Sentiero Val Senales, camminare lungo l’itinerario del Neolitico

Settembre 30, 2025 - 22:00
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Sentiero Val Senales, camminare lungo l’itinerario del Neolitico

Ha riaperto quest’estate uno storico sentiero escursionistico che collega due delle più belle ma aspre valli dell’Alto Adige: la Val Senales e la Val Venosta. Il sentiero n. 1 fa parte di una lunga via che non solo collega le due valli alpine italiane all’Ötztal in Austria), ma anche due villaggi di alpinisti (Mazia e Vent in Austria) nel cuore delle Alpi Venoste. L’ambiente è spettacolare, con viste mozzafiato sulle cime di 3000 metri del crinale di confine.

Un sentiero che risale al Neolitico

Il sentiero n. 1, che conduce attraverso la Forcella del Santo (Bildstöckljoch) alla Val di Mazia, era diventato impraticabile negli ultimi anni a causa di una grossa frana sul versante della Val Senales. Con grande impegno e lavoro manuale, è stata realizzata una nuova deviazione in collaborazione tra l’AVS di Senales e la stazione forestale di Naturno. Il nuovo percorso verso la Forcella del Santo è leggermente più lungo, ma arricchito da un luogo speciale: ora passa anche per il Passo di Fossalunga (Langgrubjoch), un antico valico a più di tremila metri di quota  utilizzato già nel Neolitico.

Infatti, sono state trovate prove archeologiche e ambientali che documentano la presenza e il transito di umani già in quell’epoca. Ritrovamenti archeologici datati al 1300 a.C. testimoniano l’importanza storica di questo passaggio alpino. Lo stesso Ötzi, la mummia che venne dai ghiacci (ca. 3300 a.C.) fu trovato poco sopra la Val Senales al Giogo di Tisa (Tisenjoch, 3210 metri): la mummia e il corredo trovato insieme indicano che i passi tra la Val Senales e l’Ötztal erano quindi itinerari segnati già in quell’epoca.

Altri reperti neolitici in valle sono quelli rinvenuti tra Maso Finale/Val di Tisa ovvero delle punte di freccia in selce datate 4000–3700 a.C., quindi in pieno Neolitico, che attestano la frequentazione e l’attività di caccia e pastorizia nell’alta valle.

La Forcella del Santo deve il suo nome alla storica immagine rappresentata e ben custodita da una costruzione in legno “Bildstöckl”, situata sul passo alpino, restaurata nel 1971 dal tedesco Paul Pemsel di Monaco di Baviera, appassionato frequentatore della Val Senales. Egli stesso ha realizzato l’immagine di San Bernardo con il cane (patrono dei montanari, alpinisti e viaggiatori, in particolare di coloro che attraversano le Alpi) e ha installato personalmente l’attuale Bildstöckl.

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@Nereo Ongaro
Il simbolo di San Bernardo alla Forcella del Santo o Bildstöckljoch lungo il sentiero

Durante la realizzazione del nuovo sentiero escursionistico, la sezione dell’Alpenverein di Senales ha rinnovato la porta del Bildstöckl, dipingendola fedelmente secondo l’originale, un gesto di conservazione della memoria e di valorizzazione di questo simbolo storico.

Escursione sul sentiero n. 1 della Val Senale

Con il completamento del sentiero, nasce un’interessante proposta di escursione di più giorni, con collegamenti a rifugi come il Rifugio Oberettes e la possibilità di ritorno con i mezzi pubblici attraverso la Val Venosta. Il nuovo tratto è accessibile sia da Maso Corto, in Val Senales, sia da maso Glieshof, in Val di Mazia: entrambe le salite sono impegnative, ma offrono esperienze naturalistiche e panorami impressionanti. Maso Corto è l’ultimo paese della Val Senales e si trova a un’altitudine di 2.011 metri sul livello del mare, uno dei paesi più alti dell’Alto Adige.

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Il paesaggio lungo il sentiero no. 1

L’itinerario ad anello è lungo 13,1 chilometri e, per percorrerlo interamente, si impiegano circa 6 ore andata e ritorno. Si parte da quota 2.000 metri per toccare i 3.095 metri.

Questo passaggio alpino in alta quota è consigliato solo in condizioni di bel tempo e di buona visibilità. Nei pressi del Passo di Fossalunga, il sentiero, infatti, può subire danni in caso di forti temporali o di piogge intense. Una pianificazione attenta dell’escursione e il controllo del bollettino meteo sono fondamentali per affrontare questo tratto in sicurezza. Si consigliano scarponi robusti, una mappa topografica e abbigliamento caldo.

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Redazione Redazione Eventi e News