Sburocratizzare l’Ema, abbattere le barriere sui dati e risorse chiare: come rilanciare l’UE attraverso l’industria farmaceutica

Settembre 18, 2025 - 18:30
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Sburocratizzare l’Ema, abbattere le barriere sui dati e risorse chiare: come rilanciare l’UE attraverso l’industria farmaceutica

Bruxelles – Le potenzialità ci sarebbero, le sfide non mancano, le opportunità non scompariranno, serve però un cambio di passo nelle regole e nelle politiche, nazionali ed europee, per fare della salute e della farmaceutica quel settore strategico capace di rispondere agli appelli di competitività incardinato nel rapporto Draghi e proiettare l’UE in una dimensione economica e innovativa tutta nuova. L’evento Connact Pharma dal titolo ‘Il rilancio della competitività europea attraverso il settore farmaceutico‘. prova a fare un punto della situazione e, soprattutto, fornire risposte a prova di futuro.

Fabrizio Conicella, vicepresidente e responsabile del Center of Open Innovation and Competence di Gruppo Chiesi, ragione sui tempi di immissione sul mercato europeo dei farmaci, e secondo lui i conti non tornano. “Solo il 9 per cento dei farmaci che passa attraverso l’Agenzia europea del farmaco (EMA) utilizza proceduta accelerate, quando negli Stati Uniti il tasso è del 50 per cento”, denuncia. “L’Ema, che ha una ruolo fondamentale, è una struttura burocratica“, e in questa critica c’è l’invito a rimettere mano ad un organismo che può imprimere il cambio di passo.

Ma c’è anche un nodo tutto industriale, poiché allo stato attuale “il 50 per cento dei farmaci in fasi cliniche viene dalle start-up e non da grandi imprese“. Questo aspetto, continua Conicella, indica che “l’Europa ha problema di far crescere le piccole imprese”, un problema che si misura soprattutto nella scarsa capacità di poter competere, qui, con Cina e Stati Uniti. Ecco allora il suggerimento: “Forte protezione brevettuale e mercato dei capitali più coraggioso potrebbe rafforzare competitività e innovazione”.

C’è poi la questione dei dati, fondamentali per mappare necessità e indirizzare quindi offerta. Per l’Italia in questo ambito un problema è rappresentato dall’eccesso di regionalismo, da quella ‘devolution’ su cui tanto si è spinto. “L’articolo 5 della Costituzione è un ostacolo. Per quanto ci sia interoperabilità la gestione diversa dei dati in due regioni è un ostacolo”. Anche Piero Rijli, Corporate Director Regulatory Affairs & Market Access del gruppo Menarini, condivide l’appello per un intervento deciso sulla condivisione dei dati. “I dati sono estremamente importanti”, premette. “Dobbiamo abbattere queste barriere, che in Italia sono regionali e in Europa tra Stati membri, perché così facendo guadagniamo tempo e sosteniamo il processo produttivo, ed essere così più competitivi e accelerare l’innovazione”.

Al di là di ciò è chiaro per Rijli che l’industria  farmaceutica va sostenuta. “Incentivi finanziari per 82 milioni di euro per il biennio 2026-27 sono contributo insufficiente rispetto all’enormità della sfida”. Servono soldi, inutile girarci attorno, ma, sottolinea il rappresentante del gruppo Menarini, “non chiediamo risorse illimitate: si possono usare meglio le risorse già allocate”. Come? “Una parte degli 800 miliardi del fondo per la difesa potrebbe essere usata al rafforzamento della capacità produttiva, visto che la sicurezza dei pazienti deve essere parte della nostra strategia di difesa”.

A proposito di bilanci e risorse, “con il nuovo quadro pluriennale di bilancio (MFF 2028-2034) i soldi previsti per la salute e le medicine critiche devono essere ambiziosi”, sottolinea Rainer Becker, direttore per i Prodotti medici e l’Innovazione presso la Direzione generale Salute e Sicurezza alimentare della Commissione europea (DG SANTE). La Commissione ha presentato la sua proposta di MFF, ma la partita ora si gioca in Consiglio, e “bisogna fare in modo che i governi sostengano l’incremento di risorse qui“, sottolinea l’alto funzionario UE. “Dovrebbero esserci anche soldi europei, ma questa è una responsabilità condivisa” ed è quindi cruciale la scelta politica che faranno i governi. Becker invita perciò i cittadini a “farsi sentire”, così da permettere scelte consapevoli.

La politica promette e rassicura. “Cerchiamo di sostenere la competitività del settore farmaceutico, che è diventato trainante per il sistema Italia e il sistema Europa”, scandisce Nicola Procaccini, co-presidente del gruppo dei conservatori europei (ECR). Mentre l’europarlamentare Michele Picaro (FdI/ECR), membro delle commissioni Ambiente e Salute pubblica, ammette che “ci sono fragilità profonde delle nostre catene di approvvigionamento” e che “da qui nasce lo sforzo di migliorare”. In tal senso “la rilocalizzazione della produzione diventa una priorità, con incentivi mirati e appalti congiunti, assieme ad un elenco di farmaci essenziali. Serve inoltre un sistema di monitoraggio, per intervenire prima della carenza”. Guardano all’immediato futuro, continua, occorre ” incentivare gli investimenti nei principi attivi e produzione innovativa, negli appalti pubblici vanno premiati qualità, affidabilità e sostenibilità, e non guardare solo al prezzo più basso”. Cittadini e pazienti stiano tranquilli: in Europa “c’è obiettivo di creare una politica industriale integrata, e fare dell’Europa un polo attrattivo per ricerca e innovazione”.

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Redazione Eventi e News Redazione Eventi e News in Italia