Uccide il cane della compagna per farle del male, condannato a un anno di reclusione

Ha ucciso il cane dell’ex compagna con il chiaro obiettivo di provocarle un danno psicologico. Per questo un uomo di Las Palmas di Gran Canaria è stato condannato a 12 mesi e 1 giorno di carcere. La sentenza, emessa da un Tribunale specializzato in Violenza sulle donne, è considerata innovativa per aver applicato la prospettiva di genere a un caso di maltrattamento di animali.
Uccidere l’animale per spezzare psicologicamente la donna
Il giudice ha stabilito che “la morte dell’animale è stato lo strumento scelto per provocare il maggiore danno psicologico” alla donna. Lo scorso 13 settembre, il giorno in cui sono avvenuti i fatti, l’uomo “ha prima minacciato di uccidere il cane e poi se stesso”. E, quando la compagna lo ha raggiunto, “le ha intimato di non avvicinarsi e, subito dopo, ha lanciato il cucciolo da una scogliere causandone la morte”. “Non si tratta di una semplice concomitanza di fatti, ma di una finalità concreta: uccidere l’animale per spezzare psicologicamente la donna”, scrive il giudice.
Divieto di avvicinarsi alla vittima per due anni
Per la morte del suo animale, la donna ha riportato un trauma che ha richiesto assistenza psicologica di 90 giorni. Il tribunale ha quindi qualificato il reato come un caso di “violenza vicaria”, un’azione di violenza “attraverso un animale di compagnia”, messo in atto per provocare una maggiore sofferenza sulla donna col fine di “mantenere il controllo e il dominio” su di lei. Nel considerare provato sia il reato di maltrattamento dell’animale che quello di violenza di genere, il giudice con la pena detentiva ha imposto all’uomo, che ha riconosciuto i fatti, il divieto di avvicinarsi alla vittima per due anni e un giorno.
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