Surfs Up lavora sugli scarti per rendere l’industria più sostenibile

Ottobre 9, 2025 - 15:30
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Surfs Up lavora sugli scarti per rendere l’industria più sostenibile
chimica verde

Un progetto finanziato dalla partnership Horizon Europe – Cbe Ju che ha l’obiettivo di sviluppare biosurfattanti di seconda generazione, bio-based, partendo dai residui lignocellulosici e scarti agroalimentari. Una sfida di innovazione per un’industria più sostenibile

I tensioattivi, meglio conosciuti come surfattanti, sono sostanze chimiche fondamentali in moltissimi prodotti della vita quotidiana: dai detergenti per la casa ai cosmetici, fino agli additivi agricoli.

Grazie alla loro capacità di abbassare la tensione superficiale tra liquidi e solidi, rendono possibile lavare, disperdere, emulsionare. Ma dietro questa utilità si nasconde un problema: la maggior parte dei surfattanti oggi in commercio deriva dal petrolio e presenta caratteristiche di persistenza ambientale che ne fanno un fattore inquinante.

Oggi, meno del 4% del mercato mondiale dei surfattanti è coperto da alternative bio-based. È un dato che rende evidente l’urgenza: l’industria ha bisogno di soluzioni rinnovabili, sicure e sostenibili.

In questa cornice si colloca Surfs Up, progetto finanziato dalla partnership Horizon Europe – Cbe Ju, che mira a sviluppare biosurfattanti di seconda generazione partendo da residui lignocellulosici e scarti agroalimentari.

Dal rifiuto alla risorsa: l’approccio Safe and Sustainable by Design

Surfs Up (su surfs-up.eu e italbiotec.it potete approfondire il tema) non si limita a sostituire un prodotto fossile con un equivalente bio-based, ma intende cambiare il modello di produzione dei surfattanti.

L’acronimo del progetto – Safe and sustainable by design microbial and lignin-based biosurfactants sourced from sustainable feedstock for home, personal care and agrochemical applications – ne racchiude la filosofia e l’obiettivo: sviluppare nuove molecole pensando alla loro sicurezza, biodegradabilità ed efficienza fin dalla progettazione e lungo l’intero ciclo di vita.

I biosurfattanti in via di sviluppo saranno:

  • sostanze biodegradabili e atossiche, che non lasciano tracce pericolose nell’ambiente
  • efficaci in diversi settori, dall’agrochimico alla detergenza industriale, fino ai cosmetici
  • a basso impatto ambientale e sociale, valutati attraverso analisi Lca (Life Cycle Assessment), Tea (Techno-Economic Assessment) e S-Lca (Social Life Cycle Assessment)

Il progetto punta a realizzare 9 nuovi biosurfattanti: sette prodotti microbici (sophorolipidi, mannosileritritolo lipidi, lipopeptidi) e due derivati chimici ottenuti dalla lignina, sottoprodotto della lavorazione del legno.

Si tratta di molecole mai immesse sul mercato, capaci di ampliare la diversità oggi disponibile, considerata ancora troppo limitata rispetto alla domanda industriale.

La filiera: dal legno e dagli scarti alimentari al laboratorio

L’innovazione di Surfs Up è nella valorizzazione di feedstock di seconda generazione, materiali che oggi rappresentano uno scarto, come zuccheri e lignina da biomasse legnose o residui dell’industria alimentare.

Attraverso processi di fermentazione microbica e tecnologie chimiche avanzate, questi flussi vengono trasformati in nuove molecole surfattanti con un approccio integrato composto da:

  • pretrattamento e purificazione dei feedstock per renderli idonei ai processi biologici
  • ottimizzazione delle fermentazioni per massimizzare la resa e ridurre i costi
  • scalabilità industriale, con analisi in scala che porteranno la produzione a livelli prossimi al mercato

Questa integrazione consente non solo di ridurre i rifiuti, ma anche di trasformarli in risorse ad alto valore, in linea con i principi della bioeconomia circolare.

Un consorzio europeo per la transizione verde

Surfs Up riunisce 12 partner tra imprese, centri di ricerca e università di otto Paesi europei. Il coordinamento è affidato a Bio Base Europe Pilot Plant (Belgio), mentre tra i partecipanti spiccano realtà industriali affermate come Amphistar, Fibenol, Ajinomoto Omnichem ed Ecover, insieme a Dbfz (Germania), Université de Liège (Belgio), Vtt (Finlandia), Ist-Id (Portogallo), Italbiotec (Italia) e Ltat (Spagna).

All’interno del consorzio europeo di Surfs Up, Italbiotec, unico partner italiano, con sede a Milano e una lunga esperienza nella bioeconomia, ricopre il ruolo di collegamento tra ricerca e mercato guidando le attività di valorizzazione, comunicazione e sviluppo strategico.

Le sue principali responsabilità sono:

  • analizzare i mercati potenziali dei biosurfattanti sviluppati
  • costruire modelli di business sostenibili e piani di sfruttamento commerciale
  • coordinare la disseminazione scientifica e la comunicazione dei risultati
  • facilitare il dialogo con stakeholder industriali, policy maker e comunità scientifica per aumentare l’accettabilità sociale dei prodotti bio-based

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Redazione Eventi e News Redazione Eventi e News in Italia