Santa Tecla, alle origini del Duomo di Milano


In tanti, a Milano e nella sua Diocesi, hanno presente il nome di santa Tecla. Proprio a questa santa, infatti, era dedicata la prima cattedrale milanese, i cui resti si possono vedere sotto l’attuale Duomo e anche nell’adiacente stazione della metropolitana. Una breve via in centro a Milano, che lambisce il Palazzo arcivescovile, ne porta il nome. E la parrocchia stessa del Duomo, del resto, ancora oggi risulta intitolata a «Santa Tecla vergine e martire».
Già, ma chi era questa Tecla, della quale il 24 settembre ricorre la memoria liturgica nel calendario ambrosiano?
La tradizione lega la sua figura a quella di san Paolo. L’apostolo, infatti, secondo il racconto degli Atti, nel suo primo viaggio missionario si reca a Iconio, città dell’Asia Minore. Qui la giovane Tecla rimane affascinata dalla predicazione di Paolo, al punto di decidere di farsi cristiana, diventando sua discepola e abbandonando l’agiata famiglia.
Con coraggio, dunque, annuncia il Vangelo, subendo processi e persecuzioni. Viene gettata nel fuoco, ma, come racconta la leggenda, ne esce illesa. E lo stesso accade quando viene data in pasto alle belve e ai mostri marini. Tanto che le autorità, a furor di popolo, devono lasciarla libera. Tecla riprende allora le sue peregrinazioni, raggiungendo infine Seleucia d’Isauria (nell’attuale Turchia), dove passa il resto della sua vita predicando e convertendo.
Tutto questo, con dovizia di particolari (anche fantasiosi), è narrato negli Atti di Paolo e Tecla, un testo apocrifo redatto probabilmente a metà del II secolo che ebbe vasta risonanza nel mondo cristiano, nonostante le obiezioni sulla sua autenticità. di santa Tecla. Diversi padri della Chiesa ricordano Tecla come campionessa della fede cristiana, tanto da metterla allo stesso livello di quei «grandi combattenti» come Giovanni, Pietro, Paolo e Stefano.
È quello che fa anche Ambrogio, che ne suoi scritti fa riferimento più volte a santa Tecla. In particolare il vescovo di Milano la indica alle consacrate come modello da imitare, addirittura insieme a Maria, la Madre di Dio.
Una simile venerazione da parte di sant’Ambrogio nei confronti di santa Tecla non poteva non lasciare tracce importanti nella Chiesa di Milano. A cominciare, come si diceva, dalla dedicazione dell’antica cattedrale, eretta a metà del IV secolo e abbattuta nel 1461 in seguito alla costruzione del Duomo attuale.
Le cronache del XIII secolo affermavano che sotto l’altare maggiore della basilica era custodita la testa della martire. Ma come e quando questa venerata reliquia sia giunta a Milano non è possibile dirlo.
Qual è la tua reazione?






