Ragazzi nella morsa della violenza, ma vincerla è possibile


Da Caino e Abele, la violenza è sempre stata una costante nella storia dell’umanità e non desta meraviglia che l’uomo si sia abituato, suo malgrado, a conviverci. È però sotto gli occhi di tutti che negli ultimi anni assistiamo a un fatto nuovo: l’età in cui la violenza si manifesta continua ad abbassarsi, coinvolgendo non più solo giovani e neanche solo adolescenti e preadolescenti. Spesso si riscontra anche nei bambini e lo si nota nei comportamenti con gli adulti, soprattutto con i genitori. E anche nel loro linguaggio. nel quale il verbo odiare è declinato in tutti i modi.
I genitori, e più in generale gli adulti, come reagiscono? Certo si indignano e si preoccupano. Ma di fronte a questa problematica capiscono che tante sono le loro colpe e responsabilità? Una problematica sicuramente difficile e non sorprende che i genitori, anche quelli più attenti, si sentano impreparati ad affrontarla. Ancora una volta non sanno “che pesci pigliare”.
Incoraggiata dalla partecipazione attenta e, a quando si sa, proficua alle serate svolte lo scorso anno, nelle quali si è cercato di proporre ai genitori alcune linee guida con cui ispirare la loro responsabilità educativa verso i figli, l’Assemblea sinodale decanale di Varese propone altre due occasioni formative (serate online) primariamente rivolte ai genitori, ma aperte anche a quanti sono al servizio dell’educazione. L’intento è indicare loro come aiutare ragazzi e giovani a convivere senza traumi con questa emergenza; quindi non tanto una analisi del problema, ma momenti che suggeriscano come e che cosa fare di fronte alla violenza giovanile, con un approccio molto concreto che possa raggiungere anche le persone più semplici, quelle che altre iniziative più impegnative, anche da un punto di vista culturale, difficilmente riescono a coinvolgere.
Il taglio di queste serate vorrebbe essere ancora una volta pastorale, nel senso indicato dall’Arcivescovo, cioè una “occasione per aiutare a incontrare il Buon Pastore”. Quindi con quell’atteggiamento missionario a cui richiama la “Chiesa in uscita” e in spirito di servizio verso chi è ferito dalla violenza. Nel contempo si mira anche a guardare i violenti con uno sguardo di misericordia (perché nessuno sia rifiutato) e a scoprire nel Vangelo qualche chiave di soluzione alle problematiche affrontate. In definitiva non un salotto in cui ci si intrattenga su un tema “alla moda”, ma un approccio concreto e dialogico fra persone che sanno di doversi convertire sempre, perché tutti sono parte del problema.
Le due serate online «Ragazzi nella morsa della violenza: vincerla è possibile» si terranno il 6 ottobre (violenza a scuola e in famiglia) e il 13 (violenza in strada e nel web) dalle 21 alle 22.30 (vedi qui la locandina). Avranno un format particolare che riprende l’esortazione evangelica «Avete inteso che fu detto… ma io vi dico…» (Mt 5,38-39): si partirà dall’ascolto di testimonianze flash di persone su come hanno visto nascere e crescere la violenza dentro e attorno a loro; vissuti veri che poi la dottoressa Mariolina Migliarese, psicoterapeuta, riprenderà allargando lo sguardo su altre espressioni di violenza e nel contempo dando indicazioni su come prevenirle, riconoscerne i segni premonitori e intervenire nel modo corretto. A questo punto i “testimoni” rifletteranno su come hanno cercato di superare positivamente la situazione raccontata (con quale consapevolezza, con quali aiuti, con quali esperienze) e la dottoressa Migliarese ne prenderà spunto per dare ulteriori strumenti per risolvere tali situazioni difficili, ribadendo che è sempre possibile farlo se le molteplici forze che cercano di contrastarle fanno fronte comune; in particolare si ricorderà che la comunità cristiana sente questo compito parte della propria vocazione.
Le conclusioni della seconda serata sono affidate a don Claudio Burgio, cappellano del carcere minorile “Beccaria” e fondatore della comunità Kayros.
È indispensabile iscriversi su https://lc.cx/a34mVd entro il 30 settembre per ricevere il link per partecipare.
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