The Grapes: storia di un pub sul Tamigi

Nascosto tra i palazzi di Narrow Street a Limehouse, lontano dai riflettori di Soho o Covent Garden ma a pochi passi dal cuore pulsante della City, si trova uno dei pub più affascinanti e longevi di Londra: The Grapes. La sua storia attraversa secoli di commerci, esplorazioni, letteratura e vita quotidiana, riflettendo l’anima autentica di un quartiere che fu il crocevia delle rotte marittime dell’Impero britannico. Oggi questo piccolo gioiello, con i suoi interni in legno scuro, il camino originale e l’invidiabile vista sul Tamigi, continua ad attirare non solo amanti della birra tradizionale, ma anche turisti, studiosi e curiosi. Parte della sua popolarità recente è dovuta al fatto che tra i proprietari figura Sir Ian McKellen, il celebre attore britannico, che ne ha fatto un luogo simbolo di storia e cultura popolare.
Le origini: dal 1583 al 1720
Le radici di The Grapes risalgono addirittura al XVI secolo, quando nel 1583 viene registrata la presenza di una taverna chiamata “The Bunch of Grapes” nello stesso punto in cui oggi sorge il pub. Si trattava di un luogo di ristoro per marinai, commercianti e lavoratori portuali che affollavano le rive del Tamigi. Limehouse era infatti, già in epoca elisabettiana, uno snodo centrale per i traffici marittimi: qui venivano costruite imbarcazioni, caricati e scaricati i mercantili, e da qui partivano viaggiatori e avventurieri diretti verso le Indie o il Nuovo Mondo.
L’edificio che vediamo oggi è frutto di una ricostruzione avvenuta intorno al 1720, quando la zona era in pieno fermento commerciale. La struttura, in mattoni e legno, conserva ancora molti dettagli dell’epoca georgiana, come le travi a vista e le finestre affacciate direttamente sul fiume. Nonostante i secoli trascorsi, l’impianto originario è rimasto sorprendentemente intatto, a differenza di molte altre taverne londinesi demolite o ricostruite dopo i bombardamenti della Seconda guerra mondiale.
Secondo la tradizione, proprio dal piccolo molo sotto il pub sarebbe salpato Sir Walter Raleigh, uno degli esploratori simbolo dell’età elisabettiana, prima delle sue spedizioni verso l’America. Una leggenda difficile da verificare, ma che ben restituisce l’importanza del luogo nella memoria collettiva. Già a partire dal Settecento, The Grapes era conosciuto come punto di incontro per marinai di ogni provenienza, che trovavano qui un rifugio dopo i lunghi viaggi per mare.
Chi desidera approfondire la storia dell’edificio può consultare la pagina ufficiale del The Grapes Pub, che raccoglie documenti e testimonianze delle sue origini.
Un rifugio per marinai, commercianti ed esploratori
Per comprendere la storia di The Grapes bisogna immaginare Limehouse tra XVII e XIX secolo: un quartiere animato dal frastuono dei cantieri navali, dall’andirivieni delle barche e dal via vai di mercanti provenienti da ogni parte del mondo. Narrow Street correva parallela al fiume e rappresentava una delle arterie vitali della zona, popolata da taverne e locande che offrivano ristoro a chi lavorava sulle navi o attendeva la partenza di nuove spedizioni. In questo contesto, The Grapes si affermò come uno dei punti di riferimento per marinai ed esploratori, un luogo dove condividere storie di viaggi e di commerci davanti a un boccale di birra o a un piatto caldo.
Il pub non era soltanto una tappa conviviale, ma un osservatorio privilegiato sul Tamigi. Dalle sue finestre e dal piccolo molo retrostante si potevano seguire le manovre delle imbarcazioni dirette verso i porti europei e coloniali. L’importanza di Limehouse come porto fluviale fu enorme: qui attraccavano le navi della East India Company, cariche di spezie, seta e tè, e da qui partivano molte delle avventure che avrebbero alimentato l’immaginario marittimo britannico.
The Grapes fu testimone di quell’atmosfera cosmopolita che fece di Londra una capitale globale. Frequentato da marinai di diverse nazionalità, il locale divenne un microcosmo di lingue, accenti e tradizioni. Non mancarono episodi leggendari: si racconta che esploratori celebri abbiano varcato le sue porte, lasciando tracce della loro presenza nelle storie tramandate di generazione in generazione. Questo legame con il mare e con i commerci è ancora oggi parte integrante della sua identità e rappresenta una delle ragioni per cui The Grapes continua ad attirare visitatori curiosi di respirare un frammento della Londra portuale.
Per contestualizzare il ruolo di Limehouse nel commercio marittimo, una fonte utile è la sezione dedicata alla storia portuale del Tamigi sul sito del Museum of London Docklands, che conserva reperti e testimonianze della vita quotidiana dei quartieri lungo il fiume.
Il fascino letterario: da Dickens a Oscar Wilde
La fama di The Grapes non è legata soltanto al suo ruolo nella vita marittima di Limehouse, ma anche al suo posto nella letteratura inglese. L’atmosfera del pub e del quartiere ha ispirato numerosi scrittori che vi hanno ambientato scene o che ne hanno tratto suggestioni narrative. Tra i più celebri vi è Charles Dickens, che conosceva bene la zona grazie alle passeggiate giovanili lungo il Tamigi. Nel romanzo Our Mutual Friend del 1865, Dickens descrive una taverna decrepita che si affaccia sull’acqua, con una scala che scende direttamente nel fiume. Molti studiosi ritengono che si tratti proprio di The Grapes, la cui struttura e posizione corrispondono in maniera evidente alla descrizione.
L’immagine dickensiana di un pub sospeso tra realtà e immaginazione ha contribuito a consolidarne la leggenda, trasformandolo in un luogo letterario oltre che fisico. Ancora oggi, nel piccolo “Dickens Snug”, una saletta interna, i visitatori possono percepire l’eco delle pagine dello scrittore e immaginare i personaggi del romanzo affacciarsi sulle acque torbide del Tamigi.
Oltre a Dickens, anche altri autori hanno citato Limehouse e i suoi pub. Oscar Wilde, Arthur Conan Doyle e, più recentemente, Peter Ackroyd, hanno fatto riferimento alla zona nei loro scritti, attratti dalla sua aura di mistero e multiculturalità. Limehouse era infatti conosciuto anche per la presenza di comunità cinesi e per le leggende legate agli oppiacei, che alimentarono racconti e narrazioni gotiche nell’Ottocento. The Grapes, con i suoi interni in legno scuro, il camino e la vista sul fiume, divenne così simbolo di un’Inghilterra sospesa tra decadenza e modernità, un palcoscenico perfetto per la fantasia degli scrittori vittoriani.
Non sorprende che il pub faccia oggi parte degli itinerari letterari della capitale, tanto da essere menzionato anche in guide culturali e turistiche. Una risorsa preziosa per chi desidera esplorare la Londra dickensiana è il portale della Charles Dickens Museum, che raccoglie approfondimenti sulle ambientazioni e sui luoghi frequentati dallo scrittore.
Atmosfera e architettura: un tuffo nel tempo
Entrare a The Grapes significa compiere un viaggio nel passato. Gli interni sono rimasti fedeli allo spirito originale: pannellature in legno scuro, un lungo bancone vittoriano, pavimenti consumati dal tempo e un camino che ancora oggi scalda le fredde giornate d’inverno. L’ambiente è raccolto, con luci soffuse e tavoli in legno che invitano a soste lente, accompagnate da una pinta di birra tradizionale o da un piatto di cucina britannica. È uno di quei luoghi in cui il tempo sembra essersi fermato, dove ogni dettaglio contribuisce a evocare la memoria di secoli di storie raccontate tra le sue mura.
Una delle attrazioni più suggestive è senza dubbio la vista sul Tamigi. Dal retro del pub, una piccola terrazza si affaccia direttamente sul fiume, offrendo scorci spettacolari soprattutto al tramonto, quando la luce dorata si riflette sull’acqua e illumina i profili delle barche e degli edifici lungo la riva. In passato, questo accesso diretto al fiume era funzionale alla vita portuale: marinai e commercianti potevano raggiungere il pub direttamente dalle imbarcazioni. Oggi è un privilegio raro in una metropoli dove gli spazi lungo il Tamigi sono in gran parte occupati da edifici moderni o aree private.
Un altro elemento che caratterizza l’atmosfera è la presenza di opere d’arte e fotografie storiche appese alle pareti. Tra queste spiccano stampe e quadri che raffigurano Limehouse nei secoli scorsi, come “Limehouse Barge Builders” di Napier Hemy, ma anche immagini dedicate a Charles Dickens e agli scrittori che hanno reso celebre la zona. In questo modo, l’arredamento diventa parte integrante della narrazione del luogo, trasformando il pub in una sorta di piccolo museo vivente.
The Grapes è inoltre noto per il suo “Dickens Snug”, una saletta intima e riservata che conserva ancora il fascino delle epoche passate. È uno spazio che ricorda la frequentazione dello scrittore e che oggi viene usato anche per incontri letterari e serate speciali, mantenendo viva la tradizione culturale del pub.
Per approfondire l’architettura dei pub storici londinesi e la loro evoluzione, una fonte di grande interesse è il portale del Historic England, che dedica ampio spazio agli edifici classificati come Grade I o II e al loro ruolo nel tessuto urbano.
La rinascita con Ian McKellen e la vocazione culturale
Se The Grapes è sopravvissuto intatto fino ai giorni nostri lo si deve anche all’intervento di personaggi che hanno creduto nel valore storico e culturale del pub. Nel 2011 l’edificio fu messo in vendita e rischiava di trasformarsi in un’ennesima operazione immobiliare destinata a snaturarne l’anima. Fu allora che entrarono in scena Sir Ian McKellen, attore di fama mondiale noto per i suoi ruoli in teatro e al cinema, insieme al regista Sean Mathias e all’imprenditore Evgeny Lebedev. I tre decisero di acquistare il pub, non soltanto come investimento ma come atto di tutela e valorizzazione di un luogo simbolo di Limehouse.
McKellen, che già abitava da anni nella zona di Narrow Street, dichiarò di considerare The Grapes non solo un locale storico, ma anche un punto di riferimento per la comunità locale. La sua presenza come co-proprietario ha dato nuova visibilità al pub, attirando visitatori da tutto il mondo incuriositi dall’idea di bere una pinta nel locale di “Gandalf”. Non è raro che McKellen stesso appaia in serate speciali, leggendo brani di Shakespeare o raccontando aneddoti legati alla storia del pub.
Sotto la nuova gestione, The Grapes ha mantenuto intatta la sua anima tradizionale, evitando trasformazioni che ne avrebbero compromesso l’autenticità. L’offerta gastronomica si è arricchita, con un menu che unisce piatti classici britannici a proposte contemporanee, e sono state organizzate serate culturali, letture e incontri a tema letterario. In questo modo il pub è diventato non solo un luogo di ritrovo per bere e mangiare, ma anche un piccolo centro culturale in cui la storia e la modernità dialogano continuamente.
La scelta di preservare e valorizzare The Grapes riflette una tendenza crescente a Londra: quella di salvaguardare i pub storici come parte del patrimonio identitario della città. In un’epoca in cui molti locali tradizionali chiudono per lasciare spazio a catene o ristoranti moderni, la difesa di luoghi come The Grapes assume un valore che va oltre la semplice nostalgia. È un modo per mantenere vivo un pezzo della Londra autentica, legata al fiume e alle sue comunità.
Per comprendere l’importanza dei pub storici londinesi come istituzioni sociali e culturali, si può consultare il portale del Campaign for Real Ale (CAMRA), che da decenni si impegna a proteggerli e promuoverli come parte integrante della vita britannica.
Leggende, curiosità e miti di un pub sul fiume
La lunga storia di The Grapes è costellata di episodi che hanno contribuito ad alimentarne l’aura leggendaria. Uno dei racconti più noti è quello legato a Sir Walter Raleigh, il grande esploratore elisabettiano che, secondo la tradizione, avrebbe salpato proprio dal piccolo molo sotto il pub per una delle sue spedizioni verso l’America. Non esistono documenti che lo confermino, ma la leggenda è così radicata che è diventata parte del fascino stesso del locale.
Un altro filo conduttore è quello letterario. Oltre a Dickens, che immortalò l’atmosfera del pub in Our Mutual Friend, anche Arthur Conan Doyle vi avrebbe tratto ispirazione per alcuni racconti di Sherlock Holmes ambientati nei quartieri del porto londinese. Nel Novecento, la zona di Limehouse divenne teatro di storie legate al mistero e all’esotismo, in particolare per la presenza della comunità cinese che alimentò la fantasia di scrittori e giornalisti dell’epoca. The Grapes, con la sua posizione liminale tra terra e acqua, realtà e leggenda, era il luogo perfetto per ambientare racconti di intrighi e segreti.
Non mancano curiosità legate ai suoi avventori celebri. Si racconta che lo stesso Charles Dickens fosse un frequentatore abituale della taverna e che amasse osservare i movimenti sul fiume dal suo interno. In tempi più recenti, l’arrivo di Ian McKellen ha attirato altri nomi noti del mondo del teatro e del cinema, trasformando The Grapes in un punto di incontro tra passato e presente.
Anche l’arredamento custodisce piccoli tesori: oltre alle stampe e ai dipinti storici, si possono scorgere dettagli come vecchie fotografie della zona portuale, articoli di giornale ingialliti e persino qualche cimelio nautico, testimonianza del legame indissolubile con il mare. Il pub è stato classificato come edificio Grade II Listed, riconoscimento che ne garantisce la tutela come bene storico-architettonico.
Passeggiando oggi lungo Narrow Street, circondati da palazzi residenziali moderni e dal viavai del traffico cittadino, The Grapes appare come una porta sul passato. Un luogo che non ha perso la sua autenticità, capace di raccontare storie di marinai, esploratori, scrittori e attori. Un frammento di Londra che resiste al tempo e che continua ad affascinare chi cerca un’esperienza genuina, sospesa tra il rumore delle onde del Tamigi e le voci di chi, per secoli, ha trovato in questo pub il calore di una pinta e la compagnia di una comunità.
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