorali: la prossima estate Londra sarà chiamata a rinnovare parte delle proprie istituzioni locali, e un cambio di leadership potrebbe rimettere tutto in discussione, come già avvenne nel 2018, quando un progetto simile fu abbandonato in seguito a pressioni locali.
Una sfida per il futuro
La pedonalizzazione di Oxford Street non è solo un progetto urbanistico, ma un banco di prova per la capacità di Londra di reinventarsi. Le grandi città europee – da Birmingham a Glasgow, da Manchester a Liverpool – hanno già reso pedonali le loro principali vie dello shopping. Londra appare oggi come un’eccezione, un passo indietro rispetto ai trend internazionali di sostenibilità e vivibilità urbana.
Gli esperti sottolineano come la trasformazione sia inevitabile per mantenere la competitività della capitale. Secondo Tony Travers della London School of Economics, Oxford Street non può permettersi di restare immobile di fronte alla concorrenza globale: la strada deve adattarsi alle nuove esigenze di sicurezza, ambiente e attrattività commerciale.
Il passaggio della gestione da Westminster Council a Transport for London, avvenuto proprio ieri, rappresenta già un segnale concreto del cambiamento in atto. Ma la strada verso la pedonalizzazione completa sarà ancora lunga, fatta di negoziati, ricorsi legali e compromessi politici.
Chi vive e lavora a Londra osserva con attenzione: il destino di Oxford Street non è solo una questione di viabilità, ma un riflesso della capacità della città di guardare avanti e offrire un modello innovativo di convivenza urbana.
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