Produttori di macchine utensili: export in picchiata in Germania (-28%)


Produzione stazionaria, export in netto calo e consumi interni in lieve ripresa: questo il quadro tracciato da Ucimu-Sistemi per produrre sulle prospettive 2025 dell’industria italiana delle macchine utensili, robot e automazione.
Le stime sono state presentate in occasione di EMO Hannover 2025, dove gli italiani partecipano con 140 imprese, seconda delegazione estera più numerosa.
La produzione dovrebbe attestarsi a 6.340 milioni di euro (+0,2% sul 2024), frenata dalla contrazione delle esportazioni, attese a 3.895 milioni (-8,9%).
«A inizio anno – ha spiegato il presidente Ucimu Riccardo Rosa – prevedevamo una crescita sostenuta dall’export, ma le condizioni attuali non lo permettono».
Meglio il mercato interno: consegne a +19,1% (2.445 milioni) spinte dai consumi, previsti in aumento del 14,1% (4.230 milioni).
Numeri comunque ancora troppo bassi per delineare una tendenza stabile. Nel primo semestre 2025 l’export di macchine utensili è sceso del 13,3% rispetto al 2024, con flessioni diffuse: -28,1% in Germania, -14,1% in India, -7,5% in Francia.
In controtendenza Polonia (+8,3%), Messico, Svizzera, Emirati Arabi e Arabia Saudita, mercati però di dimensioni ridotte. Gli Stati Uniti restano il primo sbocco (292 milioni, -4,2%), nonostante l’incertezza legata alle politiche tariffarie dell’amministrazione Trump. «Il nostro settore – ha aggiunto Rosa – riflette l’instabilità generale. In Germania pesano la transizione all’elettrico e la crisi dell’edilizia; negli USA, invece, le tensioni sui dazi generano incertezza tra gli operatori». Sul fronte interno, un timido sostegno arriva dalla semplificazione di Transizione 5.0, ma Ucimu ribadisce la necessità di un nuovo piano industriale che, dal 2026, raccolga l’eredità dei programmi 4.0 e 5.0, con misure più semplici e accessibili.
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