Padre Faltas: «I bambini di Gaza per il terzo anno senza scuola»

Settembre 22, 2025 - 22:00
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Padre Faltas: «I bambini di Gaza per il terzo anno senza scuola»
Padre Ibrahim Faltas con il saio scuro, seduto a un tavolo, con le mani intrecciate, durante un incontro pubblico.Padre Ibrahim Faltas (Foto Calvarese/SIR)

Da Vatican News

È iniziato il terzo anno senza scuola a Gaza, e gli edifici «sono stati tutti distrutti, e ora non sono più luogo di istruzione e di crescita». La denuncia arriva da padre Ibrahim Faltas, frate francescano, direttore delle scuole della Custodia di Terra Santa. In un video inviato ai media vaticani il religioso spiega che «dal 7 ottobre le scuole sono servite come rifugio» contro i raid israeliani, ma poiché anche questi luoghi di riparo sono stati rasi al suolo, ora non c’è più «né istruzione né possibilità di salvezza». 

Ai bambini della Striscia, aggiunge Faltas con la voce scossa dall’emozione, «sono stati impediti i diritti essenziali dell’infanzia: lo sviluppo fisico e mentale, il gioco, l’istruzione, i sogni, il futuro”»

L’Unicef: più di 18mila i bambini uccisi

A inizio agosto l’Unicef ha stimato in oltre 18 mila i bambini rimasti uccisi dai bombardamenti e dalle operazioni militari dell’Idf in questi 23 mesi di conflitto. Una media di 28 minori al giorno. Secondo le autorità sanitarie palestinesi, più di 42 mila bambini risultano feriti, mentre il Comitato Onu sui diritti delle persone con disabilità segnala almeno 21 mila piccoli rimasti invalidi a vita. Ma moltissimi sono ancora quelli dispersi o sepolti sotto le macerie.

Grave la situazione anche in Cisgiordania

In Cisgiordania, invece, attualmente «è ripreso il normale percorso scolastico», anche se rimangono le gravi difficoltà che si vivono in tutta la Terra Santa. La Custodia ha numerosi istituti educativi, oltre che a Gerusalemme, anche a Betlemme e Gerico. In queste aree la situazione «è migliore rispetto a Gaza, ma pure qui si soffre», sottolinea Faltas: per la mancanza di lavoro, per le limitazioni della libertà di movimento, per gli accresciuti livelli di povertà. «I genitori sono molto preoccupati per il futuro dei loro figli. E anche i bambini della Cisgiordania sono spaventati per i loro amici della Striscia o hanno paura per i loro cari che sono a casa mentre loro si trovano a scuola».

Un bambino si sporge da un’auto carica di materassi e bagagli, mentre sullo sfondo una strada polverosa è percorsa da veicoli e fumo si alza in lontananza
Sfollati in fuga da Gaza City
(Foto AFP/SIR)

«Vogliamo la fine di questa guerra»

«Qual è il senso di tutta questa violenza? Come vivranno questi piccoli, se riusciranno a sopravvivere?», si chiede il francescano. Perché «a intere generazioni, a Gaza, è stato cancellato il passato, è stato reso impossibile il presente, è stato oscurato il futuro». Il video si chiude con la speranza «che tutta questa disumana situazione abbia presto fine». Con la preghiera affinché «i bambini di Gaza, della Cisgiordania, ma di tutti i paesi in guerra, possano tornare a vivere in pace e sicurezza». E con l’appello: «Vogliamo la fine di questa guerra! Perché i bambini sono il nostro futuro e il futuro dell’umanità». E anche nella Striscia, come in tutto il mondo, essi «hanno diritto a vivere in serenità».

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Redazione Eventi e News Redazione Eventi e News in Italia